BARGA – Stagione teatrale del Teatro dei Differenti 2024-2025. Pronti? Partenza….. Via!!! Quella del Teatro dei Differenti di Barga è stata col botto e con un tutto esaurito tra campagna abbonamenti e biglietti venduti. Se sarà una corsa vincente lo vedremo alla fine, ma i primi 100 metri visti il 1° novembre scorso, sono stati entusiasmanti. Dopo il saluto di Flavio Guidi dell’Ufficio Cultura ed il saluto istituzionale di Sergio Suffredini a rappresentare l’Amministrazione Comunale, a rompere il ghiaccio ė stato Giovanni Scifoni. Classe 1976, anche se la sua, di classe, va ben oltre la data di nascita.
Attore, drammaturgo, musicista, scrittore, fumettista e personaggio televisivo. In quest’ultimo ruolo ultimamente siamo abituati a vederlo accanto al bel Doc Argentero, ma quello che Scifoni sta portando in teatro mette decisamente in mostra tutte le sue qualità… e sono tante. Arriva infatti a Barga con “FRA’- San Francesco, la superstar del Medioevo”, come dice lo stesso Scifoni, il santo più rappresentato sia in opere cinematografiche, che teatrali e letterarie. Ci dice quasi subito in scena: “cosa posso raccontare io di diverso che già non sappiate, questo santo è rappresentato ovunque e da chiunque!” Ci ricorda Zeffirelli e tanti altri e subito la mente dello spettatore va anch’essa a pensare “va bene, in effetti lo conosciamo bene anche noi!”
Eppure fin dall’inizio Scifoni si muove con destrezza come un giullare, accompagnato da musici strepitosi, Luciano di Giandomenico, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli, vestiti anche loro da frati e che ci incantano con strumenti antichi, lasciatemi aggiungere, bellissimi anche da vedersi.
Dal linguaggio in versi medievali al racconto in romanesco dei giorni nostri, in mezzo ad una scenografia scarna, ma essenziale,, l’attore ripercorre la vita del santo fino alla sua morte, ironizzando anche, tra un passaggio e l’altro, su personaggi famosi del nostro tempo.
Insomma, quest’uomo, con una voce profonda e con dei bassi strepitosi, recita, canta e balla accompagnandoci per quasi due ore e lasciandoci a bocca aperta. Per non farci mancare nulla si mette anche a disegnare, durante i suoi racconti, su una grande parete: quello che appare ė il viso di Cristo, che con qualche piccolo aggiustamento, diventa presto il volto del poverello di Assisi. Cosa altro dire se non che, quasi alla fine, quando strappa l’immenso foglio, siamo talmente presi che si sente in teatro un mormorio di dispiacere.
Grazie a questo spettacolo ci siamo ricordati ancora una volta della grandezza di questo Santo che, non a caso, ė il Patrono d’Italia, ma che sul palco diventa, grazie alla bravura dell’attore che lo rappresenta, un’immagine cattolica Pop!
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