BARGA – Una nuova ed interessante iniziativa letteraria della Fondazione Conservatorio Santa Elisabetta di Barga che sabato 25 settembre alle 16,30, presso la sala refettorio, presenta il lavoro di Tommaso Lemmi: il suo libro “L’attiva presenza del Conservatorio Santa Elisabetta nelle cultura e nella storia di Barga”.
Il libro, come spiega il presidente della Fondazione Alberto Giovannetti, rientra appieno nelle finalità della Fondazione stessa, ovvero la conservazione materiale ed anche della memoria storica del Conservatorio di Santa Elisabetta, presente da secoli nella vita barghigiana.
Lemmi, è un componente storico del consiglio direttivo della Fondazione, da anni studia ed approfondisce la storia di questo edificio del centro storico e di tutto quello che ha rappresentato negli anni.
Era segretario del Conservatorio anche ai tempi in cui qui operavano le Suore Carmelitane e questi era un educandato femminile re e ne conosce indubbiamente la storia molto più di qualsiasi altro barghigiano. A lui in questi anni è stato dato l’incarico di raccontare proprio questa storia e sono state scritte dalla sua penna diverse pubblicazioni. Prima dle libro che viene presentato sabato anche l’uscita di “Monastero di Santa Elisabetta” che ricostruisce una storia di quasi sei secoli dell’intero complesso del monastero.
Il conservatorio di S. Elisabetta in origine era un monastero situato “ad un tiro di sasso incirca” dalla canonica della pieve di Barga. Questo accadeva verso il 1440. Negli anni divenne un grande monastero con chiesa, campanile, orto e annessi. La sua insomma è una lunga ed interessante storia che Lemmi ci porterà ora ad approfondire nei rapporti con la cultura e la storia di Barga.
Da istituzione scolastica a luogo di storia ed arte
Nel 1785 su disposizioni granducali si decise che il Monastero di S. Elisabetta di Barga, che avrebbe assunto la qualifica di “Conservatorio” per l’istruzione delle giovani.
Il 10 Settembre 1788, con solenne cerimonia, le Domenicane si trasferirono, allo stato di oblate, nel vasto complesso di S. Elisabetta. La data del10 Settembre 1788 è quindi da considerarsi giorno della fondazione del prestigioso Conservatorio, vanto della comunità.
Nel 1808 il Conservatorio fu compreso nelle leggi emanate da Napoleone per la soppressione degli ordini religiosi. Dopo due anni di reclami, petizioni, richieste di proroga da parte dei solerti amministratori locali, fu però salvato avendo dimostrato la sua funzione educatrice dovuta alle oblate, non legate dai voti perpetui ma dedite solo all’insegnamento.
Dal 1878 alle classi elementari furono aggiunte le complementari. Nel 1906 fu ottenuto che l’esame di licenza avesse riconoscimento legale. Nasceva così quella che Pascoli chiamò “la fucina delle maestrine di montagna”.
Nel 1925 la direzione del Conservatorio e la sorveglianza delle educande venne affidata alle Suore Giuseppine e le scuole, divenute Istituto Magistrale femminile, ebbero insegnanti laureati. Nel 1938 le Magistrali divennero miste e rimasero in un’ala del Conservatorio fino al 1962 quando furono trasferite in un nuovo edificio.
L’educandato prosperò ancora nel dopoguerra ospitando un centinaio di convittrici che frequentavano le scuole e gli istituti locali ma, il graduale e costante miglioramento del sistema dei trasporti indusse le ragazze a non frequentare più l’educandato, causandone la chiusura avvenuta nel 1992. Dopo il 1992 parte della struttura è stata riservata ad ospitare una residenza assistita per anziani. In questi anni passati hanno lasciato definitivamente il Conservatorio anche le Suore.
Adesso dunque al Conservatorio non si fa più scuola, ma il conservatorio e la chiesa di Santa Elisabetta restano un complesso dal grande valore architettonico dove sono conservati paramenti ed oggetti sacri di inestimabile valore. Un complesso indubbiamente importante, che merita di essere valorizzato e salvaguardato.
Per portare avanti questo impegno nel 2006 il Conservatorio è stato trasformato in una Fondazione che era amministrata allora dal prof. Vincenzo Colucci, dall’avv. Alberto Giovannetti e dal dott. Daniele Marchetti. Ci sono stati alcuni cambiamenti giuridici nel frattempo che hanno portato all’attuale Fondazione. di cui è appunto presidente l’avv. Alberto Giovannetti.
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