Storia del Teatro dei Differenti: fulcro della rinascita di Barga. (29)

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Il Teatro nel dopoguerra riprese il suo ruolo centrale nella vita di Barga, anche se altre realtà commerciali continuavano a raccogliere anch’esse diverse persone in occasione di certe feste di tradizione, come il Carnevale, i veglioni con ballo, intrattenimenti musicali, teatro di prosa, ecc.

Chi faceva la concorrenza al Teatro dei Differenti erano il Teatro Cinema Roma, la Sala Colombo, il Capretz e Villa Libano d’estate, che facevano di tutto per essere attraenti, ma il vecchio Differenti finiva per vincere su ogni tentativo di superarlo, perché aveva e manteneva un fascino che le altre attività non potevano raggiungere. Solo varcando il suo portone uno era investito dalla magia che si sprigionava al solo pensiero delle tante generazioni che avevano già fatto quel passo e con loro l’assommarsi di percepite o conosciute persone forestiere, anche di notevole importanza: granduchi, regine, personalità dello spettacolo che finirono per amare Barga e le tavole del glorioso Differenti. Tra queste il ricordato attore Gustavo Salvini, ma anche giovanissime presenze che poi divennero celebri a livello mondiale, come Eleonora Duse, di cui parleremo più avanti assieme al ricordo di Giovanni Pascoli e Giacomo Puccini.

Nell’immagine in alto, siamo al primo anno di Opera Barga, il 1967, si faccia attenzione all’ingresso del Teatro che ha come chiusura una saracinesca, mentre solo dopo diversi anni, sarà fornito di un bel portone. Si noti ancora sull’allora porta la scritta che recita “Teatro dei Differenti”, eseguita nell’immediato dopoguerra da Antonio Da Prato, “Tonino pittore”, quando fu incaricato dall’Accademia, assieme ad altri, di mettere mano alle cose d’arte bisognose di restauri.

Osservato quanto detto, intanto, per quanto riguarda la Filodrammatica locale che nel Teatro manteneva la sua barra a dritta, va detto che il nuovo corso di questo dopoguerra inizia a segnare la fine di un periodo storico che aveva attraversato, sino allora, quasi tutto il Novecento, con forti radici nel precedente secolo. Il limite temporale del nuovo corso coincise con l’ultima uscita al Differenti, sulle tavole del palcoscenico, della coppia di attori che aveva fatto sognare tutti i barghigiani per la loro voglia di fare, bravura e pensiamo anche alla simpatia. Si allude a Sofia Salvi ed Emilio Nardini, che in coppia dettero l’addio alle scene il giorno di Natale del 1945, recitando assieme “La Signora di tutti e di nessuno” e l’atto unico “La statua di Paolo Incioda”.

Di questa bella esperienza teatrale restò sulle scene il quarantenne Vincenzo Gonnella (Barga 1905 – 1988), quale attore e regista, che inserendo la Filodrammatica nella Pro Barga, l’allora Pro Loco, per ora ce la fece a mantenerla viva. A questo punto va detto che l’Accademia dei Differenti con il dopoguerra è sempre più evanescente, con l’ultimo Console che fu Alfredo Rigali che si vede nell’immagine sopra, in quell’anno 1967, più che altro rappresentante i sempre più scarsamente percepibili compadroni. Questi rimase in tale incarico sino a quando agli inizi degli anni ’70 del Novecento non si andò costituendo una società, denominata “Teatro dei Differenti S.p.A.”, il cui presidente del Consiglio d’Amministrazione domiciliato a Castelvecchio Pascoli fu scelto nella persona dell’imprenditore Signor Guelfo Marcucci, ma su questo importante argomento ci torneremo più avanti.

Per ora ci soffermiamo ancora un poco sulla Filodrammatica, che con Vincenzo Gonnella si mantenne viva ancora per diversi anni e abbiamo già notato che l’anno 1955, nel venticinquesimo dalla morte di Alfredo Stefani, dette al Differenti la sua commedia “La Nuova Barga”, poi, man mano si perde, lasciando però la sua importantissima orma ideale che sarà ripercorsa negli anni successivi da altre compagnie del Comune. Le cose della Filodrammatica andarono avanti sino a che la giovane generazione che visse l’immane tragedia della guerra, dovendosi inventare il futuro, si divise come le dita di una mano per le vie d’Italia e del Mondo.  Così narra come fosse una favola, anche Gualtiero Pia nella sua commedia “Forse era il vento”, scritta nel dopoguerra 1940-45 e, con un lusinghiero successo, data al Teatro dei Differenti la sera del 15 settembre 1948.

