VILLA COLLEMANDINA – Sarà un’intera giornata dedicata alla memoria del generale Enrico Tellini quella di domenica 27 agosto nel comune di Villa Collemandina. In occasione del centenario della morte, infatti, l’amministrazione comunale ha deciso di ricordare questa importante figura storica con una serie di celebrazioni organizzate nel paese di elezione familiare.
L’evento ha ottenuto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Lucca, dell’Unione Comuni Garfagnana, del Lions Club Garfagnana e di Unuci Lucca. Si partirà alle ore 10 con la celebrazione della Santa Messa in suffragio. Alle 16, poi, seguirà un momento di ricordo presso la villa Tellini a Magnanosotto la lapide a lui dedicata e, alle 16.30, verrà deposta una corona al monumento ai caduti. Alle 17, infine, si aprirà un convegno dedicato alla vita, la storia e le opere del generale Tellini presso la sala della comunità di Villa Collemandina. Porteranno il proprio saluto il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini, il presidente dell’Unione Comuni Garfagnana Andrea Tagliasacchi e il sindaco di Villa Collemandina Francesco Pioli. Poi interverranno il professor Lorenzo Franchini, discendente del generale, e i dottori Andrea Giannasi, autore del saggio «Dall’eccidio Tellini all’invasione di Corfù. Mussolini e l’Italia fascista. Agosto-settembre 1923» (Tralerighe libri, Lucca, 2020), ed Emilio della Fontanazza.
Enrico Tellini nacque a Castelnuovo di Garfagnana il 26 agosto 1871 dal magistrato Angelo e da Egidia Masini. Ebbe due fratelli, Carlo – magistrato anch’esso, poi presidente del tribunale di Pistoia – e Alberto, avvocato del foro di Firenze. Crebbe in un ambiente di orientamento sabaudo e legato al conservatorismo moderato. Nel 1884 fu ammesso al Collegio Militare di Firenze e, successivamente, frequentò l’Accademia Militare venendo quindi nominato ufficiale. Dal 1901 prestò servizio a Roma presso lo Stato maggiore dell’esercito e nel 1911 prese parte, col grado di capitano, alla guerra italo-turca in qualità di sotto capo di Stato maggiore della divisione militare di stanza a Derna.
Promosso maggiore, venne in seguito destinato come addetto militare all’ambasciata italiana a Vienna. Durante la prima guerra mondiale ricoprì differenti incarichi fino a quando non venne fatto prigioniero, nel 1917, nei giorni di Caporetto, durante i quali fu ferito al volto e meritò una medaglia d’argento al valor militare. Con l’armistizio venne dapprima inviato a Valona dove col grado di generale comandò il contingente italiano schierato nell’area di influenza italiana in Albania, successivamente rappresentò il governo italiano nella commissione istituita dalla Conferenza degli Ambasciatori (organismo del Consiglio Supremo Alleato) incaricata di delineare i confini albanesi.
Il 27 agosto 1923, nell’esercizio delle sue funzioni, il generale Tellini venne assassinato, insieme a tutti i membri della delegazione italiana che lo accompagnavano, in un attentato compiuto da oscuri sicari sul confine greco-albanese, lungo la strada che da Giannina conduce a Kakavia.
“A Magnano – ricorda il sindaco di Villa Collemandina Francesco Pioli – una lapide, posta il 30 settembre 1923, ricorda la ‘vita operosa’ di questo soldato e diplomatico che, come si legge, ‘dedicò ogni energia del forte animo alla grandezza d’Italia e per l’Italia la vita cento volte esposta nelle battaglie cruente’, caduto come ‘gloriosa vittima di ignobile attentato nel compiere opere di pace e di giustizia’”.
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