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Una estiva Barga di cento anni fa
Ciò che proponiamo oggi al lettore è uno spaccato di una Barga Estiva di cento anni fa. Un racconto che pare fatto da un forestiero, da un ospite della stessa Barga, ma a ben vedere forse non è proprio così o meglio, è qualcuno del luogo che si firma con uno pseudonimo: Dick. Nei fatti, parrebbe che un personaggio locale abbia preso le parti di un villeggiante a Barga, nel caso il prof. Nello Martinelli, magari suo amico, che spiegheremo più avanti chi fosse stato, e abbia riportato in bella prosa le impressioni ricevute dal luogo. L’articolo è stato tratto da un numero de La Corsonna del 1919, esattamente il n. 20 dell’ottobre 1919, e il titolo dell’articolo è “Barga”, con l’aggiunta a fianco della dedica, appunto, “Al prof. Nello Martinelli”. Per altro, va detto che spesso su quel giornale appaiono articoli firmati con pseudonimi, come “L’errante” o “Il Vagabondo”, che racconta dei costumi locali, di visioni personali delle cose…
Sognando a mezza estate con il poeta Mario Mazzoni (1898-1940): “Sinfonia floreale”
Il 2 maggio si è offerta l’occasione di vedere e capire come nacque in Mario Mazzoni la poesia “Vecchia Barga”, il canto nostalgico di tutti i barghigiani innamorati della Bella Signora Senza Tempo, precisamente nell’articolo: Come nacque la poesia Vecchia Barga di Mario Mazzoni (1898-1940) Oggi, vedremo invece quale e quanto fosse puro il sentimento che si cullava nel suo cuore a solo ventuno anni, quando, era il 1919, inviò all’allora giornale di Barga La Corsonna un articolo in cui parlava di un suo sogno di mezza estate fatto a occhi aperti: “Sinfonia Floreale”, pubblicato nel n. 14, 27 luglio 1919. Qui immagina un giardino con i fiori intenti a dialogare con le volanti bestiole che si recano a visitarli, racconto che inizia al mattino, quando le magnolie all’alba sbiancano i petali, per finirsi a sera con le lucciole e l’ultimo canto dell’usignolo e nell’ora la luna che cola sul tutto la sua bianca favola. Un sogno di un bambino…
Come nacque la poesia Vecchia Barga di Mario Mazzoni (1898-1940)
Tutti i barghigiani e non solo conoscono la poesia “Vecchia Barga” di Mario Mazzoni, pubblicata nel suo libro “Valleverde”, edito per la prima volta nel 1932, poi nel 1990 a cura del Circolo Cesare Biondi di Barga. Per far capire cosa volle dire per Barga la pubblicazione del libro “Valleverde”, ricorriamo alle parole che il prof. Umberto Sereni ebbe a pronunciare in occasione della presentazione della ristampa in quel 1990: “Valleverde è una pietra miliare, un volume fondamentale per capire l’appartenenza a una civiltà che poneva a suoi valori il bello, il buono, il giusto e riconosceva nell’arte, nella cultura, gli strumenti migliori per l’effettivo progresso del consorzio umano… prima che il sole se ne andasse dietro alle Apuane”. Come detto, all’interno di questo libro troviamo “Vecchia Barga”, poesia che ebbe due versioni, concettualmente uguali e solo diverse in alcuni passaggi, un po’ come oggi usa per certe canzoni che dopo qualche anno, seppur subito riconoscibili, capiamo che in qualcosa…