Un ospite indesiderato (terza e ultima parte)

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“Eh, no, caro Mansueto – gli risponde duro Carlo -, se vuoi fare battute spiritose, cerca un altro tema: la Resistenza non si tocca!”.

“Calma, calma – entra la vedova Iole -, siamo amici, qui in condizioni anomale per l’emergenza del virus, ed i nervi sono sottoposti a diverse tensioni: non creiamone altre. Sono trascorsi tre quarti di secolo dalla fine della guerra, ed ancora, purtroppo, c’è viva rivalità fra le fazioni opposte di destra e di sinistra; mentre invece lo scontro tra monarchici e repubblicani, fortissimo nell’immediato dopoguerra, terminò quasi subito, dopo la sconfitta dei sostenitori del Re al referendum del 1946”.

“Alla fine – commenta Adele -, detto negativo dualismo avrà termine, speriamo presto; e, come tanti altri storicamente avvenuti anche per lunghi periodi, come per esempio quello, cruento, fra Guelfi e Ghibellini, anche questo attuale giungerà all’estinzione”.

La giovane Veronica riprende a parlare:

“Mi sono informata, su internet, dei dati della precedente pandemia, chiamata ‘Spagnola’. Ebbene, con sorpresa ho saputo che si protrasse per due anni, dal 1918 al 1920, con numero di vittime, fin dall’inizio, enormemente maggiore di quelle finora riscontrate per la nostra attuale epidemia. Forse l’attuale virus è più leggero del precedente, o forse è stato maggiormente e più efficacemente affrontato dalla sanità mondiale?”.

“Certamente, per questa pandemia moderne attrezzature ospedaliere e medicinali atti ad arrestare il. male. Inoltre, molto importante, al virus è stato impedito di diffondersi ancora più, grazie all’isolamento di molte persone nelle proprie case, usando mascherine, guanti, sanificando ambienti di lavoro, di negozi, di abitazioni, igienizzando tutto, il più possibile”.

“Hai detto bene, Camillo – gli si rivolge Carlo -, ma voglio obiettare qualcosa su quanto detto. Nel Nord Italia, evoluto e pulito, efficiente nei servizi, il covid-19 ha infierito tremendamente; mentre nel Sud, che c’è chi lo qualifica povero, ignorante e sporco, pochissimo ha colpito. A Teano (Caserta), addirittura zero contagi, fino a pochi giorni fa. E si temeva che il virus, che nel Sud stava per giungere, avrebbe fatto strage di vecchi, in specie nelle case di riposo, considerate malmesse ed invece la strage di vecchi si è avuta in quelle, modernamente organizzate, della Lombardia! Nel mondo troviamo conferma, nella pratica, a detta contraddizione di risultati: nell’opulenta USA, il coronavirus ha colpito più forte che non negli Stati del Sud, dove imperversa il degrado. E l’Africa? Così povera e con misere norme igieniche? Eppure, il virus lì ha attecchito molto meno che in Europa”.

L’interessante argomento viene analizzato in molteplici suoi aspetti, considerazioni, implicazioni; e la vecchia insegnante Adele riprende a parlare:

“Fa paura, il contagio; ma la morte colpisce, più del virus, con la moto, con l’auto, in montagna, in mare, per gravi malattie, e così via. Tutti noi conosciamo tante vittime per incidenti stradali: l’ultimo, appunto, avvenuto qui a Fornaci poche settimane or sono, è stato quello di un giovane deceduto in moto, investito da un’automobile; ma io non conosco nessuna vittima del virus, e credo che in tutto il nostro comune non ce ne sia stata, finora, neppure una. Con questo non voglio dire che detta pestilenza sia cosa da nulla, anzi, è estremamente gravissima, ma è del tutto esagerato il comportamento dei giornali, delle emittenti televisive che, si può dire, non trattano altro che di questo, dalla mattina alla sera, in forma ossessiva. Forma che, per altre attualità contingenti, nel recente passato la usavano si può dire 24 ore, su 24 per altre cose: quando c’erano i barconi nel mediterraneo, con stragi di migranti, quando c’erano le guerre in Libia, in Siria, nel Medio Oriente, quando c’era il processo da fare a Salvini…E tanto altro; ed ora, col Covid-19, di tutto questo non se ne parla quasi più: tutto svanito! Ma sarà che noi, del popolo, veniamo manipolati come burattini? Bisogna quindi guardare cosa c’è dietro questo modo di informare per meglio capire cosa c’è di vero in quel che ci propongono, come, ad esempio, passeggiando per via Fillungo, a Lucca, ammiriamo negozi sfarzosi, bar, fra gente rumorosa, ma festosa; tuttavia, se si svolta in una strada confluente, ecco che tutto cambia: c’è il silenzio, tutto è più triste, le case sono brutte, le luci meno vivide…Un’ultima riflessione: il governo si è impegnato contro il coronavirus, mobilitando tutte le forze armate, fino all’esercito, si può dire come in tempo di guerra; ma se siffatto impegno, così capillare, l’avesse impiegato contro la diffusione della delinquenza, della droga, che viene spacciata fin presso le scuole, dell’alcolismo, forse queste infauste realtà sarebbero già state debellate”.

