Anno 1779: le strade della Comunità di Barga (sesta parte). Strada dalla Porta di Borgo va ad Albiano, Treppignana e poi a Sommocolonia.

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Strada che dalla Porta di Borgo va alla Chiesa d’Albiano.

La partenza di questa strada è simile alle altre già esaminate, una per San Pietro in Campo, l’altra per Castelvecchio, con la sola differenza che ora, usciti dal Ponte di Borgo, oggi detto Vecchio, si prendeva da un’altra parte, ossia, arrivando in faccia all’ignota casa Vannucci, si andava a destra. Così, attraversando il Giardino, si arrivava sino alla casa di Giuseppe Chiappa, dove, si lasciava a destra la strada che sboccava di fronte al portone del Sig. Marchese de Angeli, oggi il Cancellone di Villa Gherardi.

 

Si ripete ancora che non è facile seguire le descrizioni del nostro tecnico Merrighi, nel senso di rifare con lui un preciso tracciato, anche perché in quasi duecento cinquanta anni, sono cambiate molte cose e non tutto è rimasto uguale allora. Noi, però, andiamo avanti nella nostra ricostruzione viaria, anche perché l’esattezza, se può dire molto, al tempo stesso anche ben poco, di fronte alla credibile testimonianza della consistenza stradale, con la quale, nel nostro passato, da Barga si potevano raggiungere le frazioni più importanti come i confini dello stato fiorentino con Lucca e Modena.

Si era rimasti alla via del Giardino che arrivava al portone di pietra del Marchese de Angeli, oggi Gherardi. Ebbene, per andare ad Albiano, non si proseguiva sino al ricordato luogo ma a un certo punto, alla casa di Giuseppe Chiappa, si prendeva a sinistra e si passava “sotto la volta della casa del Dott. Pepi”. Andando avanti s’incrociava la via che portava al Capriolo, l’antica via dei Remi, che allora passava dietro i villini, quelli a sud, del viale di Canteo, che di una larghezza di Braccia 5 (metri 3), transitava negli odierni orti di quegli stessi villini. (1)

 

In quest’area si trovava anche la chiesetta della Madonna delle Grazie, detta anche più semplicemente della Madonnina. Andando avanti, lasciando l’antica via dei Remi, si prendeva la strada a destra che portava sui canti (sui margini) delle selve del Lato. Qui c’erano tre strade, una andava a destra e ancora verso il Capriolo, un luogo dei boschi di Barga posto a nord e volto verso la costa di Albiano, Santa Maria, ecc.

 

Le altre due andavano a sinistra, precisamente per il Canto (margine) di Sant’Antonio, che più volte l’abbiamo osservato nei precedenti articoli, mentre una andava nel Piano di Sigliari, zona circostante il cimitero urbano e oltre verso San Pietro in Campo. Dalla costa che guardava la località Lato, la strada scendeva ancora più giù, finiva per passare di fronte alla casa poderale del Sig. Eschini, che era posta a sinistra, da quest’area partiva una strada che andando verso levante portava al Capriolo, mentre scendendo con la nostra via, s’incontrava a destra il mulino dei Signori Verzani e Angeli, dopodiché, oltrepassando la Corsonna (non si parla di un ponte), iniziando a salire si trovava alla destra la casa dell’Arcipretura Bertacchi (l’Arciprete era uno dei gradi religiosi tra i canonici del Duomo di Barga).  Poco sopra, alla solita mano, c’era la casetta del Sig. Pieracchi e qui la strada si faceva larga Braccia 3 ½ (metri 2,10), dopo si presentava alla destra un tronco di strada che conduceva al Tribbio, che portava a passare sul Rio della Valle, toponimo già incontrato quando si parlava della strada per Castelvecchio. Da qui si saliva alla casa dei Silicani, dove sopra c’era la casa del Sig. Cristofano Tallinucci, mentre a sinistra c’era il questionato stradello dei Pellicci, da dove partiva la strada che da Albiano portava a Sommocologna (Sommocolonia), che entrando nella medesima era di Braccia 4 (metri 2,40), a sinistra si trovava un tronco di strada che portava al Portone della Villa del Sig. Mordini, dopodiché si arrivava alla chiesa parrocchiale di Albiano.

 

Strada che dalla Chiesa di Albiano va a Treppignana, o sia, al confine dello Stato.

