Natale e speranza

-

Nonostante tutto è Natale e non è stato  un Natale uguale a tutti quelli che eravamo abituati a vivere. A quei Natali dove forse prevaleva più la parte materialistica che il senso vero di questo momento, ma comunque sia a quei natali che erano i nostri Natali, fatti degli acquisti e dei regali, delle cene con gli amici, dei brindisi e dei poncini, dei ritrovi nelle famiglie per i cenoni, di tante manifestazioni nei nostri borghi.

Ci è stato dato modo di vivere un po’ di normalità in questi giorni di “zona gialla” ed a parer mio qualcuno se ne è approfittato anche un po’, dimostrando che abbiamo davvero una memoria troppo corta rispetto a quello che può succedere se non si prende in giusta considerazione questa pandemia che c’è ancora e che ci richiede di fare sempre tanta attenzione e di portare rispetto a noi ed agli altri.

Comunque sia questo è un diverso Natale.  Di certo ci troveremo a riflettere di più; avremo forse modo di vivere questi momenti più intimamente e forse c’è davvero assai bisogno, al di là dei valori cristiani o religiosi del momento, di soffermarci a riflettere sul nostro futuro prossimo ed anche su che cosa siamo diventati in questi mesi complicati.

C’è solo il male in questi giorni attorno a noi? Io penso di no; penso che ci sia più bene che male, ma che questo sia troppo silenzioso. Comunica poco il bene o se lo fa non si fa troppo notare, ma se si fa attenzione lo si legge ugualmente attorno a noi; in poche parole dette sul web, in un emitocon messo al momento giusto; nel sorriso dietro una mascherina; nel messaggio lasciato in questi giorni in un lenzuolo bianco per dimostrare solidarietà al nostro piccolo amico Diego che sta soffrendo ed al quale siamo tutti vicini; nel trasporto e nella partecipazione che abbiamo dimostrato in questi giorni difficili partecipando al dolore per la perdita di Massimo o di Giuseppe, di persone che ci hanno lasciato troppo presto. Il bene lo si legge anche nei colori dei pacchi che, grazie alla generosità di tanti di noi,  in questi giorni sono arrivati nel nostro comune anche a quei bimbi che rischiavano di passare un natale più triste e più povero di gioia, a causa della povertà. Ed il riflesso di quel bene, riflesso  negli occhi dei bimbi felici dei regali ricevuti è davvero benzina che tutti noi dobbiamo utilizzare per andare avanti non solo per queste festività, ma per tutto il 2021 che verrà.

Mai come adesso è necessario che prevalga la parte migliore di tutti noi. L’unico modo per resistere ed uscire da questo casino.

Riscopriamo dunque la bontà ed anche il valore delle piccole grandi cose ed anche dei piccoli gesti; il godersi tutto della nostra vita e di quello che sta intorno a noi, sia questo il sorriso della nostra donna, la mattina al risveglio o il profumo dell’aria tersa di inverno o il salutare una persona amica per la strada, o il colore accecante di un tramonto invernale sulle Apuane, il suono dolce delle nostre campane, l’odore del fumo di legna per le vie, che si sprigiona dai camini delle nostre case….

Pensiamo e pratichiamo tutto questo oggi e nei giorni a venire come nostra speciale forma di resistenza, e facciamo sì che le nostre preghiere o i nostri buoni auspici natalizi, da cristiani o da atei, da musulmani o agnostici, rivolte all’entità, al dio o alla buona sorte che invochiamo, forti dell’emotività e dei sacrifici che facciamo, siano particolarmente indirizzate nel trovare la giusta energia per affrontare un 2021 con la forza per farlo diventare, finalmente, un anno normale.

I prossimi che vivremo saranno comunque mesi difficili e per alcuni ancor di più: per chi si troverà a lottare in un letto di ospedale; per chi sarà ad assistere quel paziente, prigioniero dentro scafandri e paure del contagio; sarà difficile per chi il virus si troverà a viverlo imprigionato nella propria abitazione. Sarà difficile per le nostre attività che si trovano a pagare il prezzo, economico, più alto. Se penso agli eroi di questo casino che ci siamo trovati nuovamente a vivere, penso anche a loro, ai nostri commercianti e alle nostre partite iva, oltre ai malati nei letti di ospedali, a quelli che non ce la fanno, a quelli che riescono ad uscirne; ed infine a quelli che si impegnano per curare i nostri malati e per fare resistere la nostra sanità.

Per tutti loro e per tutti noi questo è il Natale per resistere; come a Barga hanno fatto i nostri padri ed i nostri nonni in guerra, quando tutto precipitò in quel 26 dicembre 1944. Non stiamo certo vivendo quei giorni terribili di morte e distruzione, ma viviamo certamente anche noi un Natale diverso. E’ il momento dunque di continuare con la resistenza che ora può però guardare al futuro sapendo che la fine del tunnel esiste.

Buon Natale dunque e tanta forza e bontà d’animo a tutti, per affrontare uniti l’anno che verrà.

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.