Prendiamo in prestito questa immagine pubblicata sulla sua pagina Facebook da Lorenzo Catania per spiegare brevemente cosa è successo ieri.
Chi segue le nostre previsioni era stato informato che per la giornata di domenica ci attendavamo un marcato peggioramento con piogge e temporali.
avevamo parlato, relativamente alle quantità di pioggia previste, che non si sarebbe trattato di niente di eccezionale ed infatti le cumulate finali sono state sicuramente ordinarie.
ciò che le carte non riescono a vedere, sicuramente non a due o tre giorni di distanza, ma in questo caso neppure a 12 ore dall’evento, era la formazione di un fronte temporalesco così organizzato sul mar ligure.
Spieghiamoci meglio… Potevamo sicuramente notare una elevata probabilità dello sviluppo di temporali forti ma poi questi fenomeni devono essere analizzati e monitorati in tempo reale. In una situazione come ieri si riesce a dare un allarme con due, massimo tre ore in anticipo, non di più.
Con il colore rosso si identifica una zona particolarmente intensa del fronte temporalesco, sicuramente portatrice di grandine dove una grande quantità di aria fredda si riversa molto velocemente verso il suolo provocando raffiche di vento molto forti fino nell’ordine di 120 130 km/h. Guardando il radar nel primo pomeriggio vedevamo infatti questo esteso fronte temporalesco sul Mar ligure che scaricava un’enorme quantità di fulmini, già questo ci faceva pensare ad un passaggio molto ben organizzato e sicuramente foriero di fenomeni violenti che hanno poi interessato anche le nostre zone. Non una vera e propria tromba d’aria, o tornado che dir si voglia, bensì forti raffiche di vento da outflow, ovvero l’aria fredda presente nel cumulonembo che si riversa velocemente verso il suolo.
Il temporale è poi passato abbastanza velocemente lasciando dietro di sé i danni che ben sappiamo.
Come ogni volta, poi, iniziano le polemiche.
tralasciando i soliti discorsi sul cambiamento climatico (I temporali devastanti sono sempre esistiti ed esisteranno sempre, anche da noi) sicuramente possiamo dire che a livello di prevenzione si può fare di più: una maggiore cura dei nostri boschi, ad una selezione di quelle piante che pur apparendo sane sono invece malate e che di fronte a questi eventi subiscono danni, una maggiore cura delle fognature perché riescano a ricevere quanta più acqua possibile, una pulizia delle canalette di scolo e così via. Siamo soltanto a fine settembre, i contrasti accesi sul Mediterraneo devono ancora cominciare e, lo ripetiamo ancora una volta, è statisticamente tra ottobre e novembre che l’Italia in generale vive eventi alluvionali. È sempre successo ed accadrà ancora. Nel nostro piccolo possiamo, con una migliore manutenzione, cercare quantomeno di limitare i danni.
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