A Varliano si rinnova la tradizione infinita del Canto del Maggio

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Il grande prato di Varliano, lungo la strada che conduce al Passo dei Carpinelli e al maestoso Monte Argegna, rappresenta per il Maggio quello che Wimbledon è per il tennis, il Maracanà per il calcio, il cacio sui maccheroni etc etc etc.

Nello stupendo bosco di castagni secolari di Varliano si è rinnovato dopo diversi anni di silenzio, lo spettacolo del maggio garfagnino. Grazie all'impegno di alcuni maggianti ultimi portatori dell'antica tradizione, coordinati da Piergiorgio Lenzi e sulla spinta del Museo Italiano dell'Immaginario Folklorico, l'operazione è riuscita. Romolo e Remo sulla base del testo di Giuliano Grandini rivisto per l'occasione da Piergiorgi Lenzi, è andato in scena. C'era un pubblico numeroso e vario con una bella partecipazione di giovani; peccato per la pioggia che ha obbligato a terminare il canto presso il circolo di Giuncugnano.
L'organizzazione attenta è stata dell'Associazione "Il Giunco" che ha curato tutte le fasi compresa la merenda finale allietata anche dai canti dei presenti e in particolare dall'improvvisazione in ottava rima con i poeti Marco Betti e Giuseppe Moroni.
L'iniziativa cerca di preparare il terreno per una rassegna futura legata al teatro popolare cantato. Accanto al maggio, infatti, è andato in scena anche il bruscello Pia de' Tolomei scritto per l'occasione e cantato dai Bruscellanti del Casentino.
Ricordiamo i magnifici cantori: Stefano Mori, Giuseppe Malaspina, Maria Massari, Nando Mori, Franco Reali e Mariano Giannetti.

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