La Barga Liberty si è immedesimata con le eccellenze provinciali: Lucca e Viareggio.

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Una storia meravigliosa di Barga che finalmente ha avuto il suo riscontro provinciale, il 22 ottobre 2022, presso l’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, nell’incontro dal titolo: Lucca, Barga, Viareggio – Tre territori a confronto – Architettura del primo Novecento tra tradizione e modernità. Il Convegno ha avuto quali relatori, per Lucca, Ulrike Ilg; Barga, Cristiana Ricci e Viareggio, Claudia Menichini, moderatore: Marco Innocenti.

Se Lucca e Viareggio sono molto ammiccanti, anche Barga possiede molte ville e villini in stile Liberty ed Eclettico con due viali da passeggiarci per rendersi conto di cosa ha voluto dire per la Città il Novecento, grazie ai suoi straordinari e maggiormente fortunati emigranti, ma anche grazie a un’attenta politica che ne decise, dirigendola, l’evoluzione costruttiva con acutezza e un amore sconfinato per la stessa Città e suo Comune, tra cui Fornaci di Barga, Mologno, San Pietro in Campo, Castelvecchio, Filecchio, ecc.

Chi non l’avesse già fatto cerchi di comprare il libro LA NUOVA BARGA, dove tutta questa storia è descritta, dai committenti, ai costruttori, ai falegnami, ai maestri artieri del ferro battuto e maestri dei nuovi sistemi di riscaldamento a termosifoni, ai progettisti, tutti professionisti, artieri e artisti protesi a dare il loro meglio nella ricerca dell’utile e bello, anche e soprattutto da vedersi. Questo, così come il Liberty, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, stava o aveva indicato.

Un libro pieno di storie familiari affascinanti, a volte anche tristi, così come la vita ci insegna e ci indica, ma molto vogliose di far progredire con se stesse anche l’allora loro Paese, poi, nel 1930, elevato al rango di Città, per i passati storici di notevole importanza a livello regionale.

La Nuova Barga si stese nel piano sottostante al millenario Duomo di San Cristofano, di là dalla valletta solcata dal Rio Vicinale oggi Fontana Maggio, nel piano detto il Giardino, prima un piccolo rione, dalla fine del secolo XIX in poi, sviluppatosi sino a essere un vero secondo paese di Barga che guardava e custodiva come un milite attento e convinto quel Centro Storico contornato da mura.

Dall’alto, dall’acropoli di Barga, il Giardino si vedeva ogni giorno progredire e svilupparsi secondo regole dettate da un’attenta politica che ne decise l’armonia dello sviluppo, con criteri veramente cittadini, senza lasciare niente al caso, anzi, indicando anche in un certo senso quale fosse la bellezza da raggiungere per far bello quel sogno che ogni sera dolcemente ognuno addormentava, per poi riprendere a sognare ad occhi aperti la meta da raggiungere.

Questa è la cifra del valore de’ La Nuova Barga che oggi, finalmente, ha la sua storia scritta e non più solamente intuita.

Questo grazie alla Fondazione Ricci di Barga, alla sua presidente Cristiana Ricci, che una mattina, rivolta a Sara Moscardini e allo scrivente, direttore e vice direttore dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga, esordì dicendo, era il febbraio 2019:

Che ne dite se iniziassimo un percorso alla riscoperta delle storie che stanno dentro, quale arte, e dietro, quali storie familiari, ai tanti villini e ville che si vedono in Barga?

Prontamente ci fu un assenso, direi totale, a tutto quanto pensato e detto, anche perché un no, sarebbe stato come negare la nostra vocazione alla storia di Barga. Poi il gruppo si è allargato i cui nomi si trovano ben descritti nel libro di cui si è fatto cenno.

Quando si pensò al titolo del libro, venne spontaneo aderire a un’idea nata nella mente molto ispirata al bene e all’amore per Barga. Una persona che per nome aveva Alfredo Stefani, che con il fratello Italo, dirigeva il locale giornale La Corsonna, il quale aveva scritto due commedie: una La Vecchia Barga, ispirata ai giorni migliori del Comune di Barga che pian piano, l’Unità d’Italia stava spengendo, dopo i “fasti” del Granducato di Toscana. Barga, Isola fiorentina nella Valle del Serchio, che per potersi sostentare, aveva ricevuto molti privilegi da Firenze, che ora erano svaniti, equiparata al resto dell’Italia Unita e nel caso alla Valle del Serchio, ovviamente “in povertà”. Uno stato delle cose che anche qui indicò ai suoi figli le vie del Mondo, quella dell’emigrazione.

Questi figli poi tornarono un poco alla volta al loro Paese e iniziarono, i più fortunati, a costruire nel piano del Giardino le loro case, belle e molto affascinanti. Persone che non si accontentavano di una casetta o di una grande casa dozzinale, ma bella, artistica, confortevole in ogni cosa, così come la moda edilizia indicava.

Fu allora che in Barga iniziò un nuovo capitolo, quella pagina che Alfredo Stefani racchiuse nella sua seconda commedia: La Nuova Barga. Da quest’idea, come fosse una commedia di vita quotidiana, dal titolo quanto mai calzante, ecco divenire anche quello del libro, anche perché lì, i temi, sono propri degli emigranti che tornati, ora sono presi, così come in realtà sono, personaggi principali del racconto, oltre al fatto che, per quanto detto, ci fu veramente la novità di un nuovo Paese che si aggiunse alla Vecchia Barga, luogo del cuore che, con l’arrivo e l’esplodere del Liberty, si dovette aggiornare quando si mise mano ai rifacimenti di alcuni dei suoi palazzi.

Abbiamo detto del bel successo dell’incontro tenutosi a Lucca per il Convegno sul Liberty tra le Città di Lucca, Viareggio e Barga, però, già che siamo sull’argomento, ci piace pensare che non finisca qui, almeno per Barga, questa bellissima avventura, ed anzi, grazie al suo libro La Nuova Barga, che possa avere altre occasioni e pensiamo che ciò sarebbe molto interessante, anche per indicare ai cittadini delle varie realtà toscane, quale dovrebbe essere il loro approccio con il territorio, quale potrebbe essere un tema da sviluppare per lasciare ai posteri un segno preciso del proprio Novecento.

 

 

 

Commenti

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  1. Congratulations from all of your Boston friends. We have wonderful memories of our many visits!

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