 

Infine, Adele riprende ancora a parlare:

“Ho pensato che se all’autunno ci sarà ancora in giro il covid-19 – ‘Speriamo di no’, gridarono altri -, quando cominceranno a risorgere le normali influenze invernali, quelle per cui si fanno gli annuali vaccini, con gli stessi sintomi del coronavirus, i medici non potranno capire se si tratta degli uni o degli altri virus, per cui ci potrà essere confusione, quindi maggior disagio e rischio. Allora sarebbero da fare milioni di tamponi, e magari ripetuti più volte…”.

Il raduno di quei paesani sta per terminare, qualcuno è già in piedi, quando nonna Iole si rivolge di nuovo agli altri:

“Questo pomeriggio abbiamo parlato molto a lungo del contagio della pandemia: praticamente abbiamo fatto concorrenza ai mezzi di informazione che, bonariamente, li abbiamo talvolta criticati – per questo dire l’anziana sorride, emulata dagli altri -, ma, pur citando ciò che a nostro parere non va bene, fermiamo la mente con gratitudine su chi, dottori, infermieri, addetti alla protezione civile, pompieri, volontari, hanno fatto e stanno facendo, sacrificandosi, purtroppo già in molti casi, fino a perdere la vita, in detta meritevole opera di altruismo, per il bene di tutti. Dunque, come già detto, da domani 4 maggio potremo circolare liberamente nel nostro territorio comunale, sempre con mascherine e con dovute regole e limitazioni, in attesa di una nuova ordinanza, che avverrà fra due settimane, dalla quale ci auguriamo di fare un altro piccolo salto di qualità, verso un ritorno alla vita normale. Certamente ci ritroveremo ancora in quest’aia; ma sarà, diciamo, in modo meno clandestino – e tutti risero -, indi, finito il virus, riprenderemo le nostre chiacchierate durante le nostre camminate. Ed ora salutiamoci , senza abbracci, né strette di mano ma, in maniera buffonesca, con colpi di gomito…Alla prossima!”.ù

 

“Alla prossima!”, gridando, rispondono tutti gli altri, sgomitandosi allegramente.

“Finalmente, dal 18 maggio, con la nuova ordinanza, si può liberamente circolare anche fuori del comune di residenza, pur rimanendo nella propria regione e senza autocertificazioni! Ne ho già approfittato per muovermi in auto, in bicicletta, a piedi: è bellissimo!”.

E’ la giovane Veronica che ha parlato a tutti gli altri amici, ancora riuniti nella famosa aia; ma su questo ci sono delle novità, che vengono illustrate, puntualizzate da nonna Iole:

“Da qualche giorno siamo nel mese di giugno, e si può dire che il coronavirus sta regredendo nella sua forza. Bene. Nel nostro comune di Barga, ed in tant’altri del circondario, non si è avuta nessuna vittima per questo male, con un basso numero di contagiati. Lentamente, con prudenza, piano piano si procede verso il ripristino della normalità: speriamo che così continui fino al raggiungimento di codesto obiettivo. Prima di aggiornarci al punto presente, voglio puntualizzare, come già sapete, che questa è l’ultima riunione collettiva del vicinato, in quest’aia. Qui ci ritroveremo quando capita, in modo informale, come sempre avvenuto. Ma oggi, tutti insieme festeggeremo la fine dello stare in questa radura, quasi nascosti, con una merenda-cena, e già intravvedo, sul tavolone, panini imbottiti, torte, bevande, e la fisarmonica di Stefano – e a questo dire gli astanti proruppero in grida di gioia -, mentre le chiacchierate le riprenderemo a fare a passeggio, al parco, ai bar… “.

