Stamani a Barga, alla presenza di una rappresentanza dei licei dell’ISI di Barga, si è svolta la cerimonia del premio giornalistico Arrigo Benedetti – Città di Barga 2022. Il premio quest’anno era stato assegnato ad Antonio Padellaro e Marina Lalovic. Il primo giornalista al Corriera della Sera, l’Espresso, l’Unità, il Fatto Quotidiano, la seconda nella redazione esteri di RaiNews24.
Purtroppo la giornalista, chiamata per lavoro fuori Italia, precisamente a Tolosa a raccontare la vicenda della Ocean Viking, non ha potuto partecipare; ha però inviato un messaggi di ringraziamento dove si è detta onorata di questo riconoscimento. Presente invece Antonio Padellaro che ha così ritirato dalle mani della sindaca di Barga, Caterina Campani il riconoscimento, nel corso della cerimonia tenutasi nella sala consiliare di Palazzo Pancrazi; gremita di studenti e con la presenza anche del consigliere regionale Mario Puppa e del giornalista Andrea Giannasi che ha introdotto la manifestazione.,
“Il Premio Benedetti da dodici anni premia la professione del giornalista con la schiena dritta –ha ricordato la sindaca di Barga Caterina Campani – sia l’esperienza di chi da anni vive le redazioni dei giornali, sia chi da poco tempo ha iniziato a percorrere la strada della ricerca della notizia. Ma soprattutto, evidenziando il lavoro di tanti grandi firme del giornalismo italiano, vuole tenere viva la lezione di giornalismo che ha lasciato Arrigo Benedetti”.
Giusto e meritato quindi il riconoscimento ad Antonio Padellaro, presente nella sala consiliare barghigiana: giornalista e scrittore, per quasi vent’anni al Corriere della Sera e nel 2009 tra i fondatori del Fatto Quotidiano di cui è stato direttore fino al 2015.
“Benedetti – ha detto – è stato il principale esponente del giornalismo che non ha santuari da difendere, che non deve rispondere del proprio lavoro a nessuno. Una delle lezioni, quella del giornalismo indipendente, che ci ha lasciato”
Tra gli insegnamenti di Benedetti, fare questo mestiere con grande passione civile: “Non puoi fare il giornalista se non hai la giusta energia per raccontare la realtà per come effettivamente si presenta e questo è il vero dovere civico. Benedetti – ha poi aggiunto – ci ha anche insegnato che per fare un buon lavoro ed un buon giornale bisogna lavorare di squadra”.
Tra gli insegnamenti di Benedetti la cura della scrittura, che deve essere precisa, scorrevole, limpida. : “Ci ha lasciato queste grandi eredità – ha detto – che io porto con me da quando faccio questo lavoro”.
C’è stato spazio per parlare della speranza di un futuro del giornalismo fatto della passione dei giovani, ma anche dei nuovi modi di fare informazione dei social, del pericolo delle fake news e di come riconoscerle, ma anche dell’importanza di un nuovo mezzo di comunicazione come la fotografia. “Tutte le immagini – ha aggiunto – hanno in se un racconto e sono quindi un nuovo strumento contemporaneo di informazione. Nemmeno le immagini televisive hanno la stessa potenza, perché non riescono a raccontare, come una foto, in preciso istante con la solita grande profondità”.
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