Storia del Teatro dei Differenti: fulcro della rinascita di Barga. (30)

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Siamo tornati indietro di due anni al 1967 ed eccoci a parlare, a dire qualcosa di Opera Barga. Qualcosa? Ci sarebbe da scrivere un altro libro, oltre a questa storia che stiamo attuando sul Teatro dei Differenti sperando si arrivi alla stampa tipografica. Una storia di Opera Barga per la straordinaria importanza culturale dell’iniziativa, che da due anni si è fermata, ma speriamo possa riprendere, considerevole ancheper ciò che ha voluto dire per l’economia turistica di Barga ma soprattutto per il futuro del Teatro dei Differenti, che riprese uno slancio incredibile e neppure pensabile sino allora, i cui benefici si faranno sentire nel tempo e saranno forieri di attenzioni formidabili sino al totale restauro, quando la proprietà divenne pubblica. A questo punto crediamo sia più che opportuno, anzi, inderogabilmente, occorre dire delle cose, spiegare a chi sorse la bella idea di fare del Teatro il centro attivo di Opera Barga per lamusica lirica e insegnamento del bel canto, con propensioni alla musica da camera e, diremo, anche di quella più moderna.

Ciò che si è detto ora, non è una positiva osservazione nata nel momento in cui noi ci stiamo accingendo a spiegare la genesi e poi l’evolversi dell’idea di costituire a Barga un centro di musica. No, non ci comportiamo come chi trae delle conclusioni consuntive a posteriori, perché lo scrivente le ha vissute, come cittadino e come attento cultore della nuova idea che di Barga ne fece, specialmente nei primi anni di vita, uno dei centri più importanti in Italia con volute propensioni internazionali, per il giovanile studio, appunto, dell’opera lirica, del canto e la musica in genere.  

Allora basta fare ricorso alla memoria e vedere cosa esce da questo tornare indietro di oltre mezzo secolo, che cercheremo di accennarvi il più brevemente possibile. Intanto, occorre tuffarci un poco nella Barga di allora, con il Teatro che poche volte l’anno si apriva al pubblico tirando su una saracinesca, con quei ritmi che in precedenza abbiamo cercato di spiegare, non che fossero tutti quelli raccontati ma in buona sintesi pressappoco ci siamo. Comunque sono anni, parliamo dei mesi d’estate, che scivolano via tra una musica da ballo che si ode nelle sere del sabato, anche la domenica, proveniente giù dal Giardino, la parte nuova di Barga, poi ecco arrivare Opera Barga, quasi come un carrozzone di bella gente che scuote tutti, suscitando una generale allegria e compiacenza.

Prima di Opera Barga, le occasioni, di udire musica un poco più elevata, avvenivano quando la nostra banda faceva i suoi pubblici servizi o accompagnava, si fa un esempio, i “muletti” che dal Fosso, con carri infiorati e ragazzi e ragazze vestiti secondo il folclore locale, tutti vanno, tra due ali di gente, al suono di musichette, marce e facili brani operistici, al campo sportivo di via della Crocetta. Accompagnano gli sfidanti alla corsa con i testardi animali, dove in groppa sono già saliti i fantini che a volte sono“fantoni” e loro, i fidi muli, quando poi corrono, par che ancor di più, prima che sempre, già scocciati a loro modo per natura, ora lo siano ancor di più, anche per le continue frustate sui fianchi emaggiormente si ribellano, improvvisamente fermandosi ad assaggiare l’erba dei cespugli ai bordi del campo da giocodivenuto un ippodromo? No, un “mulometro”!

Sono gli anni che il Cinema Roma di Barga attira moltissimagente, specialmente la sera, annunciando l’apertura della sala con le canzoni in voga, come “A chi”, “Parole” e così dicendo. La Rai TV c’è ma è poca roba, in bianco e nero, e richiama nei pomeriggi i bimbi a casa o al Caffè per vedere la TV dei Ragazzi, quando finiscono i divertenti spettacoli che possono chiudersi con i cartoni animati del Gatto Felix ecco che dopo arriva il maestro Manzi. Questi è presentato da una scritta “Non è mai troppo tardi” iniziando a ripetere a quei bimbi quello che nelle mattine d’inverno hanno sentito a scuola ed ecco che inizia un generale:fuggi te o scappo io, con un gran rumore di seggiole e la tv si spenge, e per le vie si odono sciamare felici.

