La piazzetta e le piazzette

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Amo le leggende, e quando eravamo piccoli si narrava che sulla piazzetta San Felice sorgesse una grande casa, poi distrutta dal terremoto del 1920. Al suo posto si decise di lasciare uno spazio verde, e furono edificati i bassi muretti in pietra che la delimitano e piantati pini e cipressi tutto intorno, e un abete proprio nel centro. Se fosse vero, si tratterebbe di una storia ormai secolare. Nacque una piazzetta erbosa e ombrosa, per il poeta Piacentini antica e mesta e odorosa d’Appennino.

Io non me la ricordo mesta, ma felice come il nome che porta. C’era la nostra casa delle vacanze, che duravano dai primi di giugno agli ultimi giorni di settembre. Nelle sere di giugno la piazzetta si popolava di lucciole, ed era d’obbligo catturarne almeno una per metterla sotto un bicchiere in cucina e trovarci il mattino dopo una moneta da cento lire. Questo rappresenta uno dei miei primi ricordi, insieme a quello dell’arrivo di mio padre per le sue ferie di agosto, e noi figli che ci mettevamo in fila allo sportello dell’auto per il suo bacio al profumo di dopobarba. Ricordo la sua abbronzatura perfetta e il suo inconfondibile sorriso. Dopo cena sulle panchine si radunavano diverse persone anziane a chiacchierare e le voci ci cullavano quando ci mettevano a letto, molto presto, con le finestre semichiuse. Appena sotto c’era una pista da ballo, e il sabato sera arrivavano le note di Mina,         Morandi e Celentano.

Si giocava a pallone subito dopo colazione. Prima io e mio fratello a tiri in porta, che era proprio davanti alla facciata di casa nostra. Alla terza pallonata nei vetri della cucina mia madre si affacciava, non per sgridarci ma per socchiudere le persiane. Da buona irlandese aveva uno spirito libero e molto rispetto per i nostri giochi. Una volta che organizzammo in piazzetta i giochi olimpici ci diede in prestito tre materassi di casa per il salto in alto.

Le estati erano lunghe e azzurre. Pioveva molto di rado, e allora ci trovavamo, maschi e femmine, sotto la loggia del Casciani per giochi un po’ stupidi del tipo: Dire, fare, baciare, lettera, testamento. I baci che ci scambiavamo erano castissimi. Noi maschi sognavamo di tornare a giocare a pallone.

La piazzetta era anche il punto di partenza per le nostre escursioni del dopocena, alcune pericolose. Chiamavamo Giro dell’Armida un percorso che passava sopra gli alti archi della Ripa e sbucava nell’orto della Vignola, dove ci aspettava un cane ringhioso a cui non sempre e non tutti siamo scampati. Oppure, armati di archi, frecce e cerbottane andavamo a cercare rogna nei territori nemici. Se restavamo in piazzetta, a volte per fare un dispetto agli anziani seduti sulle panchine svuotavamo delle grosse zucche, intagliavamo occhi, naso e bocca e le piazzavamo sui muretti con dentro una candela. Erano un po’ lugubri, e forse noi eravamo suggestionati dalla vicina chiesetta della Misericordia, dove abbondavano le immagini di morte e da cui certe sere partivano delle strane processioni di uomini vestiti con delle cappe nere e incappucciati. Le nostre morti secche erano indirizzate soprattutto a un vecchietto che ci sequestrava sempre il pallone e una volta ci fece convocare in caserma dal maresciallo dei carabinieri. Facevamo polvere e non rispettavamo i fiori dell’aiuola sotto l’abete, questi i capi d’accusa. Tutto si risolse con una ramanzina ma dopo qualche giorno il pallone comparve nuovamente nella piazzetta San Felice. Anzi, la piazzetta divenne presto il punto d’incontro per tutti i bambini che volevano dare due calci al pallone, e solo il sabato pomeriggio la occupavano i ragazzi grandi per mettersi in circolo sull’erba ad ascoltare la musica da una radio.

Ma la piazzetta San Felice lentamente si spopolava, e i ragazzi migravano verso il Giardino per andare nei nuovi punti d’incontro: sotto il ponte e poi ai campi da tennis. Restavano gli anziani, ma il castello si ripopolava di giovani in occasione del festival Opera Barga e nel corso degli anni Ottanta con la festa nel centro storico. Allora la piazzetta era piena di tavoli azzurri dell’A.S Barga e ancora prima del Gruppo Marciatori, e intere famiglie venivano dal Giardino a mangiare all’aperto un piatto di maccheroni preparati dalle donne del posto. Come era successo nella lunga tavolata di piazza del Sargentone a cura della Lenza Bargea ancora negli anni Settanta, la piazzetta diventava un punto d’incontro e un’occasione per socializzare e per mettere insieme varie generazioni di avventori e per noi ragazzi di conoscere quelli grandi cui ci capitava a volte di star seduti accanto.

Poi, negli anni Novanta, la svolta giovanilistica, con il dopocena che soppiantava la cena e un nugolo di ragazzi a contendersi un posto a sedere nelle piazzette che ormai andavano per la maggiore: quella davanti alla biblioteca (prima con l’Ars amandi poi con la Locanda ribottaioli) poi la piazzetta delle mura, e la Spiaggia libera in quella Piazza del Sargentone dove tutto era cominciato tanti anni prima e dove adesso curiosamente funziona un ristorante con cucina a base di pesce e i tavoli all’aperto. La formula vincente era: birra alla spina, un minimo di gastronomia e tanta musica dal vivo. A esibirsi erano soprattutto i talenti musicali del luogo, emergenti e non.

Si poteva assistere anche a delle competizioni canore di buon livello, ma soprattutto c’era il gusto di stare insieme e di mescolarsi con gli altri sotto il segno della festa e di una vera spensieratezza. Naturalmente non mancava lo scontro generazionale tra le diverse esigenze dei ragazzi, vogliosi di esternare la loro gioia di vivere, e quelle di una popolazione residente piuttosto anziana che mal tollerava, comprensibilmente, la confusione e il rumore notturno.

Le festa nel centro storico e` stata lo scenario di amori fugaci e clandestini ma anche di altri destinati a durare nel tempo. Ci sono stati anni in cui per la Festa delle piazzette un vero fiume di persone, soprattutto giovani, si riversava per la Via di Mezzo: ragazzi e ragazze da Gallicano, da Castelnuovo e anche da Lucca. Da Fornaci un po’ meno, ma questa è un’altra storia.

 

 

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