Al Conservatorio gli scatti di Gabriele Caproni, omaggio alla storia della Linea Gotica della Valle del Serchio

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BARGA – Fino al 12 settembre la bella sala del refettorio del Conservatorio Santa Elisabetta, ospita la mostra fotografica di Gabriele Caproni dal titolo “La linea Gotica nella Valle del Serchio”. Gabriele Caproni a Barga lo conosciamo tutti e sappiamo quale sia la sua capacità nell’immortalare scatti con la sua macchina fotografia ed un nuovo esempio ne è questa mostra che è stata inaugurata la sera del 7 agosto scorso e che sarà visitabile dalle 16 alle 19 presso la sede del Conservatorio.

Per poter accedere sarà necessario avere il green pass.

A presentare la mostra, insieme a Gabriele, c’era anche, a fare gli onori di casa per la fondazione Conservatorio Santa Elisabetta che ha organizzato anche questa bella iniziativa, l’avv. Alberto Giovannetti

La mostra raccoglie le opere fotografiche che sono pubblicate nel libro omonimo di Gabriele Caproni stampato da Maria Pacini Fazzi. E indubbiamente queste immagini, grazie anche alla pubblicazione, rappresentano forse l’ultima testimonianza possibile di questi luoghi legati  alla seconda guerra mondiale. Molti rifugi, che solo i vecchi ricordano, oggi sono crollati o scomparsi e, tra non molto, il tempo finirà per cancellare tutto, lasciando solo la memoria scritta dei fatti che accaddero tra l’estate del 1944 e la primavera del 1945.

Il lavoro di Caproni è stato minuzioso a cominciare da una difficile ricerca per  trovare e documentare le residue tracce di quella che è stata l’ultima linea difensiva tedesca in Italia.
Partendo dalle poche informazioni scritte o da cartine, la ricerca è stata resa possibile dalle indicazioni fornite dalla testimonianza orale di persone che erano ragazzi ai tempi della guerra oppure da ricercatori e appassionati di storia, collegati ai musei della memoria esistenti lungo l’intera Linea Gotica. Anche il recarsi sui luoghi meno noti della linea Gotica è stato impegnativo. Insomma un lavoro complesso ed anche faticoso che alla fine è stato ripagato da questi scatti e da questo libro che fissano per i posteri quella che è stata la Linea Gotica in Valle del Serchio.

 

 

La Linea Gotica è la più famosa e sviluppata linea difensiva costruita dai Tedeschi in Italia a partire dall’ottobre 1943, non era ancora ultimata quando venne attaccata dagli Alleati nell’Agosto 1944.
Basata sul concetto militare di “difesa elastica”, la Linea Gotica era formata da una fascia lunga circa 320 chilometri che partiva dalla provincia di Massa Carrara, attraversava la Valle del Serchio, la parte montuosa delle provincie di Pistoia e Prato congiungendosi ai passi della Futa e del Giogo; da qui scendeva attraversando il Casentino e, correndo lungo il fiume Foglia, raggiungeva il mare a Pesaro. La sua profondità si estendeva nel territorio da 15 a 50 chilometri.
I tedeschi ebbero tempo di fortificare in cemento solo le zone ritenute più delicate, mentre il resto della linea basava la sua forza sulla morfologia del territorio: trincee e rifugi scavati in terra o roccia, ricoperti di legno e pietra, postazioni di mitragliatrici posizionate in cima alle montagne o alle alture, campi minati, reticolati di filo spinato e fossati anticarro.
L’assalto alla Linea Gotica iniziò il 25 agosto 1944 sul fronte adriatico e dopo settimane di duri scontri, tra il 20 e 21 settembre.
L’ultima e decisiva offensiva sulla Linea Gotica fu avviata il 5 Aprile 1945 nel settore apuo-versiliese per proseguire il 9 Aprile nella Valle del Serchio e il 14 sull’Appennino emiliano. Dopo ben otto mesi la linea tedesca cedette e il 21 Aprile fu liberata Bologna.
Sul percorso della Linea Gotica si trovano quasi esclusivamente musei, cimiteri di guerra e cippi commemorativi che ricordano gli eventi bellici. Pochi invece i siti originali rimasti, alcuni dei quali valorizzati individualmente da associazioni locali.

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