E’ Natale

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È Natale, non badare, spazzacamino! Ogni bimbo ha un focolare e un balocco vicino…

Le parole di una vecchia canzone ritornano alla mente, nell’avvicinarsi al Natale. La mamma canticchia così, intenta a sfaccendare in cucina: un tocco qua e uno là, a sventolare la brace del fornello, ad attizzare il fuoco, a dare un’occhiata alla pentola, dalla quale esce un inconfondibile profumo di cose buone.

Mancano pochi giorni alla vigilia e, come tradizione, è usanza ritornare al menù di un tempo: cena di magro a base di prodotti della casa; nell’orto ci sono dei bei ciuffi di cavolo nero per i crostini, i fagioli borlotti serviranno per cucinare un buon minestrone insaporito ad arte, ceci, baccalà, gobbo fritto e non mancheranno sulla tavola noci, nocciole, fichi secchi e un buon vino di pistone, custodito in cantina dal nonno; per i più golosi ci sarà anche il castagnaccio e per finire il punch al rhum o al mandarino da offrire agli amici che verranno a trovarci.

Nella grande cucina c’è un’atmosfera gioiosa, alcuni “segni” del Natale abbelliscono e danno colore all’ambiente, sulla mensola del camino sono esposti gli auguri natalizi inviati dai parenti all’estero e in un angolo un alberello di ginepro.  Siamo in tanti, le voci si alternano, si intrecciano con toni diversi; uno zio è giunto dall’America per trascorrere le feste con i parenti, per rivedere la Pania, per risentire il suono delle campane di Barga e per incontrare gli amici di “bisboccia”.

Ha portato in dono una “stecca” di Lucky Strike per i fumatori, gomme da masticare e cioccolata per noi bambini, altri ninnoli come piccoli pensieri; ognuno vuole stargli vicino per ascoltare i suoi racconti, intervallati da qualche espressione particolare in un inglese a modo suo. Risate ed allegre battute rendono la serata ancora più piacevole, ma c’è ancora una sorpresa inaspettata: bussano alla porta, è certamente un amico che viene a fare gli auguri, stupore! Lo zio Alfredo che indossa la divisa militare, entra: ha ottenuto una breve licenza come premio per trascorrere le feste in famiglia. Il nonno scoppia in lacrime e un caloroso applauso, improvvisamente, ci riunisce in un abbraccio. È doloroso ricordare che non ritornò dalla guerra!

Noi ragazzi facciamo parte del quadro familiare, accovacciati vicino al fuoco per scaldarci mani e piedi e, tra uno sbadiglio e l’altro, aspettiamo l’ora di andare a letto.

Fa un freddo pungente, gli spifferi arrivano dalle finestre sconnesse e dalla porta, ma il tepore del camino, l’entusiasmo della compagnia, le bevande alcoliche riscaldano al punto da non sentire i brividi. Il ciocco, ricoperto di pula, cova e scoppietta e, di tanto in tanto, sprigiona lingue di fuoco iridescenti che appaiono e scompaiono, come piccoli fuochi d’artificio e immagini, a volte nitide, a volte sfumate ci regalano un po’ di magia natalizia.

Il motivo della vecchia canzone continua e accompagna ricordi ed emozioni

Quando in ogni paesello l’inverno viene e la neve il suo mantello vi distende pian piano…

Domattina ci alzeremo con la neve” dice il nonno!… Tutti a nanna!

È tardi, è l’ora di salutare l’allegra compagnia e di scambiarci gli auguri di Buone Feste

 

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