La gazzarra dei mascoli di San Rocco in Turrite

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SAN ROCCO IN TURRITE – 16 Agosto, Festa di San Rocco, a San Rocco in Turrite, uno sperduto paesino nelle Apuane, dove prende male anche il cellulare (per fortuna).

È uno dei pochissimi paesi del Mediterraneo dove permane la tradizione della “Gazzarra dei Mascoli”.

Questa tradizione rimane in vita grazie al tenace e inossidabile culto della memoria di persone fortemente radicate nel territorio.

Queste persone gestiscono il “parco dei mascoli”, garantendo uno spettacolo pirotecnico a terra esclusivamente fatto di scoppi rapidi e ripetuti in crescente progressione fino ad arrivare ad alcuni mascoli più grandi (cannoni), che producono un botto più forte e segnano la fine della “gazzarra”.

I “mascoli” sono dei piccoli mortai, originariamente fusi in ghisa. Oggi, per una questione di sicurezza, sono prodotti in acciaio, molto più resistente; vengono riempiti di polvere nera pressata e collegati tra loro da una lunga miccia aperta di polverino che comunica il fuoco attraverso un forellino alla base del mascolo detto “agguccino”.

Per assicurare la continuità del fuoco, da pochi anni, si usa inserire una piccola miccia pressata nell’agguccino, che fuoriuscendo e toccando il polverino steso in terra, garantisce la massima certezza della continuità della catena incendiaria.

Originariamente i mascoli erano donati alla parrocchia dalle famiglie del paese per ringraziamento e portavano alla base le iniziali della famiglia donatrice; costituivano una “dotazione” importante che man mano si incrementava. In genere venivano conservati alla base del campanile, e testimoniavano la maggior o minore dedizione di quel paese rispetto ad un altro vicino, determinata dalla lunghezza della gazzarra, e quindi al numero dei mascoli caricati… Purtroppo la Seconda Guerra ha portato via tutto il materiale ferroso necessario per gli eventi bellici, ma i mascoli di San Rocco in Turrite si sono salvati, e addirittura il comando tedesco della zona, nell’agosto del 1944, autorizzò la sparata, nonostante l’approssimarsi della linea di confrontazione tra i due schieramenti nemici!

La tradizione è documentata già dal 1678 come si legge nel libro delle spese di chiesa: “spese polvere per fare gazzarra L .10 “.

Questa tradizione è tutt’oggi in uso ancora in alcuni paesi tra i quali Recco, Rapallo, Pieve di Camaiore e in alcuni paesi della Spagna.

I mascoli vengono caricati al mattino da un gruppo di appassionati, tutti muniti di licenza di pirotecnico, utilizzando un apposito “misurino” che permette di determinare rapidamente la quantità massima di polvere nera da inserire. Si usano strumenti in legno e in metallo antiscintilla. La polvere viene poi delicatamente compressa con due colpi e “intasata” utilizzando o farina o polverino semplice per evitare schegge.

Quando tutti i mascoli sono caricati, vengono distesi in una ben precisa sequenza che parte con un’unica fila per terminare poi con una serie di mascoli affiancati a rappresentare la “gazzarra”.

Qui da noi la Polvere Nera viene acquistata esclusivamente dalla ditta “Lazzeri esplosivi” di Pontestazzemese, che provvede al trasporto in sicurezza al mattino della festa consegnando il quantitativo richiesto direttamente nelle mani dei pirotecnici sul posto prescelto.

Per la gazzarra di San Rocco in Turrite hanno provveduto alle operazioni di caricamento (3.000 mascoli!) e alla successiva sparata i pirotecnici della Pieve di Camaiore, che si spostano vicendevolmente tra i due paesi per aiutarsi a non perdere questa bella tradizione. Alla Pieve di Camaiore la tradizione della “gazzarra dei mascoli” si svolge verso al fine del mese di maggio, per la festa di sant’Eustachio.

il Sindaco di Pescaglia Dott. Andrea Bonfanti che dà il via alla “gazzarra”

I mascoli vengono fatti scoppiare uno di seguito all’altro, in una precisa tempistica legata alla processione del Santo Patrono, San Rocco in questo caso; l’inizio è segnato dal “bacio delle croci”, l’incontro di una doppia processione delle due comunità di Pescaglia e di San Rocco in Turrite che avviene poco fuori la chiesina del paese, e che segna il gemellaggio tra le due comunità.

Quest’anno il Sindaco di Pescaglia, Dott. Andrea Bonfanti ha provveduto a dare il via, e quindi ad “incendiare” l’inizio della “sparata”, con il “bettone”, un lungo arbusto incendiato; il bettone serve poi al “fochino” anche per “ripristinare” la continuità della gazzarra in caso di interruzione. La lunga fila dei mascoli termina davanti al piazzale della chiesa con un forte strepitio ravvicinato di scoppi, che vogliono rafforzare l’elevazione verso il cielo delle preghiere.

Contemporaneamente altri paesani in cappa bianca provvedono a trasportare a spalla in processione la (pesantissima) statua del Patrono San Rocco.

l’incontro delle due processioni e il “bacio delle croci”
San Rocco a spalla

La “gazzarra dei mascoli” è un’antica tradizione che ha precisi significati ancestrali, rito tra il pagano e il cristiano, lotta tra la luce e le tenebre, la gestione umana del fuoco distruggitore, della polvere del diavolo, la polvere nera.

Sono molto orgoglioso di aver contribuito, quando ero in servizio, ad autorizzare la continuità di questa bella tradizione delle nostre terre.

Ringrazio per le foto Franco Alfieri.

Vittorio Lino Biondi

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