Alla nonna Anita il telegiornale “con tutti que’ discorsi” non interessava per nulla e così, durante la trasmissione, trovava sempre il modo di tenersi occupata in qualche lavoro di casa per poi riemergere alla fine, pronta per qualche film, spettacolo di varietà o, meglio ancora, per uno di quei fantastici sceneggiati che, autentiche opere d’arte, appassionavano l’Italia intera.
Ma quando, nel suo sfaccendare, sentiva la voce che annunciava
«DA BRUSSEL, PIERO ANGELA!»
si avvicinava allo schermo e si faceva attenta perché non voleva perdere neanche una parola di quel giovanotto così bravo e ammodino.
Ricordo che se qualcuno si azzardava a fare rumore, lei lo zittiva subito dicendo
«Fatemi senti’ il mi’ Piero!»
Allora ascoltava, compunta, e annuiva a ogni parola come per aiutarlo ad arrivare in fondo al discorso senza commettere errori; proprio come faceva quando mi risentiva le poesie che il maestro mi dava da imparare a memoria.
Immancabilmente, alla fine di ogni servizio, la sentivamo preoccuparsi tra sé e sé di come “il su’ Piero” si potesse trovare da solo in un posto così lontano da casa e nel quale, secondo lei, faceva sempre freddo.
Oppure, con l’apprensione dipinta sul suo volto, altrimenti sempre pronto ad aprirsi in un sorriso, si chiedeva se gli dessero da mangiare a sufficienza e anche se, magari, avesse una fidanzata a tenergli compagnia in quel posto pieno di stranieri che “un parlan mia l’italiano”.
Insomma, per qualche ragione che non saprei dire, aveva sviluppato una sorta di affetto materno per quel giovanottino così perbene e, nella sua candida spontaneità, non si preoccupava minimamente di nasconderlo.
Fu così che, giorno dopo giorno e senza che ce ne accorgessimo, Piero Angela entrò a far parte della famiglia, tanto che se appariva sullo schermo quando la nonna non era nei paraggi, la chiamavamo subito dicendo che c’era “il Piero”.
La nonna Anita era così… non ho mai conosciuto qualcuno altrettanto sereno e pieno di empatia per gli altri che, nella sua grande bontà d’animo, riteneva tutti meno fortunati di lei (e si che ne aveva passate!).
Anche i cantanti famosi e gli artisti del cinema, gente che guadagnava cifre che neanche potevamo immaginare, erano oggetto della sua compassione perché
«Bimbo, i soldi vanno e vengono ma loro, così raminghi nel mondo, ce l’avran, poi, chi gli vol bene davero?…»
In questi giorni, nei quali tutti celebrano il primo anniversario della morte del grande giornalista e sottolineano il vuoto incolmabile che ha lasciato nella divulgazione scientifica, a me è tornato alla mente questo caro ricordo di tanto tempo fa e mi è sembrato giusto condividerlo per sottolineare come, già agli albori della sua lunga carriera, Piero Angela riuscisse a far breccia in tutti, ma proprio tutti, gli spettatori.
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