San Giovanni

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Nelle culture antiche il solstizio d’estate, giorno del massimo irraggiamento solare, veniva celebrato con vari rituali di fertilità, fuoco e purificazione.

La Chiesa, per mitigarne il carattere pagano, decise di dedicare questa ricorrenza a San Giovanni Battista, che divenne il santo patrono del giorno in cui, a sei mesi giusti dopo il Natale, il sole inizia impercettibilmente a declinare.
La nonna Anita, barghigiana DOC come ormai saprete, oltre a essere dotata di una fine e simpatica arguzia, era depositaria di una miriade di proverbi che in ogni occasione calava dall’alto come sentenze inappellabili.
Ricordo che un giorno, dopo una delle sue solite esternazioni, le chiesi:
«O nonna, ma si po’ sape’ n’dove li tieni tutti questi proverbi che dici sempre?»
E lei, strizzandomi un occhio:
«C’ho un cassettino segreto in camera mia…»
Alla prima occasione m’introdussi di nascosto nella sua stanza per cercare questo cassettino pieno di saggezza ma, d’un tratto, lei aprì la porta e non fu contenta di trovarmi in mezzo a tutto il trasando che avevo fatto…
Ascoltata la mia spiegazione, si sciolse in uno dei suoi teneri sorrisi e la sera, durante la cena, il suo racconto della mia ingenua incursione strappò risate spensierate ai miei genitori.
Insomma, figuriamoci se la nonna Anita non aveva un paio di proverbi anche per San Giovanni!
Il primo è il notissimo:
“San Giovanni manda il freddo secondo i panni”
che sta a significare che la Provvidenza, per mezzo e intercessione di questo Santo, sottopone ciascuno di noi solo a prove che può sostenere.
Accompagnato da un abbraccio o battendo una mano sulla spalla, serviva per accendere un po’ di speranza nei momenti di sconforto, come a dire «Ora ti sembra impossibile ma ce la puoi fare!»
È un proverbio “buono” che ancora oggi ci fa capire l’importanza della solidarietà e della fiducia in noi stessi anche nelle ore più buie.
Ma il secondo proverbio:
“San Giovanni un vole inganni!”
è quello che ricordo con più piacere perché tra noi ragazzi era popolarissimo.
Quante volte giocando a palline, o a qualsiasi altro gioco che ci vedeva in competizione tra noi, l’abbiamo detto!
Quando avevamo il sospetto che qualcuno avesse barato lo costringevamo a ripetere l’azione davanti a tutti, e se non riusciva a ripetere il risultato di prima, scattava subito il “San Giovanni un vole inganni!!!” pieno di rivalsa e di scherno nei confronti del colpevole beccato in fragrante.
Insomma, San Giovanni era il garante assoluto e insindacabile della regolarità dei nostri giochi e lo chiamavamo in causa talmente tante volte che le orecchie gli dovevano fischiare di continuo…
ma, d’altra parte, i santi sono famosi anche per la loro pazienza no?
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Non essendo esperto di acque benedette, pozioni miracolose e riti magici al chiaro di luna, questo è il mio piccolo e un po’ ritardatario contributo al culto di questo Santo che giganteggia nella storia della chiesa cristiana.

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