Incantesimi

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Quante stanze
svaniscono piano;
dapprima si perde
una porta,
poi si chiude una finestra,
si dimentica il corridoio,
il bagno in fondo a destra
non c’è più,
resta il tinello talvolta
con la tv accesa.
Spariscono gli specchi,
i quadri alle pareti,
i tappeti.
Ho abitato tante case
molte non le ricordo più,
due o tre le abito ancora
quando di notte
so fare i miracoli:
accendere un camino,
sbucciare mandarini,
annusare nell’aria
l’odore del tempo
accorgermi che ha l’odore
delle cose perdute.

Assomiglio a tutti i posti che mi appartengono, rubo pezzetti d’anima di qua e di là. Da sud prendo il disordine, mi piace e non lo so e non lo voglio combattere. Assomiglio al sole che accarezza le campagne di Fagnano nei pomeriggi estivi e sa bruciare anche se va calando, anche se si nasconde. Assomiglio al traffico di Cosenza e Catanzaro, a cui si mescolano carretti di frutta e verdura; assomiglio un poco al mare e un poco al bosco; del mare ho la pretesa dell’orizzonte, del bosco le ombre e le radici contorte dei faggi. Poteva andare meglio, poteva andare peggio.

Di Barga ho i colori del suo centro storico; l’illusione che il mio cielo possa accettare il confine della mia corte; l’attitudine alla preghiera, che al tramonto mi fa un po’ mistica, anche se sono atea.
A Barga i posti che attraggono il mio sguardo non li conto più, mi lascio avvolgere e sedurre. E la spio, ogni volta che posso.
Spingo lo sguardo ovunque io senta la vita farsi più intensa.
Ogni tanto me lo chiedo anch’io perché io mi sia lasciata sedurre da un posto tanto piccolo e a tratti scomodo. Credo sia stato un incantesimo.
La prima casa che ho abitato a Barga si affacciava interamente sul borgo antico.
Barga, per anni, ha incantato il mio sguardo, in posa giorno e notte, con la pioggia e con il sole, non una finestra è mai stata avara di bellezza. Barga ospita la vita che ho costruito con le mie scelte, tutto quello che ho vissuto e vivo qui è in minima parte affidato al caso, a Barga ho imparato a scegliere, decidere, cambiare le carte in tavola e anche a rovesciare il tavolo.
Barga si offre intera alla vista solo se si cerca una prospettiva laterale e così è anche la vita mia a Barga, così sono io.
Vivo nascosta, come voleva l’oracolo, e faccio la rivoluzione a modo mio, guardo solo cose belle e mi illudo che questo possa proteggermi da ogni stortura.

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