Questa strada dalla chiesa di San Michele d’Albiano ed era di Braccia 4 ½ (metri 2,70). La direzione era verso sinistra, cioè, diretta a Castelvecchio e iniziandola vediamo che poco dopo l’avvio avesse a destra la casetta del Sig. Marchini e qui la carreggiata si restringeva a Braccia 3 (metri 1,80). Sopra il Marchini, a destra, c’era un’ignota chiesetta e poco più avanti c’era una Fonte. Continuando, sempre a destra, iniziava una strada diretta a Sommocologna (Sommocolonia), larga Braccia 2 (metri 1,20), mentre a sinistra eccoci arrivati alla capanna di Giovanni Piero Ogni, da dove si scende nel Rio di Treppignana e così i passeggeri giungevano al confine dello Stato Fiorentino con il Lucchese.

 

Strada che dalla Chiesa d’Albiano va a Sommocolonia.   

Per descrivere questa via il nostro tecnico Merrighi riparte dalla chiesa di San Michele, così, tornando indietro da dove si era arrivati lì alla chiesa ad Albiano. Infatti, facendo marcia all’indietro, camminando sulle orme già fatte, si raggiungeva la già osservata deviazione della strada che scendeva e andava al Portone del Sig. Mordini. Ancora indietro si arrivava all’imboccatura della strada per Barga e qui si andava verso sinistra, dove la strada è larga Braccia 3 (metri 1,80). Ecco che da qui partiva a sinistra una strada diretta alla Montagna, nel luogo dove c’erano ancora in quel tempo le vestigia di una disfatta Fornace. Giunti qui si oltrepassava il Rio della Valle e poco sopra s’incontrava uno stradello che passa dalle vigne delle Capannelle, da dove si prendeva un altro stradello a sinistra che andava verso il detto Rio della Valle. Seguendo questo stradello s’incontrava a sinistra il podere del Dott. Menchi e qui la via era di Braccia 2 (metri 1,20). Proseguendo s’incontrava a destra la casetta dell’Ogni e poco dopo, alla solita mano, quella del Sig. Cristofano Salvi. Andando ancora avanti, eccoci arrivati, dice il nostro tecnico Merrighi, alla strada che va verso le vigne d’Albiano, da dove si scendeva nel Rio detto La Catagnanese, mentre salendo a sinistra, si trovava una Fornace a Calcina che era sui Beni di Lisabetta Ogni.

 

La strada in questi punti è detta in salita, così come si presenta il terreno da queste parti per raggiungere i settecento metri d’altitudine di Sommocolonia, e allora continuava su di un tronco di via grande Braccia 2 ½ (metri 1,50) che consentiva al viaggiatore di raggiungere Ronchi, incontrando poco dopo la strada che da Barga andava a Sommocolonia, che imboccata si arrivava alla Chiesina di Fonti, ancora esistente con il nome di San Rocchino.

Qui ci si ferma sotto il porticato della chiesina e raccontiamo ciò che conosciamo circa la storia di questo edificio, aiutandoci con un libricino pubblicato nel 2004 da Dario Giannini. (2) Leggendolo ecco che si apprende che l’anno 1904, la vecchia Chiesina di Fonti, si pensa ridotta in malo modo, fu obbligo rifarla e si dice che fu dotata, se già non lo era prima, di un piccolo porticato sul fronte, con due sedili di pietra e dentro un altarino per celebrarvi la Messa. Recita una targa posta sulla chiesina:

Questo Oratorio fu edificato

In onore di San Rocco dal Popolo

Di Sommocolonia nell’anno 1904.

 

Altra lapide testimonia della visita che fece all’Oratorio, correva l’anno 1910, l’Arcivescovo di Pisa Cardinal Maffi:

  1. E. Il Cardinal Pietro Maffi

Visitando questo Oratorio

Il 6 agosto 1910

Concesse duecento giorni d’indulgenza

A quanti onoreranno

San Rocco

Recitando tre Pater Ave Gloria.

