Con la coda dell’occhio

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Ci sono posti che spio, li guardo con la coda dell’occhio e mi sembrano bellissimi.
A Barga, poco sotto il Duomo c’è una chiesina che mi incanta per la semplicità che la abita.
Per pigrizia, non so dirvi che chiesa sia, non ricordo mai il nome (è la chiesa di San Felice ndr) e non mi soffermo a capire a quale secolo appartenga o se al suo interno conservi qualcosa di particolare.

Per me la bellezza di questa chiesa è tutta nel pavimento, nella semplice disposizione a scacchiera di semplici mattonelle bianche e nere. È spesso aperta e io mi lascio rapire dalla prepotenza con cui il sole fa il suo ingresso in uno spazio così minuto e lo frazioni.
È un minuscolo frammento di un disegno che nasconde segreti. Barga mi fa pensare ai quadri di Escher, non c’è mai niente di piatto, va percorsa con lo sguardo e con i piedi su e giù, senza stancarsi di spiarla, sia pur così, frettolosamente e con la coda dell’occhio.

 

Commenti

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  1. Pier Giuliano Cecchi


    Pier Giuliano Cecchi
    Veramente un bel tocco, direi, di poesia.
    Bello ancora l’accostamento al pittore Escher, costruttore di favolose, improbabili ricostruzioni.
    L’immagine della foto in bianco e nero ce lo avvicina ma estenderei l’idea a un tutto di Barga antica che si vede e si può veder muovere come in un quadro di Escher, dove il visivo e l’immaginato si potrebbero unire in scale che salgono e scendono, palazzo e casa minuta, spazi improvvisi che il tempo “cattivo”, l’usura delle cose, terremoti e guerra, hanno creato.
    La chiesa di San Felice in questione risale ai primi anni ’30 del Seicento. Tempi di celebre peste di Milano e ricorda San Felice Cappuccino da Cantalice, che a Roma conobbe San Filippo Neri, con cui spesso scherzava circa il loro apostolato tra la gente.
    Morti entrambi, negli stessi anni, il loro culto giunse a Barga, l’allora Beato Felice con la costruzione della chiesa in suo nome, San Filippo con l’accoglienza di una sua reliquia nel Duomo dentro il suo busto scolpito nel legno da un artista romano e un quadro ancora visibile nel Duomo.
    Potremmo dire che dopo Roma, idealmente, i due si ritrovassero a Barga.
    Concludo con un grazie all’Autrice del poetico flash sull’oratorio curato dalla Misericordia di Barga di cui il sottoscritto è, pro tempore, il suo vice governatore.

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