Andata e ritorno

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Lenta, lentissima, pigra, con i pensieri in disordine riordino le stanze che sto per lasciare e penso a come sono stata da Settembre a oggi in questo emisfero, perché fra la mia vita qui e la mia parentesi calabrese c’è una distanza enorme, o così pare a me, e mi preparo ad osservare le cose, come se andassi dall’altra parte del mondo. Cambia tutto: la pelle, gli occhi, le stanze, i paesaggi, i pensieri, i ricordi. E ogni viaggio e ogni parentesi fanno di me una bambina e una strega, sempre uguale a se stessa eppure più viva, più nitida, sempre meno sfocata nelle intenzioni e nei desideri.

Devo ancora imparare a non macchiare lo spazio bianco che separa le cose. Devo ancora imparare che il futuro è già in cammino da un pezzo, mi conviene rallentare il passo, starmene adagio nel mio spazio bianco.
E per me lo spazio bianco è nel ritorno.
Cosa troverò in Calabria? Vento, voci, amori eterni. Nostalgia, languore, rabbia. Case abbandonate, polvere, vetri rotti. Fichi d’india, cielo che abbraccia, mare. Gabbiani, muri scrostati, ricordi. Libri, musica, pigrizia. Gioie incompiute. Le foto dei morti, l’amore che non muore. Gracidio di rane. Frinire di cicale e infine anche il desiderio di tornare qui, in questo frammento di poesia che sa essere Barga per me.

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