Un buon caffè

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Sia chiaro che nessuna tecnologica ma impersonale caffettiera a cialde potrà mai competere con quella vecchia moka un po’ ammaccata che col suo allegro borbottio ci riempie la casa di aroma e calore umano da una vita.
Il suo caffè ha accompagnato risvegli assolati e mattini piovosi, ore difficili in cui la sua meticolosa preparazione è anche servita a distrarre il nostro pensiero dall’angoscia del momento, oppure ha sottolineato in modo naturale e gustoso attimi di pura gioia condivisa.
Già, la condivisione… Se a volte un caffè gustato da soli può aiutarci a stare svegli o nella concentrazione oppure fornire una necessaria pausa dal lavoro, è proprio nella condivisione che questa bevanda si sublima per svolgere il suo potente ruolo di aggregazione sociale.
Molte volte il prendersi un caffè è solo una scusa per stare un po’ con gli altri (ci si prende un caffeino?); come se i caffè presi in compagnia fossero tante piccole oasi nell’arido deserto della quotidianità che dobbiamo attraversare ogni giorno.
Come diceva De Crescenzo «Spesso ci si prende un caffè perché si vuole stare un po’ col mondo» e lui di queste cose se ne intendeva come nessun altro.
E poi, cosa fondamentale, la vecchia caffettiera ci permette di perderci in quella liturgia della preparazione della quale ognuno s’illude di essere tra i pochi eletti che conoscono la formula magica per ottenere il Caffè Perfetto.
La scelta della miscela e il macinarne i chicchi nel vecchio macinino di legno stretto tra le ginocchia con la polvere marrone che cade, cheta e profumata, nel suo cassettino in basso. Il giusto livello dell’acqua a lambire la valvola (non un millimetro di più, né uno di meno).
L’esatta quantità di caffè pressato né troppo, né troppo poco.
Lo “scavetto” centrale da fare o da evitare a seconda della corrente di pensiero a cui abbiamo aderito.
E poi quella fiamma azzurrognola e non troppo alta che deve accarezzare il fondo della caffettiera fino a convincere l’acqua che è ora di salire a incontrare la polvere per dare, finalmente, vita a quell’allegro borbottio che ci mette già di buonumore e annuncia il miracolo di un buon caffè.
Insomma, lasciatemelo dire, un caffè fatto con la moka non sarà mai “solo un caffè”, ma un concentrato aromatico di sapienza, tradizione e sana credenza popolare che si traduce in puro godimento di olfatto e gusto.
Per la verità avevo anche l’intenzione di chiedervi di condividere le piccole magie che usate nella preparazione di questa insostituibile bevanda ma, poi, mi sono detto che difficilmente qualcuno avrebbe acconsentito a svelare i propri segreti e, in fondo, è meglio non togliere quel piccolo alone di mistero e magia che è parte del suo stesso fascino.

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