Tag: storia

- di Sara Moscardini

“Anything anywhere more beautiful”. Barga nei ricordi di Joseph Pennell

Lo scritto con cui l’autrice inglese Vernon Lee riportava le sue impressioni su una visita a Barga nel settembre 1882 (vedi articolo precedente) consegnava un’immagine assai negativa e grezza della cittadina. Tutta un’altra impressione ebbe invece l’artista americano Joseph Pennell che vi si recò pochi mesi dopo proprio per disegnare alcune illustrazioni che sarebbero andate a corredo dell’articolo della Lee.Il ricordo della propria visita a Barga Pennell lo tratteggiò in maniera vivida molti anni dopo, quando nel 1925 – un anno prima di morire – pubblicò la sua autobiografia dal titolo “The adventures of an illustrator”. Uno dei capitoli del volume è dedicato proprio al viaggio nella Valle del Serchio avvenuto nel maggio 1883, in occasione della festa del Corpus Domini. Il ricordo che Pennell ne ha più di quarant’anni dopo è molto vivido e intriso di nostalgia e umanità, al contrario della raffigurazione cruda e di fosco romanticismo fatta dalla Lee.Proponiamo qui la traduzione del succitato testo di Pennell…

- 1 di Sara Moscardini

“A mountain city”. Barga nei ricordi di Vernon Lee

Joseph Pennell è oggi un nome sconosciuto ai più; chi si occupi di storia dell’arte potrà ricordarlo come valente illustratore americano vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo. Pennell unì la passione per il disegno a quella per i viaggi, recandosi a più riprese nel Vecchio Continente per rappresentare i paesaggi e i monumenti europei; ci interessa rispolverare la sua memoria in quanto, nel corso delle sue scorribande in Italia, Pennell ebbe occasione di visitare per ben due volte Barga, di cui ci ha lasciato non solo alcune immagini ma anche una vivida descrizione. Pennell, nato nel 1857 a Philadelphia, si recò per la prima volta in Toscana nel 1883; in tasca, un contratto siglato con la rivista “Century” per realizzare dodici incisioni a corredo di alcuni articoli di W. D. Howells, già console americano a Venezia. Il lavoro lo condusse a soggiornare a lungo a Firenze che in quel periodo, da tappa obbligata del grand tour, era stata…

- di Giuseppe Nardini

A proposito del contenzioso per il Rifugio Marchetti al Lago Santo

Nel 1937 il Comune di Barga concesse al sig. Tullio Marchetti un appezzamento di terreno di 90 mq facente parte del demanio civico di Barga presso il lago Santo con autorizzazione a costruirvi un rifugio alpino. La concessione fissava la facoltà di riscatto da parte della proprietà del fondo a termini di legge, ovvero pagando il valore delle opere murarie autorizzate. Tra gli anni ’50 e ’60 il rifugio fu più volte ampliato fino ad occupare una superficie di circa 220 mq. Oggi i rapporti tra l’attuale conduzione del rifugio e l’ente di gestione del demanio civico di Barga risultano irrimediabilmente compromessi per la continua inosservanza di accordi e contratti. Ma perché la proprietà collettiva della comunità di Barga, da tempo immemorabile, si estende sul versante modenese dell’Appennino fino a comprendere parte della zona prospicente il lago Santo? Le ragioni non sono completamente note ma certamente la disponibilità di quel territorio non deriva dalla generosità dei Montegarullo come affermato in…

- di N.B.

Giovani che si fanno onore: la storia di Gianluigi Di Giangirolamo

Un giovane di Mologno si sta facendo onore nel panorama culturale nazionale, trovando consensi per la sua attività di ricerca storica che, ormai, lo vede spesso fuori non solo da Barga, ma anche dall’Italia. Per Gianluigi Di Giangirolamo, 35enne di Mologno, è senz’altro un momento magico, che lo ripaga dei tanti sacrifici di questi anni. Oltre ad aver conseguito proprio in questi giorni il dottorato di ricerca in Storia Contemporanea all’Università di Bologna, per lui è arrivata la consacrazione come uno dei migliori talenti sfornati dall’ateneo felsineo. Un riconoscimento che ha radici in Toscana, visto che, partendo da una tesi di laurea su Vergemoli, Gianluigi è arrivato via, via ad essere considerato uno degli emergenti storiografi contemporanei. Il giovane studioso, figlio del serigrafo Giuseppe Di Giangirolamo (docente presso l’Accademia delle Belle Arti a Urbino) e della titolare della G4 Pubblicità di Mologno, Giustina Casotti, ha dovuto, come tanti, “traslocare” altrove, cercando e trovando apprezzamenti anche dai più qualificati storici del…

- di i.s.

