MOLAZZANA – Il 27 agosto si celebrerà, a 79 anni dalla battaglia del 29 agosto 1944, a cura delle amministrazioni di Molazzana e Gallicano, la commemorazione del Gruppo Valanga. L’Associazione Toscana Volontari della Libertà apre per l’occasione il proprio archivio storico presentando alcuni importanti documenti che ricordano il sacrificio di 19 partigiani caduti per la libertà.
Tra questi documenti il progetto originale della cappella votiva, che compie 60 anni, a memoria dei caduti del Gruppo Valanga in località Foce del Piglionico disegnato il 24 novembre del 1957 a Pisa dal geometra Odino Pieroni poi presidente della sezione pisana dei volontari della libertà. Era intenzione infatti dei patrioti lucchesi creare un luogo dove ogni anno ritrovarsi per commemorare le figure dei giovani del Gruppo valanga e del comandante Leandro Puccetti (la mamma era socia onoraria di A.T.V.L. così come lo fu la mamma di Manrico Ducceschi). Uno degli artefici per la realizzazione della cappella fu il professore Augusto Mancini che fin dal 1947 aveva partecipato alle commemorazioni al Piglionico e che da Rettore dell’Università di Pisa aveva voluto assegnare proprio nel 1947 a Puccetti la laurea ad honorem in Medicina e Chirurgia.
A questo scopo da Lucca iniziarono ad interessarsi diverse autorità spinte da Carlo Gabrielli Rosi. Tra queste il primo a muoversi fu l’On. Loris Biagioni che ricevette il 13 giugno del 1960 dalla sede del Comitato Patrioti lucchesi una lettera nella quale, oltre a ricordare l’amicizia dello stesso con Leandro Puccetti Medaglia d’Oro, si preannunciava la venuta il 13 giugno a S. Antonio in Alpe del Ministro dei lavori pubblici On. Giuseppe Togni.
In questa si parla di un primo contributo da parte dell’amministrazione provinciale retta da Osvaldo Bini di 300.000 lire. Una cifra però considerata ancora insufficiente. I patrioti lucchesi chiudevano la lettera inviata all’On. Biagioni scrivendo: “So per diretta conoscenza che la costruzione della Cappella per i caduti del Gruppo Valanga, sta a cuore a Lei tanto quanto a noi”.
Infatti tra gli scriventi a Lucca sedeva come segretario Pietro Petrocchi che aveva fatto parte del Gruppo Valanga e che aveva combattuto, salvandosi per miracolo, alla battaglia del 29 agosto del 1944. In breve tempo furono trovati gli ultimi contributi e i lavori iniziarono.
Dall’archivio emerge anche la fotografia del 1963 nel giorno dell’inaugurazione nella quale al centro si può vedere la figura di mamma Viola che perse sul monte Forato il 29 dicembre del 1944 all’età di 23 anni il figlio Alfredo. Presso l’archivio di A.T.V.L. anche il ricordo di Alfredo Mori che lo ritrae in uniforme del Regio Esercito mentre come prece scrissero: “Quale eroico partigiano mentre raggiungeva la propria brigata moriva per lo scoppio di una mina. La famiglia desolata affinché la sua cara memoria di valoroso soldato e patriota sia vivo nel cuore dei parenti e degli amici offre questo ricordo implorando una prece”. Nello scatto del 1963 si possono incontrare i volti dei partigiani del Comitato Patrioti Lucchesi dell’Associazione Volontari della libertà di Lucca con il fazzoletto bianco, rosso e verde segno dei patrioti e dei partigiani che combatterono per la democrazia.
A destra della fotografia si può notare la vecchia lapide che appare già rotta che era stata posta nel 1945 al termine della guerra su un masso. Quella ritratta fu poi tolta e sostituita anni dopo con una nuova. I resti della vecchia e originaria lapide sono oggi custoditi in un magazzino del comune di Lucca.
L’Associazione Toscana Volontari della Libertà nella persona della presidente Simonetta Simonetti e la Federazione Italiana Volontari della Libertà con il consigliere nazionale Andrea Giannasi, annuncia di aver definito un primo progetto per la riqualificazione della cappella votiva che potrebbe già realizzarsi nel 2024 in occasione degli 80 anni dalla battaglia del Monte Rovaio.
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