Di questa commedia, la cui azione si svolge in un pensionato per studenti nella città universitaria di Pisa, che per commento musicale ebbe il “Sogno d’Amore” di Liszt, perché realizzata da un barghigiano, e potendolo fare, in breve ne diciamo la trama e poi rileggeremo il manifesto nella parte che riguarda gli interpreti dei vari personaggi. Ovviamente questi, tranne l’anziano padrone del pensionato, sono tutti giovani che in quella Città vivono assieme condividendo ansie e piaceri, poi, dopo la laurea, con tristezza e un colpo di scena, una è rimasta incinta, ecco che ci si dovrà dividere. L’ultimo ragazzo che momentaneamente resta alla pensione, mentre aggiusta la valigia, chiede al padrone: Non ha sentito dei passi? No, non ho udito niente!  Mi è sembrato di udire dei passi … Dei passi leggeri … Ascolti. Ecco, come se qualcuno scendesse le scale … Pensa, immagina, il suo io ha forte il desiderio che qualcuno sia ancora lì, che tutto sia solo un sogno ma … dovrà ricredersi, perché tutti sono ormai via e non gli resta che realizzare il vero e così si chiude la commedia, esprimendolo con un: No … “Forse era il vento”. Il vento che muove, e può crear rumori ma, nel caso, anche spazzar via le cose, disperdere i giovanili puri sentimenti, quelli nati in dolce comunanza e il bel sogno è destinato ora a chiudersi dietro uno dei sipari della vita che si riaprirà all’ignoto e più difficile futuro, da affrontarsi man mano sempre più da soli, ancora in preda ai traumi che la guerra ha provocato negli animi, con lo spettro dell’emigrazione o la sottoccupazione.

Ecco i personaggi della prima uscita di questa struggente commedia, come accennato, che si svolge tra studenti che vivono il drammatico e forzatamente creativo dopoguerra: Valentina, Isotta Giuliani. Mirva, Aurora Giuliani. Berta, Luciana Orsucci. Claudio, Tonci Fabris. Arduino (l’anziano padrone del pensionato), Vincenzo Gonnella.  Alberto, Ferruccio Pellicci. Stelio, Manlio Giannotti e Sergio Illustri in Nichi lo Zoppo. Suggeritrice, Mara Marsala e scenografo Antonio Da Prato, alias, “Tonino Pittore”.

Tornando al Teatro in se stesso possiamo osservare che l’utilizzo come cinema non dura molto, riprendendo invece un suo ruolo, per certi versi storico, di ricercato luogo del divertimento esercitato con i veglioni per il Carnevale, di notte gli adulti e di giorno i bimbi, della Befana, altri sono quelli di fine estate con villeggianti e gli emigranti che se ne tornano alle loro occupazioni all’estero. Al Teatro si vanno a divertire anche gli studenti con le loro feste in cui si eleggono anche le miss delle scuole superiori, che è l’Istituto Magistrale Giovanni Pascoli. Questo era allora allocato presso il Conservatorio Santa Elisabetta che distante un centinaio di metri dal Teatro, utilizza la struttura per i saggi musicali dei corsi facoltativi di pianoforte e violino retti dal prof. Rinaldi di Barga, e dalle due professoresse Ulivieri e Granaiola di Lucca. Questo durerà sino ai primi anni ’60, quando l’Istituto Magistrale avrà la sua nuova sede in via dell’acquedotto a Barga, così potendo avere una vasta Aula Magna che ebbe, parliamo al passato, perché oggi non c’è più, distrutta a seguito del progetto nuove scuole superiori, un vasto palco che rendeva utilizzabile la struttura anche come teatro.

Sono questi gli anni, sino ai ’60, che in tutti i sensi si cerca di imitare il passato del Teatro, quello degli spettacoli di un certo respiro culturale e organizzativo, un’impresa che si rivelerà molto difficile e quindi tralasciata, comunque dopo essere stata sperimentata, vissuta in interessanti momenti. Si pensa alla nascente musica leggera portata a Barga dall’impresario Lorenzo Menichetti, con l’arrivo di cantanti allora in voga e reduci da Sanremo: Claudio Villa, Luciano Tajoli, Gino Latilla, Carla Boni, Emilio Pericoli, ecc. Buoni, anzi, eccezionali spettacoli, però e forse, anche troppo ambiziosi per una cittadina lontana dai centri importanti, servita da mezzi pubblici non serali e quelli privati ridottissimi, quindi scomodissima.

