Anno 1779: le strade della Comunità di Barga (quinta parte). Strada da Barga per Castelvecchio, Albiano, ecc.

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Strada che dalla Porta di Borgo va a Castelvecchio.

Questa strada inizia nel solito modo di quella osservata nel precedente articolo che, dalla Porta di Borgo, ci conduce a San Piero in Campo. Entrando nel merito vediamo che nel precedente e quarto articolo si era arrivati in fondo alla strada del Giardino per poi scegliere: se andare a San Bernardino oppure fare la via di Sant’Antonio e così avviarsi verso San Piero in Campo. Ovvio che su quella direttrice, di là dal torrente Corsonna, dal nostro tecnico Merrighi appellato fiume, ci sono due paesi cioè: Castelvecchio e Albiano.

Come si osservava, in prossimità del Canto di Sant’Antonio ecco che la via si divideva in altre due, di cui una proseguiva sul Canto (Rampognana) e l’altra andava, passando dai Diversi, verso San Piero Campo ma su questa via, ricordiamo che si trovava un tronco di strada diretto verso Castelvecchio. Nel racconto di questa via che ci fa Merrighi, ecco accorgerci di una novità, consistente nel fatto che egli, ai Diversi, ci segnali la presenza di una chiesetta (poi conosciuta come dei Diversi), però ignorata nella precedente descrizione della via per San Piero in Campo.

Giunti con la nostra via ai Diversi vediamo che questa abbia due direttrici: mantenendo la sinistra si va a San Piero in Campo, mentre, prendendo a destra ci inoltriamo in una strada che poi si divide in due, una va verso il Canto della Corsonna e l’altra, proprio verso la stessa Corsonna, passando, però, sotto le case dei Marcucci, un luogo ancora riconoscibile e, probabilmente, anche abitato. (Vedi immagine in alto) Questi sono i Marcucci ascendenti del Canonico don Enrico, detto come il nonno e il suo babbo, “il Dorme”, mentre di là dalla Corsonna, ai Caproni, troveremo altri Marcucci, che sono i possibili ascendenti dei notissimi fratelli Marialina e Andrea, ecc.

Dalla località Marcucci di qua dalla Corsonna, case che sono dietro il Cimitero di Barga – San Pietro in Campo, i passeggeri scendevano nella stessa Corsonna, così arrivando agli allora beni del Dott. Pepi, da qui si attraversava il torrente, detto fiume, incontrando subito dopo una gora di un ignoto mulino (forse dei Picchietti?), da cui, salendo, alla destra si trova un tronco di strada che va ai Paroli (nome ancora esistente), mentre a sinistra una via che va al ricordato mulino e che è di Braccia 4, ossia metri 2,40.

Prosegue il Merrighi dicendo che poi si arrivasse al Riaccio, cui noi potremmo assegnare un altro nome, secondo una carta del periodo, dove è notato come Rio della Valle, da cui, lasciando a sinistra la strada che andava verso La Casa Nuova, proseguendo a destra si passava sulla Via Bella. Alla fine della quale c’era la Via delle Vigne di Albiano, da cui partiva una nuova strada per Castelvecchio, a metà della quale c’era un’altra via che portava a La Barca, mentre dopo, passando per i Caproni, finalmente, si arrivava alla chiesa parrocchiale di Castelvecchio.

Qui inseriamo una storia successiva a questi 1779, esattamente del 1845, che investirà questa strada, circa l’attraversamento del torrente Corsonna, proprio nel luogo che noi virtualmente abbiamo oltrepassato. Brevemente cercheremo di raccontarla, iniziando a dire che a questa metà del secolo XIX i rettori delle due chiese, quella di San Niccolò a Castelvecchio e di San Michele ad Albiano, raccogliendo le lamentele degli abitanti delle due parrocchie, scrissero al Comune di Barga una lettera – supplica, affinché fosse presa in seria considerazione, su questa via, l’idea di attuare un ponte sulla Corsonna. Questo perché la gente, per raggiungere il capoluogo Barga, specialmente nei periodi invernali delle piene, nell’attraversare il torrente si trovava sempre in grave difficoltà.

