Un atto vigliacco e deprecabile che non ha bisogno di alcun commento se non quello del disgusto e dell’incredulità. E’ successo nel giorno di Ferragosto, probabilmente nella notte precedente, che qualcuno si sia introdotto nel cimitero di Gorfigliano e abbia profanato la tomba di Luigi Casotti da tutti conosciuto come Luigi Dal Bozzo.
I malfattori hanno asportato un vaso di marmo nero e cercato anche di portare via il libro sempre in marmo nero che si trova sulla tomba. Luigi Casotti è morto il 30 dicembre 2009 all’età di 69 anni e nella sua vita, nonostante un lungo periodo vissuto a Milano, ha sempre cercato di valorizzare e tramandare il dialetto e le tradizioni popolari di Gorfigliano anche attraverso la scrittura e la rielaborazione di diversi testi dell’antico Canto del Maggio, anche per i bambini, befanate e la conservazione gelosa di un dialetto unico in Alta Garfagnana. Lunedì mattina la moglie Melly e la figlia Adele in visita alla tomba del caro defunto scomparso hanno fatto l’amara scoperta che hanno poi segnalato ai carabinieri della vicina stazione di Gramolazzo. L’atto è di una profonda vigliaccheria e non merita alcun commento se non quello di un totale disgusto ma soprattutto non ha nessuna logica spiegazione anche perchè il Luigi Dal Bozzo, come amerebbe ancora essere chiamato, non se lo meritava affatto. Sono innumerevoli le opere scritte nel corso degli anni, molte delle quali raccolte all’interno del suo libro presentato a Gorfigliano nel 2019 e intitolato “Il dialetto di Gorfigliano in Alta Garfagnana” curato da Yuri Damiano Brugiati con la collaborazione di Peter Coppo e Giuseppe Brugiati. Ecco, segnalando un fatto tanto orrendo quanto assurdo, anche noi vogliamo rendere omaggio alla grandezza di Luigi, un personaggio che ha lasciato qualcosa di importante, una sorta di traccia perenne e una testimonianza unica per tutti noi.
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