 

Facendo un passo indietro abbiamo altri esempi di ciò che intese offrire Barga in quegli anni con il suo Teatro. Possiamo trovarli andando a leggere un giornaletto locale ciclostilato intitolato La Nuova Barga, uscito a cura dei giovani di Barga nel 1948, redatto con spirito garibaldino quale probabile attività dell’allora Azione Cattolica, cui non fece difetto il simpatico umorismo. Leggiamone un passaggio estratto dall’articolo Ipnotismo e Operette:

Grande concorso di pubblico si è avuto al “Differenti” durante gli spettacoli dati dal noto ipnotizzatore Gabrielli … ma forse maggiore successo l’hanno riportato alcune rappresentazioni di operette come La Vedova Allegra, La danza delle Libellule, Il Paese dei Campanelli, Cin Cin là, Scugnizza, Madama di Tebe.

Sono stati spettacoli di moderata portata, con un’orchestra ridottissima, ma sostenuti dalla verve di un noto brillante e di una brava “soubrette”, che esibiva delle gambe perfette e allettanti da far sospirare come mantici, alcuni vecchioni in prima fila, con occhiali o senza.

Per la prosa invece il pubblico non si muove.

Quest’ultima osservazione ci porterebbe a credere che la crescente indifferenza alla prosa potrebbe essere stata la probabile causa che negli anni a seguire portò al progressivo disimpegnarsi della Filodrammatica, che dopo varie messe in scena al Differenti, tra cui la già ricordata “Nuova Barga” di Italo Stefani e Mario Mazzoni del 1955, con l’ingresso negli anni ’60, abbia cessato l’attività.

Osservato quanto detto, però, il Teatro dei Differenti in Barga non perde il suo prestigio e resta per tutti quella struttura che quando la piccola Città si mette in gioco e sente il bisogno di tonificarsi, ecco che è lì che in fin dei conti si va a respirare il tempo di ieri cercando di costruire quello che verrà, ritessendo gli invisibili ma percepiti fili di una storia millenaria, nella speranza di un futuro migliore per la Bella Signora Senza Tempo.

Così fu nel 1949 per le celebrazioni pascoliane che Barga, da poco uscita distrutta dalla guerra, volle sentirsi riabbracciata dal “suo” Poeta. Era il momento in cui a Barga risorgeva una pubblica biblioteca ospitata presso le elementari: ambedue le istituzioni nel nome di Pascoli, la scuola già intitolata dal 1925, mentre la biblioteca lo sarà in quest’anno. Ciò avvenne alla presenza della Sovrintendente alle Biblioteche della Toscana, la dottoressa Anita Mondolfo, che nel momento di parlare rilevò come nella stessa Barga risorgesse, dopo il conflitto mondiale, la prima pubblica biblioteca di tutta la Toscana. Pascoli, la sua memoria, fu soggetto centrale e portante della giornata di domenica 11 settembre, che iniziata a Castelvecchio, poi arrivò alle scuole elementari di Barga e infine, eccoci al Teatro dei Differenti.

Qui, di Pascoli, parlerà Ettore Cozzani, il mitico giornalista de’ La Spezia che aveva fondato la bella rivista L’Eroica, e lo fece rileggendo criticamente l’opera del Poeta, finendo col toglierla dallo stereotipo delle piccole cose, finalmente innalzando il suo Autore tra i più grandi di ogni epoca. Quanto detto lo affermò il barghigiano Emilio Biondi (1888 – 1960), presidente della Corte d’Appello di Firenze, in un articolo per Il Giornale di Barga:

Ettore Cozzani. L’orazione fu degna del Direttore de’ L’Eroica. E le critiche, a scranno o sbracate, le quali, pure inchinandosi al Pascoli come “poeta”, avrebbero, per altro, voluto consideralo soltanto “poeta delle piccole cose”, furono ridotte in frantumi … Giovanni Pascoli sempre più in alto, poeta, a un tempo, dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo … accolto nel cerchio ristretto dei poeti più grandi di tutte le epoche. (89) Su tutto questo movimento umano e culturale, dall’alto del colle di Barga, sempre più dolcemente scandendo le ore, vegliava il millenario Duomo.

