Keane, un cammino d’arte e riflessione lungo un anno, anzi, di più…

- 2

BARGA – Ogni giorno la stessa strada e li stessi gesti: esci di casa con nello zaino la ultima tua “creazione”, fai il breve percorso che da via della Fontana ti porta fino sotto le vecchie mura castellane e lì dove sorge la casa che un tempo fu della indimenticabile “Befana” Evelina Chiesa  sostituisci l’immagine che si trova nella mestaina  sulla facciata principale. Ogni giorno, per 365 giorni l’anno. Anzi, per 360 perché per 5 sei stato ammalato di covid e non sei potuto uscire di casa. La storia di un anno di Keane, di quella che potremmo definire una lunga installazione artistica, ma che lui, più propriamente, definisce performance. Con tanto di scambi con la fauna locale,  gli abitanti dell’antico castello, che ad ogni passaggio con quello zaino tipo Invicta, tipo tempo di scuola anni ’80, gli gridano allegramente se sta andando a scuola o giù di lì, ma che sanno benissimo che il Keane ne ha inventata un’altra delle sue e che, da trenta e più anni a questa parte, non perde occasione per descrivere il costume, la cultura, la tradizione, l’essenza di Barga e di tutto quello che le sta attorno. Lo fa a suo modo, con una osservazione che arriva fin nel profondo di tante piccole, grandi cose. Che spesso si danno per scontate fino a quando lui non le fissa o le racconta nelle sue opere ed allora assumono un’altra dimensione.

Così, per un anno intero è andata avanti questa storia. Il percorso si è concluso nei giorni scorsi; Keane ha sostituito per l’ultima volta nella mestaina l’immagine più o meno sacra creata per l’occasione. Creazioni fatte con materiali di scarti di ogni genere e foggia, illuminate e non: santi e madonnine attorniate da un mondo post-moderno o anche post-atomico che hanno trovato posto, una creazione al giorno, nella mestaina della casa di via delle Mura

Un gesto di fede, gli chiediamo? La fede non c’entra niente, ci risponde, casomai il bisogno di rispetto e di sottolineatura di un momento, di una azione che si compie volontariamente ogni giorno.

E’ un percorso che parte da lontano, iniziato nel 2019 con la bella mostra “Spiritum” sulle mestaine della Garfagnana e soprattutto sui fiori di plastica che in questi luoghi hanno sostituito la giornaliera preghiera ed il gesto di donne antiche che qui ponevano ogni giorno un mazzetto di fiori freschi di stagione. La plastica ha tolto quel gesto che forse era preghiera, forse solo tradizione, forse solo la voglia di ripagarsi di un momento di raccoglimento con sé stessi.

Così Keane ha voluto capire che cosa si prova a ripetere ogni giorno un gesto se si vuole anche intimo di incontro con il metafisico… pur se il metafisico non è quello che stai cercando; che cosa vuol dire ogni giorno recarsi lì, prendere dallo ‘zaino della scuola’ l’immagine del giorno e sostituirla con quella presente dal giorno prima.

Un vero e proprio rituale di un anno che non è certo passato inosservato al nuovo proprietario di quella casa che grazie a questo signore è tornata per fortuna ad essere un bel luogo dopo anni di abbandono e devastazioni più o meno puntuali, dei vandali. Che se l’erano presa anche con la Madonnina che fino allora teneva d’occhio (ci provava almeno) la casa.

 

Ma vedi che c’entra la fede, Keane?!!?

“Non una scelta di fede, di rispetto, forse. Sono cresciuto con una nonna irlandese, profondamente cattolica ed anche se ateo convinto da sempre, qualche cosa dentro di quelle immagini e di quella religione della nonna mi deve essere rimasto da farmi pensare che comunque sia quel luogo meritava rispetto. Parte da lì il mio percorso che non si è fermato per un anno intero. Dopo la mostra “Spiritum” ho di nuovo pensato alle donne anziane che mettevano i fiori; io ogni giorno allo stesso modo ho cambiato quella statuina.”

 

Ora in quella mestaina rimane l’ultima che ha fatto e che ha posto nei giorni scorsi. Con il sentito grazie del proprietario che non solo ha gradito questo…. “daily-pellegrinaggio-performance”, ma lo ha favorito con tanto di illuminazione; e che ora, di quelle immagini, delle foto scattate ogni giorno dallo stesso Keane, vuole fare un libro.

 

Ma alla fine? che risposta ti sei dato, Keane? Che si prova a fare questo?

“Assolutamente non ho ancora capito bene, devo riflettere un po’ di più su questa cosa e su questo anno”.

 

Io torno a pensare alla fede però…?!

“La fede lasciala stare, non sono partito di lì. Anche se la fede, innegabilmente, fa parte del costume, della vita, della tradizione della comunità di Barga che mi sono ripromesso di raccontare da tanti anni. Un mondo in cui ci sono anche e le immagini re le tradizioni religiose. Le vedo, le sento, le ascolto ogni giorno nelle campane del Duomo, nelle immagini delle mestaine, un tempo nelle suore di Barga… Non sono cose che si possono ignorare e così anche il mio lavoro spesso le incrocia”.

 

Il tuo studio ora è pieno di queste statuine, di queste creazioni. Che ne farai?

“Bella domanda…”

Commenti

2

  1. Matilde Estensi


    Complimenti!
    Matilde Estensi


  2. Keane ci serve, è fondamentale per ricordarci la nostra identità, con decisione e a volta con una sottile ma delicata violenza. E non è un caso che proprio sia un osservatore che è venuto da fuori. Ha gli occhi dell’artista che sono scevri da ogni tentazione dell’ovvio e della routine. Ma ci guarda con attenzione, e non gli sfugge niente di esteriore né di intimo e profondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.