VALLE DEL SERCHIO – “La dirigenza dell’azienda Usl Toscana nord ovest fa orecchie da mercante sulle difficoltà del pronto soccorso, in particolare di Lucca. Ma trincerarsi dietro le difficoltò del sistema sanitario a livello nazionale stavolta non basta. Non basta a nascondere il disagio che vivono i medici costretti a subire il carico delle notti che arrivano fino a 6 per quelli del pronto soccorso e a 8 per i medici del 118: se aggiungiamo le reperibilità su chiamata è chiaro che rendono impossibile una sana e corretta vita familiare. Non basta a nascondere le pecche organizzative che denunciamo da anni, che abbiamo portato davanti al Prefetto nell’agosto del 2016 e a cui nessuno vuole dare risposte. Da allora si sarebbe potuto fare se solo qualcuno avesse voluto”.
Un fiume in piena, carico di rabbia che arriva dalla segreteria della Uil Fpl Medici di Lucca che ribatte così alla replica senza soluzioni da parte dell’Asl alle criticità sollevate dal sindacato.
“La provincia di Lucca vive in uno stato emergenziale da ben prima del Covid. La Regione toscana ha facoltà di legiferare in maniera autonoma sull’organizzazione sanitaria del suo territorio per cui si potevano attuare quelle modifiche organizzative necessarie per far funzionare al meglio e in modo omogeneo il settore dell’emergenza. Si poteva e si doveva intervenire”, incalza la segreteria Uil Fpl Medici che poi passa al dettaglio:
“Partiamo prima di tutto da una mancata programmazione del ‘personale dipendente’ che a Lucca è ridotto al 50% con conseguente aumento del personale precario a compensazione. Per la Valle del Serchio da almeno quindici anni viene richiesto un team stabile di 7 medici e che siano tutti con ‘contratto a dipendenza’ invece si viaggia ancora oggi a vista con una rotazione di oltre 15 medici; l’avere due tipologie di contratto crea disagio fra i medici e la stessa azienda si trova in difficoltà a gestirli. Si poteva fare di più come completare il passaggio alla dipendenza, fermo al 2008, dei medici 118 convenzionati in modo da avere un unico e stabile team a livello del Pronto Soccorso e 118”. Disorganizzazione che non riguarda solo i contratti del personale. “Nulla è stato fatto affinché i codici minori ( codice 4 e codice 5 di pronto soccorso) trovassero un’adeguata risposta territoriale ma ciononostante in questa fase emergenziale la soluzione è a portata di mano: gestione h 24 da parte dei medici di famiglia e della continuità assistenziale anche collocandoli all’interno dei Pronto Soccorso in modo da riportare il medico di pronto soccorso al suo ruolo Poi la revisione dei punti di emergenza territoriale. Soprattutto se in concomitanza con i punti di guardia di continuità assistenziale consentirebbe di liberare risorse da ricollocare all’interno del sistema emergenza e urgenza. Infine la possibilità di opzionare ore da parte dei medici in pronto soccorso, così da alleggerire turni e carichi di lavoro: “In questi anni si poteva far sì che ogni medico assunto o trasferito in altri reparti fosse in maniera saltuaria, stante la situazione emergenziale, a prestare una parte delle ore in pronto soccorso per un certo periodo di tempo nel pieno rispetto delle normative di legge – conclude la Uil Fpl Medici -. Senza dimenticare la famosa graduatoria a livello regionale per l’assunzione di circa 100 medici per il sistema di 118 e pronto soccorso ma azienda e Regione tacciono per il buco di bilancio da ripianare entro fine anno. Forse aspettano che il sistema emergenza e urgenza collassi definitivamente? Noi non ci stiamo e siamo pronti a portare l’azienda di fronte al Prefetto perché così non si può andare avanti”.
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