Zootecnica in montagna, Università e Gal insieme per il futuro dell’allevamento

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CASTELNUOVO – Riportare gli allevamenti in montagna è la sfida che Università di Pisa e Gal Montagnappenninohanno intrapreso con la prima giornata della Summer School che si è tenuta alla Fortezza di Montalfonso. Un “living lab” che ha unito istituzioni, Università di Pisa, operatori del settore e studenti da tutto il mondo per capire come la zootecnia di montagna possa rappresentare un futuro sostenibile sotto il profilo sia economico che ambientale. “Non abbiamo altra possibilità – spiega il professor Francesco Di Iacovo – in pianura non avremo più acqua e il clima ci opporrà condizioni troppo severe, così come il mercato farà per gli approvvigionamenti. In montagna ci sono le risorse per allevare e produrre beni e benessere per gli animali e le persone creando un legame fra ambiente sano, animali sani e persone sane”. Attualmente l’85% della produzione zootecnica italiana è concentrata in Pianura Padana con contraddizioni e rischi crescenti per gli stessi approvvigionamenti nazionali. Il Gal Montagnappennino in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinariedell’Università di Pisa, con il progetto PNRR-AGRITECH e con EU-Erasmus+ International Master on Rural Development, hanno deciso di affrontare, con gli allevatori, gli operatori tecnici e istituzionali una riflessione operativa per progettare percorsi tecnici, organizzativi e istituzionali, capaci di riportare in quotale attività di produzione animale. “Il Gal deve guardare al territorio anche oltre le competenze classiche – spiega la presidente Marina Lauri – per questo abbiamo deciso di finanziare un dottorato di ricerca per riportare la zootecnia in montagna che studierà strumenti nuovi per riportare gli allevamenti dove erano prima con benefici evidenti per tutto il tessuto umano e sociale del territorio, è una sfida che vogliamo vincere”.  “La perdita degli allevamenti è stato un impoverimento del territorio – commenta il direttore del Gal, Stefano Stranieri – sono pratiche che hanno costruito tradizioni e forgiato il paesaggio, il nostro impegno nello sviluppo rurale non poteva prescindere da questo aspetto”.

 

Hanno dato adesione e partecipazione: Regione Toscana, Unione Comuni Garfagnana, il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, gli allevatori del territorio, le organizzazioni CIA e Coldiretti, l’associazione Regionale Allevatori della Toscana, Consorzio Dream coordinatore progetto SheepBio, i coordinatori del progetto ApeToe l’Associazione Allevatori Razza Bovina Garfagnina, i servizi veterinari del territorio

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