Mi trovavo nell’età in cui, pur cominciando a crescere, i bimbi mantengono ancora una buona parte di quell’innocenza che fa loro percepire il mondo come un posto magico in cui tutto è possibile.
Avvicinandosi la Pasqua, precisai ai miei genitori che avrei rinunciato volentieri a qualcuna delle solite uova di cioccolata con sorprese striminzite a favore di un modellino dell’automobile di Batman che avevo visto nella pubblicità e che sembrava proprio uguale a quella del film che di recente avevano proiettato al cinema Puccini.
A scuola andavo bene e anche a casa dovevo essere stato abbastanza bravo perché la mattina di Pasqua la batmobile si materializzò in tutto il suo splendore sul tavolo di cucina proprio prima di colazione.
Era proprio uguale in tutto e per tutto a quella dello schermo! Sul davanti scattava un rostro affilato che spezzava in due gli ostacoli, da dietro l’abitacolo c’erano dei tubi lanciamissili per disintegrare le auto dei cattivi e, siccome aveva il motore a reazione, al posto del tubo di scappamento aveva un ugello dal quale uscivano le fiamme come negli aerei da caccia.
Nella confezione c’era anche un bell’adesivo col pipistrello e questo non me l’aspettavo davvero…
Nella mia ingenuità di bimbo pensai subito che con lo stemma di Batman applicato sul cofano motore la nostra FIAT 500, che affettuosamente chiamavamo “Peppa”, avrebbe ricevuto un sostanzioso incremento di prestazioni diventando un po’ Batmobile anche lei.
Questa possibilità mi entusiasmava moltissimo, ma c’era un ostacolo insormontabile: il babbo non avrebbe mai acconsentito a “impiastrare” la sua macchina, che teneva come un gioiello, con adesivi di sorta.
Prima di andare a letto mi confidai con la mamma che disse di levarmelo dalla testa perché, visto il carattere del babbo, anche lei avrebbe potuto farci ben poco.
Rassegnato, mi misi a dormire e non ci pensai più.
L’indomani, Pasquetta, avevamo in programma di fare una gita con pranzo al ristorante insieme ad alcuni amici di famiglia. Eravamo con due macchine: noi con la Peppa e il Romano Rigali della famosa dinastia dei “Diavoli” e grande amico di mio padre, che con la sua Fiat 1100 trasportava gli altri.
Prima di partire Romano si avvicinò alla nostra macchina e disse, ghignando «Perché non si fa una bella gara a chi arriva prima?»
Ci rimasi molto male perché, benché fossi piccolo, sapevo bene che la sua macchina era più potente e si mangiava la nostra in un solo boccone.
Anche quando il babbo gli rispose «Sta’ attento, Diavolo, che oggi mangi la polvere!» non potei che salire a bordo sconsolato.
Partimmo e, come avevo previsto, la 1100 si avvantaggiò subito rimpicciolendo a vista d’occhio ma poco dopo mio padre ridusse lo svantaggio, iniziò a suonare il clacson e superò di slancio Romano che, benché impegnatissimo nella guida, dovette arrendersi alla nostra superiore velocità.
Non credevo ai miei occhi! Per quanto ci provasse in tutti i modi, la 1100 non riuscì più a sorpassarci e quando arrivammo a destinazione non stavo nella pelle dalla gioia!
A Romano che, stupito, domandò cosa avesse fatto alla sua macchinetta per farla andare così veloce mio padre, strizzandomi l’occhio, rispose che non ne aveva proprio idea.
Per entrare nel ristorante dovetti passare dietro alla Peppa e, di colpo, in mezzo alle prese d’aria del cofano motore lo stemma di Batman apparve ai miei occhi!
Adesso si spiegava tutto!…
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