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Noi, famiglia arcobaleno del comune di Barga
BARGA – Sara Tinacci e Michela Pieroni sono forse la prima famiglia arcobaleno del comune di Barga. una coppia unita civilmente che è riuscita anche a coronare il proprio sogno di veder riconosciuta l’adozione dei figli di una delle due da parte della partner. Un percorso non facile. “La nostra storia parte dal 2015, quando io e Michela ci siamo conosciute –racconta Sara – Avendo già lei una bimba, all’epoca di 9 anni, ha svegliato in me la voglia di diventare mamma, così abbiamo iniziato un percorso lungo ed alla fine siamo volate in una clinica a Marbella con il desiderio di tornare in tre.. Siamo riuscite al primo tentativo, ma tornando in Italia invece di aspettare un bambino ne aspettavamo due. Le emozioni sono state fortissime: tanto spavento ma anche tanta felicità”. Nel 2017, dopo varie complicazioni, sono nati Giorgio e Matteo e da lì è iniziato il percorso di Sara e Michela per divenire una famiglia. Arriva così l’unione…
Invariante strutturale terreni di KME. La decisione del TAR riapre la partita del pirogassificatore
La questione della cosiddetta invariante strutturale di tipo ambientale che fu approvata dal comune nell’aprile 2019, oggetto anche di una delle motivazioni che nei mesi scorsi ha portato la conferenza dei servizi ad esprimere il proprio preavviso di rigetto al progetto del gassificatore e che di fatto poneva un serio veto sulla realizzazione del pirogassificatore non sussiste per il TAR di Firenze. Lo dice, come già reso noto oggi, il tribunale amministrativo regionale, con la sentenza emessa il 22 settembre scorso ed emersa oggi. Una sentenza che di fatto riapre la partita del pirogassificatore; proprio riflettendo su quelli che erano stati i punti che avevano portato la conferenza dei servizi ad esprimere un preavviso di diniego al progetto presentato da KME: l’incompatibilità del progetto in rapporto al criterio escludente di localizzazione definito per Impianti di incenerimento e di co-incenerimento, ovvero la presenza di aree individuate come “invarianti strutturali” a valenza ambientale. La KME un particolare chiedeva al TAR, ed alla…
Chiusura uffici postali: Poste concede pausa sul piano di razionalizzazione
La chiusura degli uffici postali nei piccoli centri non può essere decisa senza tenere nel debito conto le distanze e la fruibilità del servizio e se la chiusura non è ben motivata in rapporto ai disagi arrecati alla popolazione. È quanto scrivono i giudici della sezione del Consiglio di Stato che, con la sentenza n. 1262 depositata l’11 marzo, riconoscono le buone ragioni dei piccoli Comuni che si stanno contrapponendo al piano industriale di Poste Italiane, che dal 13 aprile dovrebbe condurre alla chiusura di 455 uffici e alla riduzione di orario di apertura in altri 608. La sentenza afferma che “Poste non può fare spending review sulle spalle dei piccoli centri, determinando disservizi e disagi soprattutto alla popolazione anziana e a quella priva di strumenti tecnologici”. Per questo motivo, concludono i giudici amministrativi, “le chiusure devono tenere conto della dislocazione degli uffici, con particolare riguardo alle aree rurali e montane, e anche delle conseguenze che la presenza ha sull’utilità…