Le vaccinazioni degli over 80. Ecco come va a Barga

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BARGA – Agli studi medici di Barga va avanti dal 25 febbraio, ogni settimana, la vaccinazione degli ultraottantenni. Si segue la precisa agenda indicata dal portale, del sistema regionale e dell’ASL con le vaccinazioni che vengono effettuate dai più anziani ai più giovani, dai cento agli ottant’anni insomma. Stamani era mattinata di vaccini ed abbiamo trovato al lavoro alle otto il dottor Aristide Valiensi con il supporto dell’infermiera Ivana Bertolini.

A Barga, in questi studi medici, per il momento, a ricevere almeno la prima dose del vaccino, sono stati circa 300 pazienti (100 per ognuno dei tre medici dello studio che effettua a turni diversi le vaccinazioni ogni settimana e che in linea di massima hanno in carico almeno 150 pazienti over 80). Dal 18 di marzo, passati i giorni necessari, si è iniziato anche ad inoculare ogni settimana la seconda dose.

“Si conta – dice Ivana, l’infermiera che segue oggi tutta la procedura – di completare la vaccinazione dei pazienti nelle nostre liste (prima dose) entro la prossima settimana e poi di poter cominciare le vaccinazioni dei pazienti a domicilio; prima ci sarà però da studiare e mettere in pratica tutte le procedure per realizzare nella massima sicurezza anche questo servizio. Con questo regime di vaccinazioni dovremo comunque finire dopo la metà di aprile, forse entro il 25 aprile, per quanto riguarda la prima dose.”

 

All’inizio nelle prime due settimane, ai medici veniva inviata solo una fiala e quindi il vaccino per sei persone. Invece in queste ultime settimane sono state inoculate 19 fiale che vuol dire114 vaccinazioni.

“All’inizio, con la prima vaccinazione del 25 febbraio,  è arrivata a settimana solo una fiala per ogni medico, ma ora si procede più speditamente – dice ancora Ivana – E’ servito comunque partire più lentamente; era necessario infatti un certo rodaggio per mettere a punto un metodo efficiente, capendo innanzitutto il carico di lavoro”

“Le vaccinazioni vengono svolte al di fuori della normale attività ambulatoriale – spiega il dottor Aristide Valiensi – in stanze dedicate solo a queste attività o ad accogliere poi dopo il vaccino i pazienti, nell’attesa dei 10-15 minuti necessari per sincerarci che non ci siano stati problemi. Negli studi medici negli orari di vaccini sono presenti al massimo solo due medici. Certo non è facile coordinare le attività di assistenza con quelle di vaccinazione, ma pensiamo di aver fatto e di star facendo un buon lavoro”

“Se è successo che qualche dose sia rimasta inutilizzata? E’ accaduto che qualcuno non si sia presentato per vari motivi – spiega il dotto Valiensi – ma ci siamo subito attivati per reclutare una riserva che chiamiamo: o sempre tra le persone ultraottantenni, oppure tra chi ha già avuto il covid da 3 a 6 mesi scorsi e quindi ha bisogno di una sola dose. Siamo quindi riuscirti sempre a non sprecare alcuna dose”

Secondo il dottor Valiensi il sistema così organizzato funziona e non sarebbe stato necessario reclutare tutte le persone che sono state coinvolte nell’organizzazione vaccinale; anche perché al momento di vaccini ce ne sono pochi.

“Se avessimo avuto maggiore disponibilità di vaccini sarebbero comunque bastati anche i medici di famiglia – dice Valiensi – Hanno messo in piedi un sistema che prevede tante figure in grado di vaccinare, ma se mancano i vaccini tutto questo non ha senso. Di sicuro noi potevamo dare anche di più, se ci fossero state le dosi. Per esempio noi in venti giorni, un mese facciamo da 400 a 450 vaccinazioni antinfluenzali e quindi le vaccinazioni anticovid sarebbero state molto più alte se ci fosse stata la disponibilità dei vaccini; pur considerando che comunque sia per questo tipo di vaccinazione c’è da far collimare il tutto per il rispetto delle distanze e delle misure di sicurezza e con lo svolgimento delle altre attività ambulatoriali.”

“Al di là dell’organizzazione delle vaccinazioni agli ultraottantenni, che comunque stanno andando avanti, se posso permettermi, adesso ci sarebbe da fare dei correttivi anche per il sistema delle prenotazioni delle altre categorie, dagli under 80 agli estremamente fragili e così via – aggiunge Ivana – Il portale che è stato organizzato è troppo difficile e non tutti sono in grado di usarlo a dovere. Anche io, personalmente, mi sono attivata con il mio cellulare nell’assistere le prenotazioni di tante persone che altrimenti sarebbero state in difficoltà. Forse, anche in Valle del Serchio sarebbe stato utile organizzare un apposito sportello come è stato fatto ad esempio  Capannori; per seguire le persone in tutte le fasi della prenotazione”.

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