Inizialmente si pensò di attuare due punti di appoggio in muratura su cui porre delle tavole di legno e forse attuato. Solo nel 1853 si ebbe però un progetto che andò a inserirsi nella prevista strada da Barga per la Garfagnana, dove e in pratica, la via provinciale toscana per Barga avrebbe proseguito per Castelvecchio passando su una stretta della Corsonna che sta dietro il cimitero di Barga, al Botrio. Il progetto però non ebbe luogo per la successiva idea di percorrere la strada in località Catagnana, così inserendo meglio la zona di Sommocolonia negli importanti tragitti viari, altrimenti costretta in un angolo del territorio che sarebbe stato maggiormente morto. Comunque, sulla nostra via qualcosa di semplice era stato certamente eseguito, pensa a una passerella che consentisse il passaggio del torrente all’asciutto, anche se per le piene è pensabile che con buona frequenza si dovesse intervenire a risistemarla.

 

Strada che dalla Chiesa di Castelvecchio va alla Chiesa di S. Piero in Campo.

Si parte dalla chiesa, taciuta nella sua dedicazione, che noi sappiamo essere a San Niccolò, si trova una strada che all’imboccatura è Braccia 4 (metri 2,40). Andando avanti vediamo che su quella via, in quegli anni 1779, era presente una disastrosa frana che dalla partenza stava dopo Braccia 150 (metri 90), dove la stessa via si restringeva a metri 1,20. Voltando a sinistra, questa via proseguiva sino al “canto d’Antonio Pellegrini”, giunti qui, a mano destra s’incontrava la chiesetta di Sant’Antonio.

Qui ci fermiamo un attimo per fare una chiosa circa il Santo e la sua devozione nel territorio Barghigiano, che poi ha relazione con le strade che noi stiamo trattando in questi anni 1779. Infatti, quando da Barga siamo arrivati a San Piero in Campo, ci siamo imbattuti nella via Sant’Antonio, poi nel Canto Sant’Antonio, che ancora adesso, ritorna nella chiesetta di Castelvecchio e non a caso la via di Sant’Antonio parte da Barga ed è quella sopra, ossia, che si trova nel capitolo che introduce il presente articolo, cioè, che dalla stessa Barga ci ha portato a Castelvecchio.

Ora il punto che a noi interessa in questo momento della chiosa, è cercare di capire come fu che la via prese nome in Sant’Antonio, quale ne sia stata la possibile genesi. In altre parole, se la via pedonale che ancora oggi, da Barga porta a Castelvecchio, si chiama così, specialmente ravvisabile nel nome che ancora usiamo per la discesa che porta alla fontana di Sant’Antonio e così tutto il resto, da dove nacque il modo di appellarla? Conoscendo che dalla chiesetta di Sant’Antonio, come vedremo più avanti, la strada che vi arrivava dalla chiesa di San Niccolò di Castelvecchio, poi andava alla Barca di Fiattoni, in antico un passaggio sul fiume Serchio servito dal Ponte a Popolo, poi, crollato e mai più rifatto dal secolo XIV, ci incuriosisce proprio la denominazione della stessa chiesetta, dove di fronte vi passava la via di Sant’Antonio che partiva da Barga.

Ben sapendo che Sant’Antonio sia un culto molto presente nei francescani, che dal 1470 a Barga avevano il loro convento di San Francesco, mentre prima, dal 1434, lo avevano in fondo al Piano di Barga, a San Bernardino, nel nome di Santa Maria delle Grazie. Il secondo, dedicato a San Francesco, fu posto ed è ancora visibile nei pressi dell’omonimo Ospedale, centro religioso da cui il nosocomio prese le sue mosse negli anni 1817-1849.  Ecco che allora lo scrivente va a rileggere un suo articolo del 30 aprile 2012: Il Beato Michele da Barga – Colonna portante della Chiesa di Barga. Qui, a un certo punto, scrivevo:

L’azione benefica e caritativa degli Osservanti Francescani di Barga, guidati nello spirito dall’esempio del compagno fra Michele, ossequiato dal popolo come un santo, un poco alla volta sortì i suoi frutti. Infatti, secondo le linee dettate dall’impegno propagandistico di fra Alberto da Sarteano, ripresero vigore gli ospedali di S. Croce e S. Lucia; a questi, secondo quanto recita l’Estimo del Comune del 1477, si era unito un terzo ospedale di chiara matrice francescana, quello di S. Antonio.