Dalle mani di Iole, Camillo prende il microfono ed inizia a parlare:

“Come già detto, da pochi giorni è scattata la nuova ordinanza e ci risono le Sante Messe, con i celebranti e fedeli a mascherina. Riprendono le attività i parrucchieri, i negozi di ogni genere, ma non le palestre, non il gioco del calcio e simili collettivi di persone. Tutti i locali debbono essere sanificati e costantemente igienizzate le mani delle persone che ci capitano, munite di mascherina e, secondo i casi, come toccare la merce, anche dei guanti, ed a dovuta distanza una dall’altra, e code fuori dei negozi, ché uno può entrare solo quando ne esce un altro. Il governo dà a tutti i penalizzati dalla crisi aiuti finanziari atti a ripartire, ma sono tanti che restano a bocca asciutta, mentre la crisi economica si fa sempre più grave: un imprenditore si è suicidato, essendo ridotto in miseria. Il presidente Giuseppe Conte ha detto che sì, si riparte, ma con attenzione, ché non sarebbe ancora l’ora di farlo, ma si fa onde evitare che la crisi di lavoro non ci precipiti nel fallimento e nel disordine sociale, e nemmeno non si può aspettare che ci sia il vaccino, ed ha detto: ‘Corriamo un rischio calcolato’. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, come altri capi di regione, era infatti contrario a detta riapertura; ma ha dovuto accettarla. Sembra che ottemperare alle norme di distanza, di un metro, e di igienizzazione, non sia sostenibile per i bar, i ristoranti, le pizzerie: si parla che un terzo di queste ed altre attività, non potranno ripartire. Sulle spiagge gli ombrelloni dovranno stare entro10 mq; mentre piscine. teatri, competizione sportive come il calcio, restano chiuse. Quindi ora bisogna che ognuno sia responsabilmente consapevole ad attenersi alle norme antivirus, ché se in una data zona si rinfocolasse il contagio, quella verrebbe subito decretata ‘zona rossa’, con quel che segue. Quindi la cosa è sempre brutta; ma se tutto procederà bene, piano piano con l’andar delle settimane, da una fase all’altra, ora siamo nella 2, si ripristineranno tutte le attività, altrimenti si riparte dal ‘rosso’: non c’è altra scelta”.

Camillo ha terminato, e rapidamente interviene Carlo:

“Ordini, contrordini, contrasti nel governo e nelle opposizioni: una simile democrazia è un caos. Sono convinto che un regime forte, magari dittatoriale, meglio risolverebbe questa brutta situazione, con leggi rapide, univoche e sicure, guidate da mano forte. Ed intanto, ieri in coda dal barbiere, mentre pioveva, senza ombrello, mi paravo alla meglio sotto la grondaia, in attesa che uscisse il cliente precedente…Quanti disagi, piccoli e grandi!”.

“Se è per questo disagio – si fa avanti la neo mamma Liliana -, proprio oggi, a mezzogiorno, ero in attesa fuori della rosticceria, e avevo fretta, me è capitato pure uno simile anche a me: la cliente che era dentro, già servita, si dilungava a chiacchierare con la titolare, e non usciva più….”.

“Voglio dire qualcosa anch’io – Mercede si era avvicendata al microfono -: domenica 24 maggio sono andata in chiesa per assistere alla prima celebrazione eucaristica con il popolo, dopo l’interruzione causa virus e, con sorpresa, con disagio, ho dovuto farmi il segno della Croce non, come da sempre, con l’acqua benedetta, che non c’era; bensì con il liquido igienizzante! Pure il celebrante ha fatto altrettanto e perfino i lettori, che avevano toccato il libro delle letture, dovettero nuovamente disinfettarsi le mani. E, naturalmente tutti con le mascherine. Poi, alla consacrazione, uno che si era inginocchiato sull’inginocchiatoio della panca davanti la sua, dove non c’era nessuno, viene fatto subito rialzare da un addetto. Indi, al momento che il sacerdote deve invitare i fedeli a scambiarsi un segno di pace che, in genere era una stretta di mano, non viene detto nulla, nemmeno suggerire ai fedeli di scambiarsi un gesto mimico espressivo in tal senso, mentre fuori, in altri luoghi, in altre circostanze, gesti di amicizia, magari con un sorriso, vengono fatti fra le persone; ma in chiesa no: tutti fermi, come mummie. Indi, alla Comunione, il parroco si lava nuovamente le mani, le igienizza, poi si mette i guanti e distribuisce le sacre particole ai fedeli, fermi ai loro posti sparsi per tutta la chiesa: il massimo delle precauzioni. Chiesa libera in libero Stato: no, gli anticlericali vogliono una Chiesa servile dei poteri civili; ed infatti, come or detto, si tartassano i vecchi in chiesa (che di giovani ce ne sono ben pochi), con esagerate regole, mentre tanti giovani e meno giovani si raggruppano senza curarsi della distanza regolamentare da tenere tra uno e l’altro, e proprio anche nel nostro paese”.

