SCHIOCCARE: Produrre un rumore secco e vibrante, simile a una piccola, rapida esplosionees. “il colpo schioccò nel buio”
Questo, più o meno, è quello che si trova in ogni vocabolario alla voce relativa al verbo in questione.
Che, poi, “schioccare” dalle nostre parti spesso si pronuncia “stioccare”, perché il “ch” si sostituisce con la “t” con evidenti vantaggi di immediatezza e velocità, perché vuoi mettere come arriva più secco e sonoro uno “stiaffo” rispetto a uno schiaffo normale?
Tutto questo preambolo per dire che stamattina, mentre come al solito mi facevo la barba, m’è tornato in mente un episodio successo quando ero in terza media.
Avevo questa professoressa di disegno, una tracagnotta scura di pelle e di capelli che per questo motivo, e anche perché era sempre nervosa, chiamavamo “Tappo Sparaveloce” dal nome di un burbero personaggio dei cartoni animati.
Capisco che partire dalla Versilia per venire a insegnare quassù, a ragazzi che molte volte scambiavano l’ora di Educazione Artistica per una chiassosa ricreazione, non fosse il massimo della vita ma non per questo doveva sempre essere intrattabile anche con chi non ne aveva colpa.
Fatto sta che una mattina mi chiese di portarle alla cattedra un voluminoso libro sulla storia dell’arte.
Obbedii subito ma, siccome i minuti passavano, il libro era pesantissimo, il piano era tutto occupato da altre sue cianfrusaglie e lei non mi degnava di uno sguardo, sbuffando, le dissi:
«E ora n’dove lo STIOCCO?!»
Un l’avessi mai detto!
Saltò su come una molla, urlandomi:
«Ignorante e zoticone come tutti i garfagnini! Neanche parlare sapete!»
Al che io, che venivo dalle Case Operaie (e ho detto tutto…), replicai subito:
«Zoticona sarai te! E se voi anche du’ STIAFFI nel muso sei sulla strada bona!…»
Due minuti dopo ero nell’ufficio del preside, scortato da due bidelli come un pericoloso delinquente, a beccarmi una minaccia di sospensione poi commutata in una nota sul diario da far firmare a entrambi i genitori che sarebbero presto stati convocati a scuola per “discutere dell’episodio”.
Mi piacerebbe dire che fu l’unica volta che presi una punizione del genere ma, per la verità, le pagine del mio Diario Vitt ne hanno ospitate a ripetizione, specialmente grazie a una certa professoressa di lettere (nomi un se ne fanno) che, anche se non mi lesinava i bei voti che meritavo, non riusciva proprio a lasciarmi in pace, divertendosi a punzecchiarmi di continuo.
Comunque, tra le tante note che il mi babbo ha dovuto firmare, quella presa grazie a “Tappo Sparaveloce” fu l’unica che gli strappò un sorriso divertito e un
«L’avrei fatto anch’io!!!»
Detto a mezza voce per non farsi sentire dalla mi mamma.
Vania
30 Maggio 2024 alle 13:44
Simpaticissimo episodio che mi riporta a ricordi ‘scolastici’
Bravo Daniele come sempre !!