Più tardi riparte la TV con l’atteso telegiornale e dopo qualche tribuna politica, poi un film che non farà più cassetta al cinema equalche sceneggiato a puntate, mentre il sabato ci sarà uno spettacolo tra canti, balli e qualche raro e molto ricercato comico. Tutti gli spettacoli della TV, ogni volta si aprono al pomeriggio quando il monoscopio fisso sul video, che prima mandava musica da ascolto, ora ha lasciato spazio a una caratteristica antenna che passa sullo stesso video dall’alto in basso, come stesse entrando in casa; è questo il segnale dell’inizio dei programmi. Scivola sullo schermo al suono della gloriosa musica finale dell’operaGuglielmo Tell di Rossini, mentre a tarda sera quella stessa antenna risale come a uscire dal tetto. Questa volta l’antenna èaccompagnata dal suono di una spaziale tromba, un leggero, ritmato ma strano e misterico squillare, preso da una composizione detta “L’Aria di Saturno” di Roberto Lupi, scanditopiù volte che par voglia richiamare il nonno dal sonno per dirgli: sveglia, andiamo che è l’ora del letto che ti fa buono e sogna Saturno, se poi ci porti anche Bacco, dormi meglio. Invece i bimbi sono già sotto le coperte, ci sono andati col babbo tornato da pocodal Caffè, però solo dopo il Carosello e alla bonaria minaccia della mamma: su bimbi a letto che arrivano i pisani.

In questo tranquillo vivere tra una passeggiata estiva a veder sul Fosso le macchinine che sono arrivate e con loro, anche i giochi che allietano tutti, nel 1967 si è aggiunto un qualcosa che come una magia riporta i barghigiani ai tempi sentiti narrare come una fola, magari a veglio dalle persone più attente al passato di Barga, di quando al Teatro si davano opere e si cantava di lirica.

Inizia allora a circolare tra loro un nome straniero, di un inglese, una sorta di mecenate: il regista Peter Hunt, nome che fu subito reso barghigiano in “Piterante”, il quale con sua moglie, ma chi era? Ovviamente la moglie del “Piterante”, al secolo era Gillian Rodhes Armitage, pittrice e scenografa di talento. Insieme, i due,avevano pensato di fare di Barga un grande palcoscenico internazionale, pensando e partendo con il riaprire e alla grande, proprio quel piccolo ma gentile Teatro, detto dei Differenti per farvi spettacoli di canto e musica lirica.

Il loro progetto, autofinanziato, è veramente impressionante, nato in silenzio tra loro sin da quando videro e capirono che Barga, questo luogo di cui si erano subito innamorati, stabilendoci sin dal 1963 la residenza, grazie al suo Teatro, si prestava bene.

   

Ora siamo al 1967 e quell’anno su Il Giornale di Barga, mese di agosto, il direttore Bruno Sereni pubblicò un articolo che ben sunteggia cosa fosse avvenuto nella sonnolenta e provincialeBarga di quegli anni, ovviamente nel precedente mese di luglio:

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il vecchio Teatro dei Differenti, un tempo centro della vita sociale e culturale di Barga, dovesse improvvisamente rinverdire le antiche e disperse glorie di un lontano passato. Il mago che ha prodotto questo miracolo e l’anglobarghigiano Sig. Peter Hunt che i nostri lettori in Italia e all’estero certamente conoscono di nome, avendo avuto noi modo in diverse occasioni di parlare di lui in senso elogiativo per il suo mecenatismo e interesse alla vita culturale di Barga. E così dicesi della sua gentile consorte. (91)

Continua il giornale dicendo che il 13 luglio c’era stata l’inaugurazione di un corso e che a questo progetto teatrale ha dato tutta la sua adesione, la Proloco di Barga. Continua aggiungendo che dietro a questa prima iniziativa, per ora tradottasi in un concerto lirico di spessore, c’è un grandioso progetto, tendente a fare di Barga un centro musicale di livello internazionale.