“Ben detto – interviene Aristide -, ma ho notato con dispiacere che, alla Santa Messa vespertina prefestiva del sabato pomeriggio seguente, c’era ancora meno gente rispetto alla domenica precedente: come mai? Una o due persone per panca, con tante vuote, quasi spariti i giovani, ed i vecchi, ridotti in pochi. Altro che dover prenotarsi, per assistere al sacro rito, come i più ottimisti pensavano, con un ritorno in massa dei fedeli alle sacre funzioni: c’è quindi un forte affievolimento del senso religioso del popolo. Ed a proposito dell’acqua benedetta che per igiene è stata tolta, eppure, a Lourdes, quell’acqua fatta scaturire dalla Madonna a Santa Bernadette, mai ha infettato alcuno: se a quel tempo, per igiene, avessero rifiutato di berla, di usarla, chissà se, per la mancanza di fede dimostrata, quell’acqua avrebbe potuto perdere le sue virtù prodigiose, come possiede. Forse è che la Fede, in quest’epoca di sviluppo tecnologico e di consumismo materiale, sia sostanzialmente calata, dappertutto?”.

“Ora voglio parlare anch’io, ma seriamente, non con le solite battute – Mansueto, in piedi, si rivolge agli altri -, vai a sapere quando tutto questo finirà, ché tutti parlano, parlano, con pareri diversi, talvolta uno contro l’altro, anche fra le persone competenti. Ancora incertezze su come andrà il contagio: chi dice che il virus è alla fine, chi dice che a settembre ripartirà più forte; c’è chi sostiene che alcuni guariti si riammalano, con gravi danni ai polmoni,…E debbono iniziare a lavorare uno stuolo di psicologi per curare tante persone con crisi nervose, depressioni, causa il virus e le crisi economiche-sociali sopravvenute di conseguenza. Ed il vaccino, quando ci sarà? Presto, tardi: ognuno dice la sua; ma è certo che le uniche cose che contano sono quelle messe in atto fin dall’inizio: la mascherina, la distanza fra una persona e l’altra, la disinfezione. Tutto il resto sono chiacchiere inutili e magari dannose!”.

Mansueto ha terminato di parlare, e qualcuno gli grida: “Bravo!”.

“Ora però consoliamoci – fa l’ultimo intervento Adele -, dato che in Italia, come in tutta Europa, ed in particolare qui da noi, in lucchesia, scende di continuo il numero di contagiati ed aumenta quello dei guariti, c’è quindi fondata speranza che andando così le cose, con nuove ordinanze, già ventilate, si giunga presto ad una quasi normalità generale. Chiudiamo questa ultima finale riunione, con siffatta speranza, pregando il Signore che così avvenga. Bando quindi ai discorsi, e buon appetito!”.

Applausi grida festose, mentre i presenti si apprestano alle panche e iniziano allegramente la merenda in serenità, con spirito di amicizia.

“Finalmente, un po’ di letizia: ci voleva!”, dice uno.

“Mai stata così comoda seduta ad una tavola imbandita, senza neppure sfiorare quelli che ho accanto”, si esprime un’altra.

Infine, verso la fine del pasto, Stefano attacca a suonare la fisarmonica mentre gli altri, col bicchiere in mano, intonano il canto del pezzo eseguito. Ed ecco che qualcuno si avventura in ballo al singolare, facendo attenzione a non toccare gli altri, fra l’ilarità degli astanti. Poi ancora, per concludere la ‘storica giornata’, alcuni dei presenti, coristi, guidano gli altri nel cantare il Nabucco:

“Questo canto – dicono -, deve rappresentare il nostro anelito a riprendere la vita nella Patria della normalità di vita, di cui ne siamo stati esiliati per colpa del virus. Arrivederci a tutti”.

“Arrivederci, arrivederci, e scambiamoci un simbolico gesto di abbraccio”; e così con le braccia alzate, gli amici dell’aia si congedano allegramente.

(fine)

Mario Camaiani

(giugno 2020)

 

 

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