Altre cose riguardano l’attività teatrale del Differenti fino ad arrivare al 1952, quando Barga si trova a dover celebrare il cinquantesimo dalla morte di uno dei suoi grandi figli: Antonio Mordini. Molti gli appuntamenti che occuparono alcuni giorni del giugno di quell’anno, tra cui uno molto importante al Teatro dei Differenti, quello che si ebbe nel pomeriggio di sabato 28 con il giovane storico inglese Dennis Mc Smith (Londra 1929 – 2017) dell’Università di Cambridge, che iniziava a specializzarsi nella storia del Risorgimento italiano, tenne l’orazione celebrativa intitolata “Antonio Mordini e la dittatura di Garibaldi in Sicilia”.

Su questo filo rosso dei grandi momenti di Barga vissuti tramite il suo Teatro dei Differenti, ecco che ci viene incontro l’anno 1969 e un convegno storico che si tenne su quelle gloriose tavole. Siamo ancora nella storia di Barga, diremo, quella veramente indicativa circa il passato e relativo presente, che mai era stata indagata, codificata e poi resa pubblica come in questo ricordato anno.

Lo scrivente è consapevole che saltando al 1969 si tralascia qualcosa di veramente, non importante ma basilare per il futuro del Teatro Differenti e allude alla nascita di Opera Barga che avvenne l’anno 1967, ahimè! Cessata con il 2021. A questo proposito diciamo che l’argomento lo affronteremo più avanti, dicendo solo che veramente fu una pagina bellissima e straordinaria per tutta la società di Barga e la stessa città, che si vide proiettata in una nuova dimensione culturale, soprattutto eccezionale, come vedremo, per la vita e sopravvivenza futura dello stesso Teatro. Un’iniziativa che porterà all’uscita di scena della parte padronale l’immobile, che con gli anni a venire passerà sotto il diretto controllo del Comune di Barga.

Ora facciamo un salto in avanti ma poi torneremo ad Opera Barga. In pratica l’anno 1969 ci fu per Barga un’occasione importante e utile per far conoscere il suo patrimonio archivistico, il valore storico e culturale che in esso si racchiude ma anche per la riscoperta di pagine fondamentali circa il cammino nella storia. Questo avvenne con il XV Congresso Nazionale Archivistico, che si tenne a Lucca nell’ottobre 1969 con due sessioni o escursioni culturali, una a Montecarlo e l’ultima di tutto il convegno, a Teatro dei Differenti a Barga.

L’appuntamento a Barga fu deciso avvenisse domenica 5 ottobre, e per l’occasione ecco aprirsi il Teatro dei Differenti, che già aveva ospitato nell’estate la terza edizione di Opera Barga. Gli incontri si erano aperti a Lucca mercoledì 1° ottobre nella sala dell’Accademia Lucchese delle Scienze e Arti. Sul palcoscenico del Teatro di Barga, al tavolo dei lavori, parlò il prof. Pier Giorgio Camaiani, che già aveva riordinato l’Archivio del Comune di Barga, per l’occasione illustrando “Le magistrature di Barga dal XV secolo alle Riforme Leopoldine”. A lui seguì il Prof. Antonio Mordini che descrisse l’archivio di casa Mordini, la Professoressa Maria Ghirlanda quello di Casa Pascoli. Il proposto di Barga Mons. Alfredo Baroni, che intrattenne l’uditorio su quelli della Parrocchia e dell’Opera del Duomo. Prima di Barga c’era stato a Lucca un altro intervento molto indicativo, importantissimo circa la storia di Barga, quello del Prof. Giulio Prunai, con “Le pergamene di Barga nel diplomatico fiorentino”.  (90) (continua)

 

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89) Emilio Biondi: Fonte perenne. Giornale di Barga – Settembre 1949 – Anno I – n. 5.
90) I testi degli interventi, tranne quello che fece Antonio Mordini circa l’archivio di casa Mordini, sono pubblicati in “Lucca Archivistica Storica Economica”. Relazioni e comunicazioni al XV Congresso Nazionale Archivistico (Lucca, ottobre 1969). Il Centro di Ricerca Editore – 1973.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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