BARGA – Non un sabato qualunque quello vissuto a Barga in questo 25 maggio, dove il solito scorrere della vita del giorni prefestivi e di mercato, con la gente in giro per gli acquisti, non è riuscito a rendere meno greve l’atmosfera cupa, con i volti tristi e con il dolore delle tantissime persone che hanno preso parte alle esequie di Nicola Corti, l’operaio barghigiano di 50 anni, rimasto vittima di un incidente sul lavoro avvenuto il 15 maggio scorso nel reparto Laminatoio di KME Fornaci.
I funerali si sono svolti all’esterno della chiesa del Sacro Cuore, scelta dettata dalla previsione di un notevole afflusso di persone, di gente di Barga, di amici, di colleghi di lavoro, di sindacalisti e di dirigenti della fabbrica di Fornaci che in effetti sono giunti numerosi. Silenziosi e commossi per prendere parte all’ultimo saluto di Nicola. Rinchiuso in quella bara sormontata da rose rosse, dalla sciarpa e dai palloncini bianchi e azzurri in ricordo della sua fede calcistica per la Lazio.
Della “Metallurgica” c’era il presidente del gruppo KME Vincenzo Manes, la vicepresidente Diva Moriani, il Direttore Generale Operativo per Sud Europa e Centri Servizi, Michele Manfredi, il direttore della stabilimento Manuele Fanucci. Con l’oro anche l’ex direttore per tanti anni, Vincenzo Autelitano.
Nutrita anche la presenza dei sindacalisti di UILM, FIOM e FIM, con anche il coordinatore nazionale per il Gruppo KME per UILM, Giacomo Saisi, in omaggio alla lunga militanza di Nicola nel sindacato.
C’era la sindaca del comune di Barga Caterina Campani, ma soprattutto c’erano i tanti amici barghigiani di Nicola che si sono ritrovati insieme, affranti dal grande dolore per la sua perdita. Si sono stretti tutti attorno alla moglie Rachele, alla bimba Giorgia, alla mamma Antonia che non sono volute mancare e che hanno abbracciato tutti con un sorriso.
“Costantemente veniamo raggiunti dalle notizie continue di morti di lavoro che però stavolta ci hanno toccato da vicino, nel profondo – ha detto son Stefano Serafini nell’omelia -. I fatti accaduti a Nicola ci ricordano oggi che ogni lavoratore è soggetto a tutto questo. Vive la fragilità di un mondo del lavoro dove purtroppo è facile morire. La tragedia di Nicola ci fa capire che tutti noi siamo sconfitti di fronte a queste situazioni.
Oggi è difficile trovare le parole giuste per lenire quello che stiamo vivendo, ma è importante che qui ci sia tutto il mondo di Nicola per condividere il dolore della sua famiglia e stringersi ad essa”
Conclusa la funzione, un lungo applauso ha salutato Nicola e mentre le lacrime di amici, colleghi, autorità si mescolavano nell’abbraccio con quelle della famiglia, le note di Sing it back di Moloko, brano a cui era molto affezionato, hanno fatto da sottofondo al commiato da Nicola che poi è stato tumulato nel cimitero cittadino di Sigliari, tra Barga e San Pietro in Campo.
Uno striscione lungo la strada riportava la scritta “Ciao Leader”. Scritto dagli amici che con lui negli anni ’80 avevano condiviso la passione per la musica sfociata in due gruppi musicali barghigiani dell’epoca e che così lo chiamavano. Dunque ciao Leader, Ciao Nicola…
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