BARGA – L’undicesima edizione del Premio giornalistico Arrigo Benedetti – Città di Barga, è stata assegnata a Giorgio Zanchini e Carola Frediani. Il primo, conduttore della trasmissione “Radio anch’io” in onda su Rai Radio1 ogni mattina, la seconda esperta giornalista di comunicazione digitale e cyber sicurezza.
La consegna è avvenuta nella sala consiliare del comune sabato mattina alla presenza anche di Arrigo Benedetti junior, il nipote del grande giornalista. L’iniziativa è organizzata da ormai tanti anni dal Comune di Barga, in collaborazione con la Provincia di Lucca, la famiglia Benedetti e Toscana Energia; a consegnare i riconoscimenti anche il presidente della Provincia di Lucca Luca Menesini con la sindaca Caterina Campani. Era presente anche l’editore Andrea Giannasi che collabora con il premio.
Il premio a Carola Frediani ha permesso a questa manifestazione di guardare anche le nuove frontiere della comunicazione e del mondo digitale e dei rischi e dei danni ad esso connessi che la stessa informazione si trova sempre più spesso a subire.
Un mondo del giornalismo che fino a pochi anni fa veniva guardato con poco interesse anche dal mondo dell’informazione in generale e che invece è divenuto di particolare attualità , ha detto la giornalista, che si è detta onorata di ricevere un premio che intende come un riconoscimento importante nei confronti di chi facendo questo lavoro si occupa di del mondo digitale cercando di applicare le regole del buon giornalismo insegnate da Benedetti.
Il premio a Giorgio Zanchini, giornalista cresciuto sull’eredità della grande scuola di personaggi del calibro di Arrigo Benedetti, è servito proprio a fare anche ad una riflessione più approfondita sull’enorme trasformazione del mondo della informazione che viene quasi stravolto ed oggi praticamente gestito, solo dai padroni della rete.
Benedetti, ha detto, è appartenuto ad una stagione gloriosa del giornalismo dove il giornalista era una figura quasi di intermediario che formava l’opinione pubblica. Una stagione che poi per mille motivi si è via, via indebolita e soprattutto la rivoluzione digitale ha mutato drasticamente.
“Non possiamo però abdicare alla vecchia funzione del giornalismo ereditato da Benedetti e dagli altri grandi nomi (che ha svolto per decenni una a funzione pubblica di ordine e di azione, un compito importante di formazione della opinione pubblica), per consegnarci ad attori che sono lontani da noi. Sono convinto che la funzione del giornalismo resisterà ma è in crisi il mestiere del giornalista con tanti che sono costretti a campare di una miriade di piccole collaborazioni . C’è bisogno forse oggi di trovare dei modelli economici che possano sostenere questo mestiere di giornalista; che oggi più che mai deve svolgere il ruolo di filtro e di moderazione rispetto alla marea di informazioni, spesso inesatte, che oggi ci bombardano”
Mi domando – ha concluso – se non si debba pensare per il giornalismo ad una forma di sussidi pubblici che permetta a questa categoria di poter garantire il suo ruolo, di fare ordine in milioni di informazioni ad ogni ora e di dare all’informazione qualità”.
Quel che è certo, è lo ha detto Arrigo Benedetti Junior, che anche il premio Benedetti deve guardare ai nuovi media ed alla nuova informazione con un occhio ed una iniziativa diversa, che permetta nei prossimi anni anche di far crescere questo premio pure a livello formativo e di azione.
Lascia un commento