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Antonio Capranica, informazioni utili sui monarchi d’Europa
Una vita d’inferno, chiusi in una gabbia dorata, quella degli eredi al trono nelle monarchie di mezza Europa. Perché la prima cosa che ha voluto raccontare Antonio Caprarica – storico corrispondente della Rai da Londra – al festival letterario Tralerighe a Barga, è stata quella di ricordarci che sono ancora moltissime le case reali nel mondo. E tante proprio nel vecchio continente. Ovviamente Caprarica, intervistato da Andrea Giannasi, si è soffermato sulle vicende e la storia della casa reale britannica con la Regina Elisabetta II che non ne vuole proprio sapere di lasciare il trono al figlio Carlo, che per parer suo, sembra proprio destinato ad una vita in secondo piano. Con Camilla, ovviamente, la “cavalla”, con questo termine la descriveva il padre al figlio in una lettera infuocata nella quale lo stesso marito della regina ricordava a Carlo la bellezza di Diana in confronto a quella dell’amante. Ma non sempre i predestinati al trono hanno saputo o voluto conquistarlo…
Grande successo di pubblico per la prima serata del festival letterario Tralerighe di Barga
Nella suggestiva Galleria in piazza Angelio intorno agli ospiti Pino Scaccia, Anna Raviglione e Roberto Andreuccetti – intervistati da Andrea Giannasi – si sono trovati molti lettori desiderosi di conoscere la storia dell’Armir in Russia. Per questo motivo era nutrita la presenza degli alpini della sezione Lucca-Pisa-Livorno con diversi gruppi della valle del Serchio.Pino Scaccia, storico inviato del Tg1 della Rai, ha iniziato a raccontare come molto fortunatamente nel 1991 è riuscito ad entrare negli archivi della Lubijanca, il tristemente celebre palazzo che a Mosca ospitava il KGB, potendo consultare l’archivio dove sono conservate circa tre milioni di schede dei prigionieri di guerra italiani, tedeschi, rumeni e ungheresi. Per Tv7, l’inserto settimanale di Rai uno, Scaccia realizzò un servizio nella valle del Don alla ricerca della memoria della tragedia. Da quel momento è diventato un punto di riferimento per molti familiari dei circa 85.000 italiani dei quali dal 1943 non sappiamo più nulla. Con “Armir” e poi con “Voci e…