La statua e il piccione

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Di recente ho visto una simpatica foto di Loriana Cassettari che ritraeva un piccione posato sulla testa della statua del nostro illustre concittadino, sui bastioni del piazzale del Fosso, a Barga.
Questo mi ha fatto ripensare che, tempo fa, una scena simile la catturai al volo col telefonino.
Quasi non volendo m’è venuta questa cosetta in versi che anche solo chiamare poesiola sarebbe sacrilego.

LA STATUA E IL PICCIONE

“Non ne posso più di te!” ringhiò la statua
“E di chi della testa mia s’infatua.
Io fui un grande personaggio!
Alto era il mio lignaggio!
Insomma, sono un che fe’ la storia!”
“Eeeh… ma quanta boria!
Son solo un uccello, un animale,
non so neanche leggere il giornale…
Come fò a saper chi fosti tu
nel lontan tempo che fu?
Scusa se ho fermato qui il mio volo
perché tu ti sentissi meno solo!”
La statua, allora, abbassò la cresta
e accettò il piccione sulla testa
e disse “Grazie della compagnia
Resta qui, non volar via.
Poiché grandi fummo e carichi di gloria
vollero perpetuare la memoria
delle nostre gesta nel futuro
(un degno intento di sicuro),
così ci miser nelle piazze
alla mercè di uccelli di tutte le razze…
e, davvero, il mio riposo
lo pensavo un po’ più decoroso.
Ma tant’è, che ci vuoi fare?
Lo dobbiamo sopportare.
Torna quando vuoi, caro pennuto,
per un’altra chiacchierata.
E con questo ti saluto
ché la strofa è terminata”.

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