Uno strano mestiere

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UNO STRANO MESTIERE

Non è per vantarmi ma adesso i gatti mi vengono proprio bene! Non è stato facile e ci ho lavorato a lungo ma, ormai, posso dirmi finalmente soddisfatto.
Ora dalle mie mani escono gatti grandi e piccoli, in ogni posa e angolazione e, ora più che mai, mi sento pronto a mostrare le mie creazioni al mondo intero.
Insieme a quei cani, cavalli al galoppo, mucche al pascolo, pesci di ogni forma e a tutti quegli altri articoli che fanno già parte del mio ricco catalogo, da oggi potrete ammirare anche le mie nuove creazioni feline che, sono sicuro, vi stupiranno.
Magari penserete «Ecco l’ennesimo scultore dilettante che si crede chissà chi!»
In un certo senso potreste avere anche ragione ma, in realtà, il discorso è un po’ più complesso.
Infatti, la particolarità del mio lavoro consiste nel plasmare una materia assai difficile da maneggiare e la bravura sta, oltre che nel riprodurre fedelmente i soggetti scelti, nel far sì che le creazioni ottenute mantengano il loro aspetto il più a lungo possibile, resistendo a tutte quelle forze che cercano di dissolverle nell’aria.
Se a questo punto non lo avete ancora capito, mi presento:
Io sono colui che dà forma alle nuvole!
E non ditemi che, in un angolino della vostra mente, non avete mai pensato che tutte quelle forme che a volte attraversano il cielo erano troppo riconoscibili per non essere opera di qualcuno!
Ora che lo sapete, comprenderete la difficoltà che incontro nel lavorare qualcosa di così etereo come una nuvola e far sì che resista il più a lungo possibile al soffio del vento che, subito, vorrebbe disperderla.
A malincuore ho dovuto vincere la ritrosia a rivelarvi la mia esistenza perché, ormai, la situazione sta diventando critica e non c’è più molto tempo per porvi riparo.
Vedete, rispetto a una volta i tempi sono cambiati e ormai la gente non riesce più a trovare un po’ di tempo per volgere lo sguardo all’insù e sognare e, per esistere, io e la mia arte abbiamo il disperato bisogno di qualcuno che continui a fantasticare guardando il cielo, magari sdraiato in un campo e con un filo d’erba in bocca, altrimenti ci dissolveremo nel nulla dell’inutilità.
Spero che insegnerete di nuovo a sognare ai vostri bimbi perché finché ci sarà qualcuno che si stupirà davanti a una gattino che gioca nell’azzurro ci sarà ancora speranza.
Per me e per Voi.

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