Intanto a Barga, in questa estate, si sono viste molte persone nuove da non confondersi con i consueti villeggianti che dalle città muovono per venire in cerca di fresco o dei nostri emigranti che tornano temporaneamente al paese del cuore per rivedere anche i parenti. Sono persone nuove, diverse, gente che di Bargapar che tutto ammira con una grande curiosità per ogni cosa, restando affascinati da un antico palazzo fregiato dalle palle della famiglia Medici di Firenze, oppure dalle belle piazzette, dai panorami che si espandono ai monti Apuani o dell’Appennino e si sofferma qua e là con interesse. Poi, passeggiando, s’inizia a sentirparlare straniero e giungere dalle finestre aperte ai giorni estivi, dei suoni di pianoforte e una voce che gorgheggia una scala musicale. Da altro luogo si ode un violino che langue note,struggente suono che all’improvviso s’interrompe per poi riprendere a tessere dolci melodie. Questi sono giovani cantanti e musicisti che di Barga vecchia fanno tutto un palcoscenico e offrono canti e suoni che invadono le vie ed entrano nei cuori e che prima, mai si erano sentiti.

Il vecchio Teatro rinvigorisce e s’inorgoglisce quando sente sulletavole del palcoscenico il passo di gente che è sicura di ciò che vuole e sommessamente o anche imperiosamente lo pretende da questi giovani che provano o musica o canto e ascoltano i suggerimenti che a volte vanno sopra le note e altre interrompono tutto per poi ripartire da capo. Il Teatro! Sì, ecco che uno sguardomolto interessato ripassa tutto l’insieme, dal soffitto ai palchetti, alle sedute in platea in poltroncine più da cinema che da teatro, ai corridoi, alle porte e … questi è Peter Hunt che forse sente le braccia cadergli nel veder quanto occorra per far risorgere ciò che par più un qualcosa da museo che da ospitar gente intenzionata a udir uno spettacolo musicale. Niente, però, può fermare ciò che lui ha in mente e lo vede nei pensieri ciò che ha già diffuso nelmondo dell’arte musicale e ha trovato autorevoli consensi che ora son lì con lui a sognar di una scuola tra teoria e bella pratica dell’imparato. Un mese d’estate che in tutto il mondo musicale si possa riconoscere e apprezzare.

Grandi personaggi, precisamente, maestri del mondo musicale hanno dato la loro adesione per questo progetto di Peter e Gillian Hunt e iniziano a venire a Barga. Una delle bacchette più rinomate in Italia, Vittorio Gui, un altrettanto bravo esperto di musica che vive a Londra, Peter Gellhorn, poi il docente all’Università musicale di Cincinnati Lorenzo Malfatti, altro il musicista compositore Dennis Arundell, tutti si adoperano e divengono insieme agli Hunt i cofondatori di Opera Barga.

Grandi firme del giornalismo italiano e straniero iniziano ad accorgersi di questo miracolo musicale che sta sorgendo a Barga e scrivono di quest’antica cittadina e del suo settecentesco teatrino, dove si svolgono dei corsi estivi per cantanti e musicisti molto interessanti, che poi sfociano nella scenografia e anche nelle luci. Dall’Università statunitense di Cincinnati, il College-Conservatory of Music, da cui proviene l’italoamericano Lorenzo Malfatti, è condotto a Barga per fare l’insegnante, un bravo basso di fama mondiale, Italo Tajo. Altri cantanti di altrettanta fama poi saranno a Barga, per esempio, Gino Bechi o Magda Olivero, e tutto ciò conferisce ad Opera Barga quel fascino che si espande negli ambienti musicali e artistici, tanto da veder giungere a Barga, nel suo Teatro, famosi attori e anche mirabili presenze nel glorioso Differenti come quel giorno che vi entrò in visita la celebre soprano Renata Tebaldi.

