BARGA – In montagna, quando ti trovi in cima ad una vetta e ti rendi conto della bellezza incommensurabile di quello che ti circonda, non penseresti mai di trovare l’imbecille del giorno  capace di portare anche in alta quota le miserie della nostra società. Invece così accade anche a oltre 1800 metri sul livello del mare come dimostrano queste foto che ci ha mandato il lettore Claudio Merlini e che ritraggono i danneggiamenti della Croce sulla Cima dell’Omo.

“Si può essere d’accordo o no sul mettere un simbolo su un monte – ci scrive Claudio –  ma arrivare ad imbrattarlo con della vernice di proposito, portandosi da casa una bomboletta, quindi con premeditazione, è uguale a chi distrugge icone cristiane. Crediamo che comunque una persona così non ami nemmeno la montagna”

Claudio è uno degli artefici del posizionamento della bella Croce sulla cima dell’Omo. L’operazione avvenne nel luglio 2020 e fu realizzata da Adelmo Rinaldi, Carlo Venturi, Claudio Merlini, Michele Moscardini e Nicolò Micheletti. Costruirono una croce dell’altezza di circa 2,5 metri, portandola poi sull’Alpe e fissandola nel punto più alto. Il tutto appunto sulla cima del Monte Omo, rilievo tra i più alti dell’appennino Tosco Emiliano con i suoi 1860 metri slm e posto sul territorio barghigiano. La croce fu messa come omaggio a questa vetta importante per la storia dei barghigiani (conosciuta infatti anche come “Alpe di Barga”).

La croce ora è stata imbrattata di vernice gialla e non si capisce proprio il perché uno si debba prendere la briga di salire fin lassù per compiere un gesto del genere.

“A noi che con fatica l’abbiamo portata su – ci dice ancora Claudio – dispiace constatare un atto di imbecillità umana anche su questa montagna che tutti noi amiamo”.