Da questa nota emerge con chiarezza che nel territorio di Barga c’era un ospedale intitolato al Santo, che probabilmente in questi 1779 si era perso, che però aveva imposto il nome alla via che lo raggiungeva: ma dov’era? A Barga o a Castelvecchio, sulla riva di approdo dell’antico Ponte a Popolo e poi della Barca di Fiattoni? Lo scrivente propende per l’area barghigiana del Serchio, ossia la riva sinistra del fiume, anche se, vedendo le quindici terre possedute dall’Ospitale, compreso un castagneto, non sia da potersi dare per sicuro, anzi, ci condurrebbe a ravvisarlo a Barga. (Estimo Primo della Comunità di Barga dell’anno 1477. Arch. Com. Barga.) Questo Ospitale ebbe una vita indecifrabile, anche perché, oltre alla citazione della sua esistenza fatta dallo scrivente, quasi niente, per non dire nulla, affiora da ciò che gli storici locali ci raccontano.   

Riprendiamo in compagnia del tecnico Merrighi il nostro cammino alla riscoperta delle vie del Territorio di Barga agli anni 1779, precisamente da dove si era interrotto il racconto per la chiosa circa Sant’Antonio. Ebbene, giunti alla chiesetta di Sant’Antonio in quel di Castelvecchio, un edificio ancora esistente di proprietà del dott. Pietro Turicchi, ecco che Merrighi ci dice che poco sotto, a destra, si vedesse un tronco di strada che andava in Selva Piana, nome di un luogo ancora esistente, passando per la casa del Sig. Lazzerini: Sul canto della quale si trova un pozzo. La strada andava camminando lungo il muro dell’orto del Lazzerini che restava a sinistra, poco avanti eccoci a un rio, che senz’altro era il Rio dell’Orso, e da lì si vedeva la via per Riana, dove al Rio di Treppignana era il confine di Barga. Dal Rio la via procedeva a sinistra per i Conti e qui era larga Braccia 4 (metri 2,40), proseguendo da lì sul Canto della Corsonna si arrivava a imboccare la strada per la Barca di Fiattoni, poi attraversando il fiume Corsonna e passando sulla gora del Molino del Conti, poi sale verso l’Arsenale de’ Remi, che resta a sinistra, e dopo poco eccoci alla chiesa di San Piero in Campo.

 

 

Strada che dalla Chiesa di Castelvecchio va alla chiesa d’Albiano.

La strada partiva dalla chiesa e aveva un’imboccatura di Braccia 4 (metri 2,40). Sarebbe quella attuale (vedi immagine) che dalla chiesa di San Niccolò costeggia a nord Casa Pascoli, oggi, per donazione della sorella di Giovanni Pascoli, Maria, morta nel 1953, tutti i possedimenti sono entrati a far parte dei beni comunali di Barga, che per volontà della donatrice, l’Ente vi nomina un Conservatore che sorvegli su tutto il bene immobiliare e culturale. A quei 1779, il bene oggi definito “pascoliano” pare fosse già esistente, in pratica, allora la strada costeggiava la nuova villa di campagna degli allora possidenti che erano i Cardosi Carrara di Barga, costruita da almeno una ventina d’anni (si dice sia della metà del secolo XVIII).

Al termine di questo primo tratto si arrivava ai Caproni, dove, passando sotto una volta, presso la casa di Bartolomeo Chiappa, poi si trovava a mano destra la casa del Sig. Marcucci, che mi pare sia ancora di questa importante famiglia, nota in tutta Italia. Qui ai Marcucci la strada era di Braccia 4 (metri 2,40). La strada poi scendeva presso il Rio dei Caproni, probabile fosse l’odierno Rio dell’Orso, il quale resta alla sinistra, e qui la via è di Braccia 3 (metri 1,80). Lungo il Rio si percorreva tutta una costa “ontanata”, cioè ricca di piante d’ontani, che era di Cristofano della Bona, la cui casa si vedeva poco dopo a destra. Da qui si saliva verso la casa che era nel podere delle barghigiane Reverende Monache di San Domenico, mentre, proseguendo a sinistra si arriva alla chiesa parrocchiale di Albiano e qui la strada era di Braccia 5 (metri 3).

 

(fine quinta parte –continua)

 

 

 

Commenti

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  1. Interessante la carta che fa vedere il ponte a Botrio. Ho un terreno da quelle parti. Si può cortesemente sapere dove si può ritrovare intera quella prima carta dell’articolo? Grazie, Amedeo

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