LUCCA – “L’Atc 12 di Lucca quest’anno non ha provveduto alla prevista immissione di riproduttori di fagiani, starne e pernici”.
Lo scrive un gruppo di cacciatori che prosegue: “Una inadempienza non motivata – aggiungono – non giustificata che solleva non poche perplessità circa l’attenzione che l’ente riserva alla gestione del patrimonio faunistico venatorio. Nel territorio provinciale sebbene assai antropizzato esistono ancora estese aree agricole marginali e poco utilizzate dove i fagiani starne e pernici potrebbero riprodursi allo stato naturale. Anche nelle aree protette si potrebbero sviluppare progetti di reinserimento e di irradiamento della selvaggina tipica. In ogni caso si dovrebbero studiare progetti mirati o quanto meno porsi il problema. Ricorrere esclusivamente alla selvaggina di allevamento comporta la solita abbuffata dell’apertura della stagione venatoria che in poche ore riduce il territorio ad un deserto faunistico per quanto riguarda la selvaggina cacciabile con il cane da penna. Tutto ciò non giova neppure a recuperare un’etica venatoria favorendo atteggiamenti deprecabili nei cacciatori anziché mirare al loro coinvolgimento in un ragionevole mantenimento della presenza faunistica. Unico intervento curato dall’Atc 12 restano i recinti di ambientamento. Costosi, inutili, si potrebbero definire dalla ‘prigionia alla fucilazione’. Una soluzione più seria potrebbe essere quella di utilizzare tali recinti per proteggere e riservare alcuni capi alla riproduzione per l’anno successivo dando loro il tempo di depurarsi dai veleni dell’allevamento intensivo da cui spesso provengono”.
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