Fornaci: le attività commerciali nel tempo. (parte 1)

L’osteria “La Mora”, aperta in Fornaci Vecchia intorno alla fine del 1700, fu il primo esercizio commerciale del quale si abbia una segnalazione certificata. Altri esercizi furono aperti durante il secolo successivo e inizio 1900. Alcune di queste attività furono avviate da emigranti ritornati al paese natio. Nella parte vecchia del paese, all’inizio del XX secolo era già aperto il Caffè Italico gestito dalla Beppa del Camberino. Lì vi andavano le persone più in vista e benestanti del villaggio. C’era anche la più vecchia rivendita di sale e tabacchi, portata avanti da Celestino Batastini, dove si verificavano ardenti discussioni politiche, e l’Antica bottega del Sargente di Leopoldo Bernardini, detto “Poldo del Sargente”, dove, il vino, si mesceva direttamente dalla botte. Una popolare sartoria era gestita in loco da Giuseppe Motroni, mentre, alla domenica, un certo “Peppone” si recava in Fornaci Vecchia a vendere il gelato di sua produzione. Nell’anno 1920, la maggior parte dei negozi di generi alimentari si trovavano…

- di Ivano Stefani

Lo sviluppo fornacino legato all’emigrazione (Terza e ultima parte)

Riprendiamo dal termine della Grande Guerra e dopo insediamento della “metallurgica” fino ad arrivare ai giorni nostri. Al termine del conflitto, tuttavia, con il ritorno ad una economia di pace, l’occupazione scese vertiginosamente: nel 1917 erano state raggiunte le 2.300 unità, con punte, utilizzando i cosiddetti “giornalieri”, tra le 4 e le 5 mila, ma l’anno dopo gli occupati erano già scesi intorno alle 900 unità, per giungere alle 240 del 1919. I licenziamenti in massa di quel dopo-guerra, tenuto conto anche del contesto socio-economico nazionale, generarono diverse agitazioni sociali. Nel settembre 1920 ci furono degli scioperi che coinvolsero persino gli impiegati dello stabilimento. Purtroppo, per parecchi lavoratori, non potendo essere ricollocati sul territorio, la via dell’emigrazione si prospettò, ancora una volta, quasi come una scelta obbligata. Qualche lavoratore prese quella decisione anche per le persecuzioni fasciste. Durante il seguente anno, nuovo denaro fu investito nella fabbrica e ciò ebbe concrete ripercussioni anche sulla manodopera che, dai 150-180 addetti del…

- di p.g.c.

Il cinematografo visto da chi l’ha vissuto: lezione speciale all’UNITRE

Una grande passione per il cinema è l’elemento scatenante in Graziano Salotti della successiva passione di proiezionista di pellicole cinematografiche, “professione” saltuariamente esercitata con serietà e dedizione nonostante gli impegni del vero lavoro presso la fabbrica di Fornaci di Barga. Una seconda attività nata sin da bambino nel girarsi tra le mani di pellicole recuperate occasionalmente, ricercando il modo di vederle proiettate, cercando e riuscendo anche ad acquistare un piccolo proiettore. Ricercando, come possiamo vedere nel film “Nuovo cinema Paradiso”, d’imparare sempre più, come quel bambino affascinato dal cinema che va dal vecchio proiezionista per meglio capire come si fa a incantare tanti spettatori, cogliere i segreti di quelle macchine che srotolano centinaia di metri d’emozioni. Il tutto poi mettendolo in pratica in saltuari affidamenti di proiezioni con tanto di patentino acquisito nel 1971, che negli ultimi anni della sua esperienza, per oltre dieci anni, divennero stabili proiezioni presso il cinema Puccini della famiglia Lorenzini, fino all’avvento del digitale che…

- di Redazione

Istituto Storico Lucchese di Barga, tesseramento per il 2015

Si apre il tesseramento per l’anno 2015 dell’Istituto Storico Lucchese, sezione di Barga. L’Istituto Storico Lucchese barghigiano da anni è impegnato a tenere viva la memoria e la storia del nostro territorio: una storia che è patrimonio naturale e segno di civiltà della comunità intera. L’anno 2015 in particolare si presenta ricco di eventi e ricorrenze storiche, sia dal punto di vista nazionale che locale (solo per citarne una, il centenario della presenza della SMI a Fornaci di Barga); in questa prospettiva la sezione sta già mettendo in cantiere diverse iniziative: presentazioni di libri, mostre documentarie, conferenze e gite sociali. Per rinnovare od ottenere la tessera ci si potrà rivolgersi direttamente agli addetti dell’Istituto, che saranno disponibili presso la Biblioteca comunale di Barga a Villa Gherardi (via dell’Acquedotto, 18 – Barga), dall’1 al 15 dicembre 2014 e dal 9 al 31 gennaio 2015,nel seguente orario: ogni lunedì ore 16-18 ogni venerdì ore 18-19. La quota associativa annuale è di 20…

