Un rito che si rinnova da secoli e che oggi appare più vivo che mai. A rafforzarlo c’è anche la gazzara, usanza che risale al 1500 e che consiste nello scoppio di migliaia di
Le croci che si incontrano e si baciano; proprio nel luogo dove si pensa che San Rocco possa aver visto per la prima volta questa valle e quindi con la sua presenza l’abbia protetta dalla pestilenza. Valle che ancora oggi ospita una bellissima chiesa dedicata al santo di Montpellier, molto venerato in Italia, in particolare nella nostra provincia.
Un rito che si rinnova da secoli e che ancora oggi è più vivo che mai. Il 16 agosto, fin dalle prime ore del mattino, arrivano in questo luogo fedeli, e non per trascorrere l’intera giornata al fresco, ma per partecipare alle numerose celebrazioni religiose della giornata. La più spettacolare è senza dubbio la processione che si forma dopo la prima messa, nei presso dalla chiesa lungo la strada mulattiera che porta verso Pescaglia. Qui si consuma l’incontro con il corteo religioso che arriva proprio da Pescaglia, e quando i due cortei si incontrano si celebra il bacio delle croci. Questo gesto si trasforma in un abbraccio fraterno anche tra le due comunità, divise solo dal crinale ma che oggi fanno parte dello stesso comune: Pescaglia.
A rinforzare questo rito c’è poi la gazzara. In questi ultimi anni è il sindaco che dà il via allo scoppio di alcune migliaia di mortaretti; usanza che risale al 1500. Nel secolo scorso, nel 1944, in pieno conflitto mondiale, anche le autorità tedesche autorizzarono l’uso dei mortaretti per il giorno di San Rocco, a conferma del forte attaccamento degli abitanti di San Rocco in Turrite a questa ricorrenza.
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