BARGA – Circa una ventina di positivi, di cui anche tre operatori sanitari e tra i pazienti, ricoverati naturalmente a Barga per altre patologie, anche tre decessi, di cui l’ultimo un uomo di 93 anni residente a Barga.
Questo purtroppo il bilancio del focolaio che ai primi di aprile, esattamente il primo aprile scorso, si è manifestato nel reparto di medicina dell’ospedale San Francesco di Barga, reparto dove per un paio di settimane l’azienda sanitaria ha dovuto gestire un contagio crescente. Ora qui tutto è tornato alla normalità ed il reparto ha ripreso in toto la sua operatività, ma sono stati giorni difficili ed anche dolorosi.
La sindaca del comune di Barga, Caterina Campani ha seguito l’evolversi della situazione fin dall’inizio e fu proprio lei a rendere nota la prima positività riscontrata. Oggi ci parla di questa vicenda.
Sindaca, ma come è stato possibile che ci sia verificato un cluster di questo genere in un reparto no covid?
“L’azienda sanitaria sta facendo in questo momento tutte le verifiche del caso. Si è parlato comunque di una possibile positività sviluppata dopo il ricovero con tampone negativo di un paziente, ma dovrà essere l’azienda a confermare questa o altre ipotesi che ci sono”.
Ci sono per lei responsabilità in quello che è accaduto?
“Ammesso il fatto che non è facile prevedere o prevenire dove e come si possa sviluppare un cluster e che questo può verificarsi purtroppo anche in un ospedale, resta la nostra convinzione che l’azienda deve trarre insegnamento da quanto accaduto. Saranno le autorità competenti e l’azienda stessa a stabilire se ci sono responsabilità. Da parte nostra, e di questo chiederò sostegno anche alla conferenza zonale dei sindaci, chiediamo che l’azienda sanitaria si faccia carico della massima rigidità nell’applicazione delle procedure per la totale sicurezza dei nostri ospedali”
Pensa che qualcosa sia andato storto nelle procedure?
“Chiedo solo che ci sia la massima attenzione alla sicurezza anche nel nostri presidio ospedaliero, a Barga come a Castelnuovo. Che in fatto di sicurezza non possono essere secondi ad altre realtà più grandi”
Certo, una vicenda drammatica, che purtroppo ha visto anche tre decessi…
“Siamo addolorati di questo. Esprimo innanzitutto la mia vicinanza e quella di tutta l’amministrazione comunale alle tre famiglie coinvolte. Il mio pensiero va a tutti loro.
Abbiamo dovuto prendere atto anche di questo drammatico sviluppo della situazione; non sappiamo quanto tali decessi sono o meno legati al covid o ad altre patologie. Anche in questo caso l’azienda e le autorità competenti faranno di certo le opportune verifiche”.
Ci sono stati casi di contagio anche tra gli operatori sanitari. Ma non erano tutti vaccinati?
“I casi sono stati tre, ma come posso risponderle su queste informazioni? Quello relativo alle vaccinazioni è comunque un dato sensibile e cosi pure lo sono le vicende che hanno riguardato i tre operatori coinvolti. Peraltro, ma solo per fugare qualche dubbio che era nato sui social, non era ancora obbligatoria la vaccinazione degli operatori sanitari quando è successa la cosa. Se non sbaglio la disposizione è entrata in vigore dal 7 aprile ed al 7 aprile il reparto era già quasi fuori da questa vicenda.”
Ora il reparto è tornato a lavorare normalmente?
“Dal primo caso del primo aprile, nei giorni successivi si sono presentate le prime dieci positività a cui poi sono seguite le altre. Ogni qualvolta veniva appurata una positività il paziente veniva stato trasferito in strutture covid, mentre a Barga, in una bolla covid sono rimasti i pazienti in osservazione. Il tutto si è protratto per una settimana, dieci giorni al massimo, con il reparto all’inizio chiuso ai ricoveri esterni, tanto è che si è fatto ricorso a sei posti letto messi a disposizione dalla riabilitazione per ospitare i nuovi ricoveri. Dal 6 aprile comunque il reparto ha ripreso a ricoverare nuovi pazienti e ora è tornato pienamente operativo”.
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