WILLIAM “BILLI” SHEETS
1937-2022
By Frank Viviano
(fonte Barganews)
Il 4 ottobre il pittore William Lionel Sheets, l’uomo conosciuto e amato come “Billi” da tre generazioni di Barghigiani, è scomparso in California all’età di 85 anni. Figlio di un sassofonista ribelle e di un esuberante pianista jazz da cocktail bar, aveva vissuto una vita decisamente non convenzionale fin dai suoi primi anni, battendo le probabilità ad ogni svolta idiosincratica negli otto decenni che seguirono. Solo chi lo conosceva meglio si rendeva conto che ogni passo di quel lungo viaggio era misurato con profonda riflessione, solida preparazione e feroce determinazione.
Alto, potente e insolitamente agile per la sua adolescenza, Bill Sheets fu una star del basket degli anni ’50 nella sua nativa Hot Springs, in Arkansas; un ragazzo con un futuro professionale nell’NBA se lo avesse voluto. L’irrefrenabile ribelle in lui non lo voleva però. Nel 1957 lasciò il profondo sud e lo sport per sempre, lavorando in impieghi saltuari a New York City, Dallas e St. Louis, dove perfezionò le abilità grafiche acquisite da bambino disegnando schizzi di automobili futuristiche. Ma il suo vero raggiungimento della maggiore età come artista – sotto le ali di Richard Diebenkorn e Frank Lobdell, luci principali dell’influente movimento di arte figurativa della Bay Area – è stato tra le strade rumorose e nei bar bohémien di San Francisco, dove l “beat poeti” Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg tennero corte.
Queste sono le credenziali americane iconiche del dopoguerra: la fama del basket, l’attrazione magnetica della Costa Occidente, le gesta trasgressive della Beat Generation.
Ma il cuore di Bill Sheets, americano D.O.C., sarebbe presto stato profondamente condiviso da un minuscolo borgo di montagna del Comune di Barga. Mezzo secolo fa, lui e sua moglie Solace Wales, abile storica ed eloquente scrittrice, ricostruirono un’antica casa in pietra sul versante meridionale della Sommocolonia, con una vista abbagliante sulla valle del Serchio e sui bastioni di granito delle Alpi Apuane. La loro figlia, Gwyndolen, è nata in Italia nel 1973 e ha frequentato le scuole a Barga.
Se la sensibilità distintiva della pittura di Bill, espressa principalmente in paesaggi e nature morte, è stata forgiata nella Bay Area, è però maturata nella luce eterea mediterranea del suo studio al piano superiore di quella casa di Sommocolonia.
I suoi tratti distintivi sono un sereno, magistrale classicismo nella forma e nella composizione, compensato da audaci lavaggi di colore, in particolare un blu ceruleo che evoca allo stesso tempo le sconfinate profondità dell’Oceano Pacifico e i placidi cieli estivi della Garfagnana. A volte, l’allusione a quel matrimonio è letterale, come in un’opera notevole (vedi sotto) che fonde una prospettiva lontana del drammatico litorale della California settentrionale, visto attraverso una finestra, con una natura morta toscana di frutta, zucchine, aglio, vino e olio d’oliva, sotto una mappa dell’Italia.
Una persistente tensione di speranza guida queste opere. Le tele di Bill Sheets raffigurano un mondo in pace con sé stesso, in qualche modo liberato dalle lotte insensate e dalle carneficine riportate dai telegiornali che lui stesso ha seguito con singolare intensità.
Quando ho perso il mio cuore americano a causa di Barga 24 anni fa, c’erano pochi momenti più rassicuranti e familiari nei suoi ritmi quotidiani di un incontro casuale con Billi Sheets in Piazza Angelio, o davanti a un bicchiere di vino in un caffè locale. Il suo travolgente preferito era il leggendario Aristodemo Casciani: nel suo locale Billi e Aristo si scambiavano battute, insulti comici, curiosità storiche e aneddoti selvaggiamente esilaranti.
-“Sei americano ma non conosci nemmeno il nome della capitale del North Dakota!” Direbbe Aristo mentre lo spettacolo si avvicinava alla sua frenetica conclusione. “Sei americano, ma non sai nemmeno nominare la capitale del North Dakota!” (La sua curiosa abitudine di vecchia data, durante le ore lente al caffè, era quella di memorizzare strane pepite di informazioni sugli Stati Uniti, che non aveva mai visitato).
– “Devo dirtelo, Billi?” chiedeva, a volume stentoreo.
– “Per favore, non farlo!” Bill avrebbe risposto.
Conversazioni più serie con Bill erano tra le principali attrazioni della vita intellettuale di Barga, anche se sono certo che risponderebbe a quella frase con un brivido. Era una delle persone più informate che abbia mai conosciuto, un sostenitore di opinioni feroci su una vasta gamma di argomenti – in particolare le imbecillità seriali della destra politica sia in America che in Europa – sempre sostenuto da fonti eminentemente affidabili. Come giornalista, ho sempre sostenuto con il decreto di Ernest Hemingway che la risorsa più essenziale di un buon scrittore è “un rilevatore di merda incorporato e resistente agli urti”.
Questo vale anche per un buon lettore, e pochi lettori, secondo la mia esperienza, erano più abili nel rilevamento di merda di Bill.
Gianmarco
24 Ottobre 2022 alle 12:57
Ricordo Bill fin da bimbetto visto che sia Bill e Sally erano amici di mio Babbo e di mia Mamma e venivano spesso a cena. Una notizia triste perche’ Bill era una gran brava persona sempre sorridente e disponibile. A Sally e Guendalina con cui sono cresciuto quando stava a Barga le mie piu sentite condoglianze e un grosso abbraccio