BARGA – “Per riconoscere il giusto merito a chi dall’interno della nostra comunità si è impegnato per essa con puro spirito di volontariato, non chiedendo niente in cambio e donando quello che sa e può come nella famosa poesia di Gianni Rodari che all’avara formica preferisce la cicala perché il suo bel canto non lo vende ma lo regala, insieme a un bel gruppo di barghigiani di buona volontà noi di Progetto Comune abbiamo ritenuto opportuno istituire e consegnare un nostro “attestato di benemerenza per spirito di servizio nei confronti della comunità barghigiana”.”
Così il gruppo consiliare Progetto Comune annuncia la consegna del premio “San Rocco d’oro” a Emilio Lammari. Il tutto è avvenuto stamattina, quando una delegazione del gruppo consiliare ha provveduto a recare il riconoscimento dedicato al suo grande impegno e al suo lavoro volontario per Barga e i barghigiani.
Non casuali la scelta della data per la consegna: il 16 agosto, il giorno fi San Rocco, nome e una ricorrenza significativi per Barga.
“Perché San Rocco? – spiega il gruppo – Perché la sua biografia è una storia di impegno disinteressato a favore degli altri; perché pur di non compromettersi con un potere di cui non riconosceva l’autorità ha evitato di sfruttare la propria parentela con il governatore a costo della sua stessa vita; perché a Barga il culto di San Rocco è vivo sia per la tradizione religiosa che per quella popolare: San Rocco è infatti da sempre una delle feste più sentite dai barghigiani, se non la più sentita”.
La motivazione del premio a Lammari è la seguente:
“Per l’amore, la passione, la cura e lo scrupolo
con cui ricerca, conserva e fa rivivere
le memorie, le storie e la saggezza
dei nostri luoghi e della nostra gente:
dalle cave medicee del diaspro
ai proverbi della civiltà contadina.E per la generosità con cui condivide
ogni sua scoperta con tutta la comunità:
non cercando premi o riconoscimenti,
ma nel più puro spirito del dono.“
“Emilio – scrive poi Progetto Comune – si spende da anni per la salvaguardia della nostra storia quotidiana: dai mulini ad acqua ai proverbi della civiltà contadina. Una quotidianità che comunque a volte incrocia anche la storia dei grandi, come nel caso delle cave medicee del diaspro o del porto utilizzato sul nostro territorio dalla marina del Granducato di Toscana.
Scoperte e riscoperte che si devono appunto all’impegno costante e disinteressato di Emilio Lammari che ha regalato tempo, energie e risorse a tutti noi per dar vita a queste memorie sotto forma di libri, pannelli illustrativi disseminati sul territorio o, per i più fortunati che lo conoscono da vicino, appassionanti e divertenti racconti narrati dalla voce dello stesso Emilio.
Il tutto – ci si permetta la battuta – senza santi in paradiso: per tutte queste iniziative, Emilio ha potuto contare soltanto sulla sua passione, sulle sue capacità e sull’aiuto di volta in volta fornito da istituzioni, associazioni o singoli volontari che hanno deciso di dare una mano per quello che potevano o volevano, coinvolti dal valore storico e culturale delle proposte di Emilio, ma anche e soprattutto dalla sua carica umana e dalla sua generosità nel condividere ogni sua nuova ricerca e scoperta”.
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