BARGA – Prossimamente, non appena l’emergenza covid lo permetterà, presso la Fondazione Ricci verrà presentato il libro “00893. Una collezione di acquarelli per sopravvivere. Giuseppe Orlando, industriale, ufficiale di marina, internato” scritto da Elisabetta Ricciardi. Lo presenterà Vittorio Lino Biondi che oggi recensisce per noi questo volume che naturalmente si lega anche alla nostra terra visto che Giuseppe è il fratello di Luigi Orlando, che nel 1915 fa nascere a Fornaci lo stabilimento della SMI (Società Metallurgica Italiana).
La storia di Giuseppe Orlando, “Ninni”, ufficiale di Marina, combattente in tutte le guerre del Novecento (meno che in quella di Spagna…), decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare per una importante azione nella I Guerra Mondiale sul Lago di Garda. “Internato” nella Seconda.
La racconta in un bellissimo libro edito da Scalpendi Editore di Milano “Una collezione di acquarelli per sopravvivere”, la nipote Elisabetta Ricciardi, che pazientemente ha recuperato, in un emozionante e dettagliato racconto, una memoria silente, dolorosa, pesante e italiana.
Il Capitano di Fregata Giuseppe Orlando era un I.M.I. Acronimo sconosciuto, che significa “Internati Militari Italiani.”
Non prigionieri di guerra, ma “internati”.
Erano i nostri militari, che al momento dello sciagurato armistizio dell’8 settembre 1943, nei teatri di Francia, di Grecia, Albania, furono rapidamente sequestrati dai tedeschi e trasferiti in alcuni campi di internamento in Germania e in Polonia.
Una posizione giuridica strana, atipica e incredibilmente ignorata dalla storiografia ufficiale, utilizzata dai tedeschi per togliere lo “status” di Prigionieri di Guerra e costringere al lavoro forzato i militari italiani.
L’Italia soltanto nel 1997 e nel 2006 istituirà due riconoscimenti ufficiali alla loro memoria!
Tra questi internati* Giuseppe Orlando, che al momento dell’armistizio si trovava in Grecia, con l’Ammiraglio Inigo Campioni di Viareggio.
Il trasferimento presso lo Stammlager 367 di Czestochowa in Polonia, dove incontra per un breve periodo anche lo scrittore Giovanni Guareschi. E la Madonna Nera, alla quale rimarrà sempre devoto.
Sopravvive, nonostante le incredibili difficoltà ambientali. Molti altri non ce la faranno.
In quasi due anni di internamento, raccoglierà con pazienza e cura, alcuni disegni acquarellati, spesso disegnati con materiali di fortuna, realizzati da alcuni colleghi dotati di una certa vena artistica, che rappresentano scene quotidiane di vita del campo. Immagini di internati, scenari, paesaggi, reticolati, soldati, incubi…
Una testimonianza di quel periodo drammatico e doloroso. Documenti di coraggio, determinazione e volontà di resistere.
La collezione di disegni, miracolosamente conservata, è rimasta poi a lungo negli archivi di famiglia. Recentemente è stata recuperata dalla nipote Elisabetta che ha scritto questo bellissimo libro, nel quale racconta l’epopea di una grande famiglia italiana, gli Orlando, e in particolare di uno dei suoi figli, Giuseppe Orlando, detto “Ninni”.
Un I.M.I.
Uno straordinario ed emozionante viaggio disegnato nella nostra Memoria del ‘900
*A Barga fu un I.M.I. anche Endro Pedrigi, il padre di Umberto ed Elio Pedrigi…una storia questa che Vittorio non mancherà di raccontare quando a Barga si parlerà di questo libro.
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