 

Il Canonico Pietro Magri, nel suo libro Il Territorio di Barga dell’anno 1881, narra qualcosa di questa chiesina, così come racconta anche Dario Giannini nella sua pubblicazione, dicendoci che era già esistente nel secolo XVIII. Infatti, è censita nella relazione sulle strade di cui ci stiamo occupando tramite lo scritto del nostro tecnico Merrighi, ma la chiesina a chi fosse dedicata religiosamente nessuno lo riporta e noi non lo sappiamo, potendo solo dire che essendo vicina a una fonte d’acqua, avesse nome Chiesina ai Fonti. Unica cosa che possiamo ancora dire è ragionare sul fatto del moderno modo di appellarla in San Rocchino, come dire che in ciò ci pare di vedere la ripresa di un antico culto che si era mantenuto nel popolo di Catagnana e Sommocolonia. Nel territorio di Barga il culto a San Rocco era entrato ufficialmente l’anno 1479 (3), tramite una delibera della podesteria fiorentina di Barga, cui faceva capo allora, anche il Comune di Sommocolonia, che seppur avesse un suo Consiglio Amministrativo, questo si atteneva o s’ispirava alle direttive generali del capoluogo. Non è da escludersi la possibilità che dall’epoca or ora ricordata, su questa importante via per Sommocolonia, che poi seguitava sino al Passo del Saltello, si fosse già edificata una cappella dedicata al Santo, una sorta di “maestaina”, quale conforto spirituale molto ricercato e apprezzato dal passeggero.

Per altro si può dire che cent’anni dopo la riedificazione del 1904, quindi nel 2004, la chiesina di San Rocchino è stata restaurata. Prima, l’anno 1997, era stata dotata di un’opera di sicuro valore artistico, realizzata dal pittore pisano Paolo Maiani, una pittura cui fu imposto il nome di “Cristo del buon riposo”. In pratica si tratta di un Crocefisso che il viandante può pregare riposandosi sui sedili di pietra sotto il portico, luogo di riposo ieri per bisogno, oggi per chi percorre quella strada a piedi per puro svago, per poi riprendere il cammino e così raggiungere l’antichissimo castello Sommocolonia e andare anche oltre sino al ricordato Passo del Saltello.

La strada che passa davanti alla chiesina di San Rocchino era larga Braccia 5 (metri 3) e anche oggi ha pressappoco queste dimensioni. Salendo ancora lungo questa via ecco che si arrivava alla Porta di Sommocolonia, che potremmo definire Porta a Barga, perché, in effetti, immetteva il passeggero sulla via per Barga, ma anche, come visto sinora, per Albiano, poi Castelvecchio e quindi al confine di Stato sul Serchio, ossia alla Barca di Fiattoni. Nell’anno 1779 del nostro testo curato dal tecnico Merrighi, sotto quella porta, di cui ci resta a malapena il suo sembiante, passava la strada che aveva le dimensioni di Braccia 4 (metri 2,40), quindi la stessa porta aveva un simile passo di transito. Da qui, passando per il Castello, si raggiungeva la Chiesa Parrocchiale di San Frediano. Il nostro Merrighi termina la descrizione di questa strada precisando che tutte quelle all’interno di Sommocolonia erano comprese e da intendersi patrimonio della comunità di Barga.

 

Strada che diramasi da quella che va ad Albiano e sbocca nella strada di Sommocolonia.

Noi si è terminato il precedente racconto che si era a Sommocolonia, ora, però, occorre tornare a Barga e da qui esaminare l’altra via che non passando da Albiano andava come oggi a Sommocolonia. Torniamo allora alla casa di Giuseppe Chiappa e qui, invece di andare verso Albiano passando per il Lato, saliamo la via del Giardino sino al Portone della Villa allora appartenente ai Marchesi Angeli Verospi (il Cancellone), oggi detta Gherardi.  Qui la via era di Braccia 6 (metri 3,60). Qui arrivava la via di Macchiaia che conduceva al ricordato Capriolo e poi, incrociando a Catagnana quella che da Albiano andava a Sommocolonia.

Qui per ora ci fermiamo, riprendendo il racconto con il prossimo e ultimo articolo dove parleremo delle strade che partivano da una delle tre porte di Barga, quella di Macchiaia. (fine sesta parte – continua)


1 Vedi su questo Sito di Pier Giuliano Cecchi:
Passeggiando tra aspetti pubblici di Barga: arte e memorie collettive. Lo sviluppo di e l’Alpe di Barga. (quindicesima parte) – 25 Marzo 2022.
Passeggiando tra aspetti pubblici di Barga: arte e memorie collettive. Note Canteo e la quarta caravella della Sala C. Colombo. (sedicesima parte) – 2 aprile 2022.
2 Dario Giannini: Una Chiesina lungo la strada. San Rocchino 1904-2004.
3 Vedi su questo Sito di Pier Giuliano Cecchi:
Storia del culto di San Rocco a Barga – Anno 1479 – Sancti Rochi Festivitatis Veneratio – 9 maggio 2008.

 

 

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