A proposito degli spettacoli al Teatro va detto ancora che Opera Barga, il suo successo negli ambienti lirici e musicali in genere, dette l’aire a un ente con sede a Lucca, l’ENAL, di voler celebrare a Barga il centenario dalla morte di Gioacchino Rossini con un concerto lirico che al pianoforte vide il celebrato Maestro Ettore Campogalliani.Questi, all’inizio del programma musicale descrisse la vita e le opere di Rossini. Correva l’anno 1968 e una domanda sorge spontanea: perché da Lucca si volle venire proprioa Barga a celebrare Rossini? Si potrebbe pensare al successo di Opera Barga che stava innalzando la cittadina e il suo Teatro a centro speciale della musica lirica: d’accordo, però, andiamo a leggere l’articolo che dell’avvenimento fece Il Giornale di Barga(92) ci accorgiamo che c’è dell’altro. Cioè, oltre al prestigio del Teatro, si scelse Barga per la commemorazione rossiniana perchéla cittadina è la patria dell’anziano musicologo Alfredo Bonaccorsi (1887-1971) che da ex insegnante al Conservatorio Musicale di Pesaro e come direttore della Rivista di Studi Rossiniani, stava dando un contributo importante alla conoscenza di Rossini in ambito internazionale. La commemorazione fu fatta la sera del sabato 28 dicembre 1968 e il Teatro fu aperto grazie almecenatismo di Peter Hunt, che pensò a ogni spesa, tra cui, facendo un freddo terribile, il termometro segnava meno sette gradi, anche quella per riscaldare il Teatro.

Questi anni del Teatro legati ad Opera Barga furono veramente fantastici, anche perché, visto il grande successo, lo stesso Teatro vide rinascere anche la prosa. Uno dei primi appuntamenti che si annuncia è dell’anno 1973 e dalle parole è chiaro il nostro assunto:

La settima edizione del Festival Lirico Internazionale ha calato il sipario da neanche due mesi ed ecco che l’antico Teatro dei Differenti – il quale, pensiamo di poter dire, è caro al cuore dei Barghigiani quasi come il vecchio Duomo – ha riaperto i battenti per offrire a un pubblico sempre più preparato un lavoro ad alto livello culturale quale la commedia “Come a voi piace” di William Shakespeare. (93)

Purtroppo, tutto questo rinnovato interesse per il Teatro, il bel successo, peccato abbia il suo contrario, consistente nel gravoso problema, quello del suo non buono stato di conservazione che ne pregiudica la buona fruibilità e questo è un vero e proprio grattacapo per tutti, dai compadroni a chi lo deve usare. La questione, con decisione, era stata messa in luce a chiare lettere nel precedente anno 1971, durante la quinta stagione di Opera Barga e a sollevarla fu l’insegnante dei corsi di recitazione teatrale, il Maestro Italo Tajo. Le sue parole consone ma dure ecco che sono riprese da Gerolamo Mocchia, alias Bruno Sereni, sul suo Giornale di Barga, nell’articolo con cui presentava la successiva stagione di Opera Barga dell’anno 1972, “VI Corso Opera Barga”, che stralciamo per non perdere la forza del messaggio, impietosamente diretto a chi sarebbe dovuto intervenire:

… L’anno scorso il Maestro Italo Tajo, giungendo a Barga, per la terza volta da Cincinnati (Usa) ove insegna in quella Università, trovando il Differenti nelle medesime miserabilissime condizioni disse a chiare note, che qualora non si fosse provveduto a fare almeno i più urgenti lavori, con sommo dispiacere, non sarebbe più ritornato. Di questo parere furono gli altri autorevoli membri di Opera Barga.

La notizia si diffuse per il paese, allarmando la popolazione, la quale ha sempre veduto sin dal nascere, con tanta simpatia, gli sforzi compiuti dal defunto Peter Hunt e dalla consorte Signora Gillian, per fare di Barga un centro di attrazione internazionale.

Il Sindaco, facendosi interprete delle apprensioni della cittadinanza, cercò di trovare con i compadroni del Teatro, una via di equo compromesso, che potesse aprire una concordata soluzione. Purtroppo ahime! La resistenza di alcuni di essi, han fatto naufragare le buone intenzioni dell’Amministrazione Comunale.

