BARGA – In questi giorni in cui abbiamo preparato e fatto uscire il consueto numero speciale natalizio, ci sono capitati tra le mani scritti pubblicati nelle edizioni dello speciale natalizio che realizziamo ormai dal lontano 1991. In alcuni numeri si trovano spunti di ricette e piatti della tradizionale natalizia barghigiana e di certo una delle tradizionali ricette natalizie barghigiana è quella della befana di Barga, il biscotto tipico della nostra tradizione natalizia.
Questi sono già i giorni della “befana”; in molte famiglie è già iniziata la lavorazione anche se il periodo consueto della befana di Barga sarebbe prima della vigilia. Si tratta di una ricetta che si tramanda nelle famiglie barghigiane di generazione in generazione e la cui origine si perde nelle nebbie di tempi lontani. Il bello (ed il brutto) è che non esistono particolari cenni storici sull’origine della “Befana di Barga”. Si sa come è, come si fa, quanto è buona, ma non a quando risale questa tradizione.
Castelvecchio Pascoli, soprattutto negli anni passati, con un gran lavoro fatto dalle sue donne sotto l’egida di Misericordia e Donatori, ha contribuito a tramandare e far conoscere questa tradizione anche a livello nazionale ottenendo l’attenzione di diversi articoli su riviste specializzate e passaggi anche in tv.
Attenzione più che meritata perché questo biscotto, realizzato ovunque in tale altre varianti, ma così originale, elaborato, buono e speciale come lo si fa a Barga, Castelvecchio ed in tutto il comune non lo trovate da altre parti.
La lavorazione richiede qualche ora di tempo ed è anche assai faticosa, ma alla fine il risultato sarà in grado di regalare grandi soddisfazioni al vostro palato; ed anche a quello di chi deciderete di regalare la “Befana barghigiana”.
Nel 1996 l’indimenticata ed indimenticabile Anna Ori Castelvecchi della Serra, scrisse per noi, in poche preziose righe, la ricetta della “sua” befana. Che era, ve lo diciamo perché l’abbiamo provata, quella più tradizionale che si fa a Barga, con il befanino molto sottile e di consistenza assai dura ed il marzapane di colore chiaro.
Prima di riproporre la sua ricetta, per farvi capire qualcosa in più sulla befana barghigiana, vogliamo però pescare ancora tra i ricordi pubblicati sul Giornale di Barga. In questo caso l’articolo è del Natale 2008 e a scrivere è Alessandra Pia che parla della Befana in casa Pia.
… Un ricordo particolare dell’infanzia è quando le zie e la mamma si ritrovavano intorno al tavolo nella casa della famigli Pia, in via del Pretorio 23, per non confonderla con la falegnameria, per preparare quel dolce tipico e goloso chiamato proprio “Befana”.
Ognuno in quell’operazione aveva il proprio ruolo: le donne preparavano la pasta, tirata ad arte col mattarello e coi giusti ingredienti per renderla gustosa al palato e malleabile, poi amalgamavano la pasta di mandorle per creare quella montagnola di gusto al centro del biscotto; infine cedevano a noi bimbi i lavori di manovalanza. Con quanto entusiasmo noi bimbi sottostavamo agli ordini!!!
“Tu! Vai dal Paolo e prendi tre quarti di bottiglietta di archemise”
Il fortunato correva sul Fosso e al bar porgeva al Paolo la bottiglietta e i soldi contati per tornarsene indietro detentore dell’ambrosia… per poi fermarsi sul terrazzino delle Giacchine ad inalare profondamente quel profumo esotico ed inebriante del rosso liquido.
Poi con le formine apposite incidevamo forme nella pasta spianata… qui una pecora… la una stella…e poi una nuvola… ed un alberello! Quelle formine di latta conservate gelosamente di generazione in generazione erano un legame col passato; la nonna Bruna ne andava fiera e la zia Anna le aveva in gran considerazione. Noi bimbi, maschi e femmine, lavoravamo insieme di buona lena. Per soddisfare le esigenze di Befana per una così numerosa famiglia bisognava darsi da fare!
I miei fratelli erano addetti alla pinzatura. Quanto ho loro invidiato quel lavoretto! Con una pinzetta creata ad arte disegnavano una clips sui biscotti seguendo le morbide curve delle figure incise nella dolce pasta e noi femmine completavamo l’opera ponendo sul marzapane piccoli decori di pasta, realizzati con un vecchio ditale.
Quanti pomeriggi trascorsi immersi nella calda cucina di quella casa! E quanti “dolci “pensieri! Ma, a parte leccare i mestoli, raschiare il fondo delle pentole e magiare glia avanzi della pasta dolce, ci era vietato mangiare il prodotto finito. Le Befane andavano conservate per il cenone della Vigilia, tradizione barghigiana ed ancora molto sentita nella mia famiglia… ma questa è un’altra storia…
La ricetta di Natale
LA BEFANA BARGHIGIANA
Di Anna Ori Castelvecchi (Natale 1996)
Dosi per la pasta:
1 kg di farina
6 uova (meno due chiare da usare nel marzapane);
2 etti di burro;
500-600 grammi di zucchero;
scorza grattugiata di 2 limoni;
un pizzico di sale;
una puntina di lievito in polvere (a piacere
Dosi per il marzapane
2 etti tra noci e mandorle;
2 etti di zucchero;
2 chiare montate a neve;
Rhum “Leone 70” e Sassolino Nardini (il marzapane deve rimanere morbido!)
(c’è chi usa l’alchermes per dare una colorazione rosata al marzapane ndr)
È importante seguire la dose precisa! La pasta, che deve essere morbida, va lavorata poco; si stende non molto alta e si taglia con gli stampini di varia forma: stella, cuore, picche, fiori, denari, abete, cestino, stivaletto.
Viene poi pizzettata con piccole mollette sul bordo per abbellirla. Poi si mette un po’ di marzapane nel centro e si decora a nostro gusto.
Si cuoce il tutto a forno moderato e alla fine, ancora tiepida, si spolvera la befana con zucchero vanigliato.
Questa befana è una tradizione che si tramanda la mia famiglia e che ho sempre seguito: è speciale e si mantiene anche un mese, se chiusa in barattoli di vetro o di latta
Tag: befana barghigianba, dolce tipico, anna castelvecchi, tradizione, befana di barga
Francesca
15 Dicembre 2020 alle 15:27
Complimenti per il bell’articolo sulla befana barghigiana,riporta ai momenti dell’infanzia quando con mia mamma,di origine Barghigiana passavamo serate a impastare, ritagliare, decorare…e poi che meraviglia il risultato…e quando anch’io continuo questa bella e dolce tradizione e il pensiero può solo andare a mia mamma e alla bella Barga..💕
Brunero Cortonicchi
24 Dicembre 2023 alle 9:54
Sono molto felice di poter utilizzare le tradizioni popolarti della nostra antica e meravigliosa terra nei miei libri.
Grazie infinite a tutti coloro che se ne occupani.
Brunero Cortonicchi