Pietro Tallinucci e l’Arciconfraternita di Misericordia di Barga (terza parte)

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Nel precedente articolo abbiamo visto cosa mosse a Barga il 1848 e quale attrito si venne a verificare tra Chiesa e i liberali progressisti, persone quest’ultime specialmente guidate dall’intraprendenza dei fratelli Tallinucci, molto attivi con il fine dell’Unità d’Italia. Ciò che li contraddistingueva e li connotava era la predilezione allo sviluppo della società, alla sua emancipazione nelle cose e nei comportamenti.

Dove rifulse l’impegno dei Tallinucci all’interno della Misericordia, specialmente con il Dott. Pietro, fu quando arrivò tra i barghigiani un altro morbo, questa volta del colera. Questo si era mostrato in Toscana già nel corso dell’anno 1854 ma Barga ne era rimasta immune, sennonché da noi iniziarono ad arrivare degli sfollati dai luoghi infetti, specialmente da Livorno, cosicché, poco alla volta, anche Barga ne fu toccata con numerosi morti.

 

La gente era talmente spaventata che aveva paura di toccare i malati. La Misericordia fu preoccupata e resa particolarmente attiva dai fratelli Tallinucci e leggiamo il loro comportamento in una nota scritta dall’avvocato Gaetano Tallinucci.

 

Nel settembre 1855 Barga fu pure attaccata dal Colera, ove nel paese, in 20 giorni morirono 34 persone. Gli attaccati in tutta la comunità furono 84 circa. Destò un tale spavento all’apparire della peste che nessuno ebbe coraggio di toccare i malati. Per togliere tanta paura, i primi a dare esempio di assistere i malati e portare morti furono i fratelli Tallinucci: il dott. Pietro a medicarli all’Ospedale e al Lazzaretto eretto nell’Ospizio di Barga, il Gaetano era incaricato dal Municipio di provvedere l’assistenza ai colerici a domicilio, infermiere e di portare al Lazzaretto come Capoguardia della Misericordia. Il trasporto dei malati e morti ove si distinse l’altro fratello, Perito Luigi e il Sig. Enrico Bertacchi (N.d.R. -Governatore della Misericordia di Barga), il cappellano curato don Castiglioni, con vero zelo e religione e grazie a Dio, dopo essersi esposti al maggior pericolo, tutti se ne uscii sani e salvi. Perciò bisogna farne sempre delle opere di misericordia e Iddio assiste.

Si dice che in Toscana, la quale fu tutta attaccata dal male, specialmente Firenze, morissero oltre a 30 mila persone. Il 23 e 25 novembre a ringraziamento per la cessazione del colera fu esposto il SS. Crocifisso nella chiesa dei Bianchi e il 25 fu portata processionalmente a Barga la immagine miracolosa del detto SS. Crocifisso che era più di 180 anni che non era stato levato dal suo posto.(1)

 

Questa è una delle più belle pagine della Misericordia di Barga, assieme a quella della sua rifondazione l’anno 1817, tempo del tifo petecchiale, e crediamo tra le più belle dei Tallinucci, di cui si accorsero tutti i numerosi confratelli, tantoché l’anno 1856 ecco che il Dott. Pietro si vuole a Governatore dell’istituzione, il fratello Gaetano a consigliere del Magistrato, mentre Luigi, l’altro fratello, sarà impegnato come capo delle Brigate di Soccorso per il primo trimestre 1856.

 

Sono gli anni anche del recuperato spirito di collaborazione tra Pietro Tallinucci e la Chiesa locale e di ciò fa fede una lettera che il proposto di Barga Valentino Bientinesi inviò alla Misericordia, affinché concorresse alle feste decennali dello scampato pericolo circa il terremoto avvenuto in Toscana il 14 agosto dell’anno 1846, che colpì essenzialmente le colline pisane e livornesi. Si trattò di una religiosa manifestazione di ringraziamento che si tenne alla SS. Annunziata e nella lettera invito diretta all’Istituzione, nonostante le fiammate politiche del passato 1848, il prelato a un certo punto dello scritto riconosce tutti i meriti al Governatore e la sua valenza morale. È questa una lettera molto indicativa perché il Proposto, si faccia attenzione che siamo ancora ai primordi della celebrazione del Dottore, già ci rende a pieno il valore del personaggio che oggi onoriamo:

 

Dal Proposto Valentino Bientinesi

Al Governatore della Misericordia Dott. Pietro Tallinucci.