Anche quest’anno al termine della stagione lirica, che probabilmente sarà l’ultima, si tornerà a discutere sulla necessità di trasformare il Differenti in un Ente Comunale, altrimenti cederlo ad un privato mecenate, che liquidando i comproprietari, si impegno ad ammodernare il Teatro.

Purtroppo, nel momento in cui Opera Barga sta finalmente decollando, alcuni comproprietari fanno invece l’impossibile per bloccarla. Essi sono sicuri di possedere un grazioso settecentesco teatrino, quando invece nella realtà, posseggono uno stabile destinato con gli anni a essere demolito, per mancata manutenzione.

La pessimistica previsione non è affatto esagerata, per sincerarsene, basta dare un’occhiata alla saracinesca nella porta d’entrata, sembra l’insegna di un magazzino di bric e brac. (94)

A noi interessa non tanto la storia di Opera Barga, che ci sarebbe da dire un mare di cose, ma quella del Teatro che la ospita. Comunque qualcosa va detto e allora vediamo che con quest’anno1972, causa la riferita condizione del Teatro ma anche per laprecedente morte di Peter Hunt, 1970, si assiste un poco alla volta al distacco dei grandi nomi che della scuola lirica barghigiana ne erano stati i cofondatori e tutto rimase alle intelligenti cure di Gillian Armitage, che nel 1973, condusse l’iniziativa a esser fatta propria dal Comune di Barga con la possibilità di avere finanziamenti pubblici.

Il 1973 è anche l’anno che ci si rende finalmente conto che al Teatro occorrono impellenti restauri e pare che il ricordato interessamento del Comune di Barga, perché il bene era di grande interesse cittadino, fosse diretto a rendersi strumento per la ricerca di pubblici finanziamenti per intervenire sull’immobile. Ovviamente, l’importante passaggio prevedeva che i compadroni del Teatro e Comune di Barga si unissero in società in cui, allo stesso Comune, fosse lasciata la maggioranza del cinquanta per cento più uno. Tra Compadroni e Comune, però, qualcosa era già avvenuto fra il 1971 e il 1972, perché, a seguito dell’articolo apparso su Il Giornale di Barga nell’agosto 1972, quello che in parte si può leggere sopra, ci fu una loro risposta molto interessante.

Entrando nei fatti, dai Compadroni riuniti dopo la lettura dell’articolo, su Il Giornale di Barga del settembre 1972, vollero fosse pubblicato un comunicato firmato dal loro segretario Ida Nardini Da Prato. Con questo scritto si chiariva che i Compadroni, unanimemente, avessero risolto la “spinosa questione” senza interventi esterni e prima che iniziasse Opera Barga, si sarebberifatta almeno la facciata del Teatro, che gli stessi denunciano non attuata perché il Comune, proprietario dei tre quarti della stessa, non ha saputo fare la sua parte. La cosa interessante è apprendereche all’anno 1972 il Comune, almeno nella facciata, già avesseparte nel Teatro.

Comunque, di là da quanto detto, nel successivo anno 1973 si tenne nel Teatro la stagione di Opera Barga e come dice Il Giornale di Barga, fu un bel successo: Così per la settima volta Barga ha vissuto momenti di trionfo.

In quel 1973, però, si fecero degli interventi al Teatro in previsione del successivo dell’anno 1974, perché così si esprimeva Il Giornale di Barga dell’ottobre: Consensi e giudizi largamente positivi hanno continuato a piovere su Opera Barga, anche dopo che il sipario era calato sul palcoscenico del rinnovato Teatro dei Differenti.

Che cosa fu fatto al Teatro? (continua)

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91) Il Giornale di Barga. Agosto 1967 – A. XIX – n. 221.

92) Commemorato Gioacchino Rossini al nostro Differenti. Il Giornale di Barga. Gennaio 1969 – A. XXI – n. 238.

93) Eleonora Facco: Serata shakespeariana al Differenti. Il Giornale di Barga. Ottobre 1973 – A. XXV – n. 295.

94) Gerolamo Mocchia: VI Corso Opera Barga. Giornale di Barga – Agosto 1972 – Anno XXIV – n° 281.

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