LUCCA – “L’escalation del contagio da Covid-19 è evidente a tutti. Così come è evidente che l’attività dei presidi ospedalieri S.Luca di Lucca e Versilia di Viareggio, i maggiori della nostra provincia identificati come ospedali Covid, sta crescendo ogni e la soglia di tenuta in termine di reale funzionalità e posti letto non è lontana dal massimo erogabile”.
A parlare è il segretario della Uil Fpl di Lucca, Pietro Casciani che analizza le nuove disposizioni regionali così come riportate anche dal Direttore Generale mettendo in luce l’assenza del Campo di Marte nella strategia complessiva:
“Le disposizioni prevedono di coinvolgere nell’assistenza ai pazienti Covid gli stabilimenti ospedalieri più piccoli che sul nostro territorio sono ovviamente quelli di Barga e Castelnuovo. Sempre gli stessi presidi poi, come accaduto nei primi mesi di quest’anno, dovrebbero fungere da ‘cassa d’espansione’ per la gestione dell’attività di diagnosi e cura di tutte le patologie no-Covid, per alleggerire di questa attività gli ospedali di Lucca e Viareggio. Non è preso in considerazione, a nostro avviso, un importante presidio già coinvolto nella precedente ondata pandemica, il Campo di Marte. Possiamo affermare con sicurezza che ci sono ancora spazi per decine di posti letto e in più sono disponibili locali per l’allestimento di terapie intensive; il presidio offre garanzie, a nostro avviso, che altre soluzioni non possono dare”.
Quella della Uil Fpl è una valutazione a più lungo termine e da portare avanti a step per evitare la chiusura di tutti gli ospedali nel caso in cui la crescita dei contagi porti alla saturazione dei posti letto.
“A questo punto viene da pensare che l’azienda non voglia considerare alcune soluzioni esistenti sul nostro territorio e la sua capacità riorganizzativa che, seppur molto complessa, non può essere portata avanti con decisioni estemporanee – prosegue il segretario Uil Fpl – o collegate al bollettino giornaliero sullo stato evolutivo del contagio. Proponiamo ai responsabili aziendali anche una rivalutazione sul coinvolgimento dei presidi periferici, tenendo in maggiore considerazione anche il pensiero degli operatori a vario titolo coinvolti. Gli organici sono allo stato attuale insufficienti ad affrontare l’emergenza ed eventuali riorganizzazioni sono il vero ‘nervo scoperto’: qualsiasi decisione – conclude – non può naturalmente prescindere dalla rapida assunzione di un importante numero di medici, infermieri, Oss e tecnici sanitari, tutti indispensabili per affrontare i prossimi mesi”.
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