- di Piergiuliano Cecchi

Tra storia e leggenda: santa Fennina da Barga, sec. XIV

Diversi anni fa, in visita a Tiglio Alto di Barga, precisamente alla chiesa della SS. Annunziata e annessi, chiedendo a un paesano chi fosse quella figura con le mani giunte conservata sul fondo del corridoio che porta al campanile, così mi fu risposto. Come chi è? Non lo sai? È Santa Fennina! Avevo già sentito quel nome, ma che avesse anche un’immagine mi giunse del tutto nuova.La guardai meglio; gli scattai la presente fotografia, e nel momento mi tornò alla mente la sua storia, che ha del leggendario, e che provo a ricostruire. Correva l’anno 1352 e il territorio di Barga, perché passato nel 1342 definitivamente da Lucca a Firenze, fu sottoposto alle scorribande degli Antelminelli sospinti dai pisani (con mire sulla fortezza di Tiglio) nella figura di Francesco Castracani, che infine pose l’assedio al Castello di Barga.Dalle mura di Barga, in attesa degli aiuti fiorentini, si tenevano sott’occhio le mosse del Castracani tenendo ben lontano le sue milizie. A…

- di Pietro Moscardini

“Nei viaggi dell’Ottocento” di Pietro Moscardini

A partire dal 1996 due storici emiliani, Alberto Cenci e Giuseppe Giovannelli, ambedue appassionati del XIX secolo, più precisamente del periodo preunitario, vanno alla ricerca nell’Archivio di Stato di Modena e nell’archivio comunale di Reggio della documentazione esistente riguardante le notizie dei viaggi fatti in Toscana da personaggi più o meno illustri, sudditi del Duca di Modena. Al termine della ricerca una quindicina di piccoli volumi costituiranno una ricca fonte di simpatiche e utili notizie dell’alta Toscana nella prima metà del XIX secolo. In questo articolo riprendiamo quello che interessa più da vicino il nostro territorio, che troviamo nel volumetto secondo dei “Viaggi geografici” di Prospero Fantuzzi. Un viaggio fatto in Toscana nel 1833 da questo signore che all’epoca era il vicesegretario del comune di Reggio Emilia. I suoi viaggi stavano a metà fra il dovere diplomatico e il gusto più semplice di andare a descrivere e ascoltare le voci delle popolazioni dell’Appennino e del contado, con la scusa finale…

- 1 di Sara Moscardini

“La via del Saltello” di Pietro Moscardini

Quando agli inizi degli anni ’90 del secolo appena trascorso si cominciò a parlare e a voler progettare un’ampia strada asfaltata da Barga al Saltello, questo progetto doveva essere il proseguio dell’ampia carreggiata che da Barga giungeva a Pegnana Alta già nel 1959; opera realizzata con un consistente contributo del Ministero dei Lavori Pubblici dell’epoca. Il tragitto Pegnana Alta – Saltello fu diviso in tre lotti: Pegnana – Renaio, Renaio – Vetricia, Vetricia – Saltello. All’inizio del 1989 era già esistente il progetto Pegnana – Renaio, mentre i rimanenti due erano ancora allo stato larvale. Nello stesso anno partì la realizzazione del tratto Pegnana – Bebbio così come la percorriamo a tutt’oggi. Il resto rimase solo un’idea di progetto. Quello che a noi interessa è però il fatto che nei dialoghi quotidiani di quel periodo e nelle relazioni scritte troviamo per questa strada il comune termine di “strada del Saltello”. Anche oggi, se pensiamo al collegamento fra Barga ed il…

- di Redazione

Da semplice chiesa a pieve: l’evoluzione del Duomo in uno studio di Pier Giiuliano Cecchi

Sappiamo già molto sul Duomo di Barga, ma, data la sua storia millenaria, tanti tasselli ancora sono da sistemare. Ad esempio, sappiamo che già molto prima dell’anno Mille la Pieve di Loppia aveva grande importanza, tanto che, anche Barga, con la sua piccola chiesa, ne dipendeva. Cosa è stato, dunque, che nei secoli, ha ribaltato le sorti delle due chiese e fatto guadagnare splendore e importanza a quello che è diventato il Duomo di Barga?In che modo si è trasformata quella chiesetta sul colle in un magnifico tempio? Quali sono state le vicende storiche che hanno portato a questo progresso?“Il duomo di Barga da semplice chiesa a Pieve”, un opuscolo scritto da Pier Giuliano Cecchi, può offrire alcune risposte, ricostruendo da notizie di archivio e fatti storici consolidati il percorso che – tra dominazioni lucchesi e fiorentine e il forte senso di indipendenza barghigiano – hanno portato una cittadina murata così piccola a costruire, modificare, ampliare, arricchire la propria chiesa…