 

Meravigliosa concordia di volontà religiosa nel Clero e nel Popolo Barghigiano si è testé pronunciata per rendere più decorosa e brillante la Festa di Ringraziamento nella Chiesa della SS. Annunziata già pronunciata per il dì del corrente Mese di Luglio. … …

Per questa ferma persuasione io son lieto d’invitare principalmente la Pia Arciconfraternita da Vostra Signoria Eccellentissima con tanto zelo e prosperità di successo si degnamente capitanata, a recarsi processionalmente alla Visita del Ven. Simulacro della SS. Vergine nel primo de’ suindicati giorni a ore sei pomeridiane in punto. … Ovviamente la Misericordia fece la visita al simulacro della Madonna Annunziata dall’Arcangelo Gabriele. (2)

 

In questo stesso anno su proposta del consigliere Gaetano Tallinucci si decise di stilare la lista di coloro che si dettero da fare al tempo del Colera ed è qui che si notano i fratelli Tallinucci assieme ad altre numerose persone. L’elenco sarà fatto ma reso pubblico solo l’anno 1869, quando fu inquadrato e messo in vista nell’adiacente chiesa della Misericordia.

 

L’anno 1857 il Dottore è riconfermato a Governatore e inizia a porre mano ai servizi attivi, specialmente dal punto di vista della loro disciplina. In pratica si tratta di un nuovo regolamento che dopo mesi di lavoro da parte di alcuni incaricati, nel dicembre 1857 è approvato.

 

Governatore resta in carica per questi due anni mentre nel 1859 lo troviamo tra i sei consiglieri del Magistrato, nominato con altra persona per rivedere un conto di lavori interessanti le stanze della casa della Misericordia, adiacente alla chiesa di San felice. Questo è anche l’anno della Seconda Guerra per l’Indipendenza Italiana che pian piano travolse anche il Granducato Toscana e vediamo che il Dott. Tallinucci, che ha 39 anni, nel maggio di quest’anno è in contatto epistolare con il servizio sanitario dell’armata toscana. Non partecipa alla guerra ma comunque è attivo politicamente con il fratello Gaetano anche per l’annessione della Garfagnana modenese al Regno di Sardegna. La famiglia Tallinucci poi contribuirà fattivamente all’impresa dei Mille nel 1860.

 

Nei successivi anni, specialmente dopo l’agognata Unità d’Italia, il 1861, porta avanti la sua professione di medico condotto assieme alle molteplici attività a Barga di cui è l’anima trainante e di cui se ne sta occupando come la Fratellanza Artigiana di Mutuo Soccorso tra gli artigiani che nascerà nel 1862 di cui è un fondatore e primo presidente, assieme alla presidenza della banda cittadina, la Società Progressista, la Biblioteca Circolante, la fondazione dei Reduci delle Patrie Battaglie 1878 e altre cose. Tutto ciò lo tiene molto impegnato sia nel concreto come nel progettare, mentre per quanto concerne l’attività diretta nella Misericordia, va detto che seppur non abbia incarichi, l’istituzione sappia che gli è molto vicino in ogni suo bisogno, potendo sempre e tranquillamente ricorrere a lui per un consiglio e ciò le è bastante.

 

Si arriva all’anno 1866, tempo della Terza Guerra per l’Indipendenza Italiana, e il nostro Tallinucci eccolo di nuovo sentire in sé il dovere di apportare il suo braccio alla Santa Causa. Ha quarantasei anni e nella sua qualità di medico parte volontario, così come fecero altri giovani barghigiani tra cui il futuro sindaco di Barga Salvo Salvo, e per l’età di questi stessi giovani compaesani si sente anche un poco il padre e nelle lettere dirette a Barga tranquillizza i familiari circa le loro sorti. La partenza per questa ennesima avventura italiana lo vede lasciare l’incarico di Provveditore della Misericordia, cioè chi deve tenere efficiente l’istituzione. In questo periodo saranno sempre attivi nella Misericordia i suoi due fratelli Gaetano e Luigi. Nel 1867 è volontario a Mentana.

 

L’anno 1870 eccolo di nuovo Governatore di questa Misericordia e i frangenti sono uno dei più perigliosi per l’Istituzione. Infatti, sin dal 1865, con i nuovi regolamenti sanitari del Regno d’Italia, in data 7 agosto di quell’anno, è arrivata al Comune di Barga la comunicazione che in pratica vieta la privilegiata sepoltura dei confratelli della Misericordia agli Avelli del Duomo di Barga, concessagli a suo tempo dal Granduca di Toscana, quindi si proceda con l’utilizzo del comunale cimitero a sterro posto in Sigliari a un chilometro da Barga.

 

La Misericordia per non perdere questo suo privilegio distintivo aveva già adottato alcuni deliberati ed ecco allora che il dott. Tallinucci si prende cura di tutto un percorso iniziato all’indomani della comunicazione, consistito nel cercare di realizzare un cimitero proprio della stessa Misericordia. Il problema è grosso perché il fatto delle particolari inumazioni agli Avelli del Duomo piaceva molto a ogni confratello che un domani, così è pensabile, quando il percorso terreno sarebbe finito, avrebbe potuto riposare lassù sul sacro colle, caro alla memoria di Barga e di ogni barghigiano, una nobile sepoltura che a chi restasse faceva pensare ogni morto più vicino all’Iddio, al paradiso, e che favoriva l’iscrizione al sodalizio. A quest’idea che era molto penetrata negli animi, ora può sostituirsi solo un proprio cimitero che per sempre, sia pure in parte, renderà all’iscritto la sua persa e popolare nobiltà.

 

Sin dal 1865 delle negate sepolture agli Avelli, la perdita di questo nobile distintivo, molto aggregante e molto invogliante a iscriversi al sodalizio, a tutti ha dato la chiara visione della pesante crisi cui andrà incontro la Misericordia. Il Comune prospetta la possibilità di far avere alla Misericordia un posto distinto al cimitero urbano, ma per quanto detto sopra, la cosa non convince il Magistrato che, appunto, inizia a pensare a un cimitero tutto suo in Barga, tra l’altro molto più centrale rispetto a quello urbano di Sigliari. La questione si protrae per alcuni anni e si apprende che le iscrizioni alla Misericordia languiscono e chi già è iscritto si lamenti minacciando di togliersi dal sodalizio se non ci sarà sfogo alla richiesta di un loro cimitero.

 

Ora siamo al 1870 e Governatore è stato rieletto il Dott. Pietro Tallinucci e il problema del cimitero della Misericordia è sempre aperto. Tallinucci annuncia che ha in vista due luoghi, verso Catagnana, nella selva Guidi, l’altro ai Barucci sotto l’Ospedale. S’iniziano a raccogliere i contributi e il Dottore apre la lista con 100 lire. La questione va avanti con gli anni ma non si risolve e il 31 ottobre 1875 vediamo in un deliberato della Misericordia che il Dott. Tallinucci recede dall’incarico per la realizzazione del cimitero della Misericordia perché l’iniziativa lanciata di raccolta fondi non ha fruttato, quanto occorreva e in sua vece è incaricato il fratello avvocato Gaetano Tallinucci, con Cristofano Verzani e il dott. Celestino Corrieri.

 

Siamo arrivati al 1878 quando, dopo alcuni anni di altre nomine, Pietro Tallinucci è rieletto governatore e in questo incarico ci resterà sino alla morte che avverrà nel 1884, ancora in una buona età, assommando solo 64 anni. La questione del cimitero dell’Arciconfraternita ancora è lì che aspetta una risoluzione. Intanto nel rinnovo dei nuovi incarichi per l’anno 1881 avviene che sia eletto a governatore un nuovo personaggio, si tratta di Egisto Piacentini che qualche anno prima aveva svolto la funzione di segretario e che ha già iniziato ad avere una certa visibilità nel paese, però non accetta e seduta stante si dimette. Si torna ad altre elezioni ed ecco che Pietro Tallinucci è di nuovo governatore mentre Piacentini gli fa da vice e pare di capire che non se la sia sentita di passare avanti al suo Maestro in Umanità. Egisto Piacentini sostituirà il Tallinucci alla sua morte e dopo, sarà il presidente effettivo del Comitato per le sue onoranze, mentre, alla presidenza onoraria sarà chiamato il Deputato del Regno Antonio Mordini. Di questo, però, ne parleremo a suo tempo, mentre con il prossimo articolo riprenderemo la nostra storia con la conclusione dell’affare cimitero della Misericordia. (fine della terza parte – segue)

 

(1) Da Memorie della famiglia Tallinucci, in L’Arciconfraternita di Misericordia di Barga compie 200 anni (1817 – 2017); Pier Giuliano Cecchi, Sara Moscardini. Fornaci di Barga, Tip. Gasperetti, 2017. Pag. 150.
(2) Ibidem. L’Arciconfraternita di Misericordia di Barga compie 200 anni (1817 – 2017); pag. 102.

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