Ho visto cose che voi umani… in realtà ho visto le cose che noi umani diciamo e scriviamo; e non mi sono piaciute. A rischio di essere impopolare, ma impopolare ogni tanto bisogna essere, quello che ho letto in queste ore sulla vicenda dell’utilizzo della riabilitazione per far posto a venti pazienti covid mi ha lasciato sconcertato. E’ stato un brutto spettacolo ed un momento che non fa onore alla storia di civiltà di noi barghigiani.
Strumentalizzazione politica (e non mi riferisco a chi politica la fa sul territorio), pressapochezza, disinformazione, populismo spinto e complottismo ed a volte anche poca voglia di leggere quello che viene scritto e detto, non sono mancati e c’è anche chi è andato oltre. Non tutti per fortuna, perché la maggioranza della gente invece ha capito e capisce. Ma l’urlare di pochi è stato davvero più assordante, ieri, del silenzio di molti…
Ognuno è libero di pensarla come crede, ci mancherebbe. Anche io però voglio dire la mia.
Partiamo subito dalla questione Campo di Marte e affini. Lo sappiamo tutti che sarebbe stato meglio che il Campo di Marte fosse stato pronto; ma non lo è ancora, non c’è personale per coprire i tanti posti letto che ci sarebbero e nel frattempo i ricoveri di pazienti covid a Lucca crescono e qualcosa bisognava fare.
E a proposito di Campo di Marte: verissimo che magari ci si poteva pensare prima… a cominciare da qualcuno che adesso si è fatto paladino del “Campo di Marte forever”, ma che fino a settembre era assai vicino a quei posti di comando dove magari qualcosa in tal senso lo avrebbe potuto dire e fare…
Ancora sul Campo di Marte: state tranquilli, che il rischio che arriveremo ad utilizzare anche quello c’è, purtroppo…
C’è anche chi discerne sul fatto che venti posti letto non sono niente… Non sono niente? Ma come si fa anche solo a scriverla una sciocchezza del genere? Sono sempre venti persone che troveranno ospitalità, che saranno curate; che magari non stanno malissimo, ma comunque hanno bisogno di una assistenza adeguata; che magari, altrimenti, non avrebbero un posto adeguato dove stare. Peraltro, e su questo ci posso mettere la mano sul fuoco, troveranno non solo la giusta assistenza a Barga, ma anche persone che sotto la mascherina sanno sorriderti, sanno trasmetterti umanità. Lo hanno fatto in questi anni per i loro pazienti colpiti da ictus, traumi cranici e tante altre brutte cose che hanno reso la vita spesso difficile e lo faranno adesso che arriveranno pazienti che si sono trovati a combattere contro un nemico invisibile ed a volte molto oscuro.
Lo faranno magari per alcuni di quei pazienti che anche in Valle del Serchio combattono contro questa malattia. Siamo stati i primi, noi del comune di Barga, a dover fare i conti con questa nuova ondata dell’emergenza che ci ha colpito dall’ottobre scorso e solo noi, come comune, abbiamo avuto in questi due mesi quasi trecento casi. Vogliamo fare finta di niente e demandare sempre agli altri la risoluzione del casino sanitario in cui ci troviamo?
A proposito di casini e polemiche: si può bofonchiare quanto vogliamo, si può dire che bisognava pensarci prima, l’anno prima, un decennio prima, quando eravamo piccoli… ma il risultato non cambia. Ora siamo in questa situazione e l’unica cosa che non serve in questo momento è fare polemica, alzare forche e forconi, accusare, prendersela con il mondo intero. Chi sceglie esclusivamente questa strada di voglia di costruire ne ha ben poca… Capisco l’esasperazione, ma così non si va da nessuna parte.
E’ il momento dunque del fare ed a Barga qualcuno ha scelto di fare. Ognuno di noi la sua parte la può fare. Basta anche solo non rompere troppo, o anche solo un po’ meno, le scatole a chi comunque le decisioni le sta pigliando; sbagliate o corrette che siano, condivisibili o meno che siano; ma si sta prendendo le sue responsabilità e non lo fa da una infuocata tastiera, ma sul campo…
Il tempo per criticare, inveire, accusare non mancherà anche più avanti ed anche quello di vigilare affinché, finito tutto questo, tutto torni com’era ed anzi all’ospedale di Barga venga riconosciuto quel ruolo comunque centrale nella sanità provinciale che in tanti, soprattutto a Lucca, hanno volentieri fatto finta di non vedere ed hanno fatto il possibile per demolire.
Chiudo con un pensiero per la gente che tra pochi giorni a Barga si troverà sul fronte avanzato di questa guerra e non lo avrebbe nemmeno immaginato solo sabato scorso.
Parlo come uomo e come compagno di una operatrice sanitaria e non come giornalista in questo caso. Questa cosa l’ho vissuta, in silenzio, senza dire una parola, e senza scrivere una parola da diversi giorni. Non ho chiesto niente fino a quando non è stato lecito chiederlo e a chi di dovere. Ho però sentito, perché le orecchie non mi mancano, i messaggi che si sono scambiati questi uomini e queste donne che tra pochi giorni trasformeranno la riabilitazione in bolla covid; si vestiranno di tutto punto e faranno quello che devono fare. Non ho sentito in nessuno di loro un accenno polemico, un no, un ni, un “ma però”…. Ho sentito solo dei professionisti che hanno detto subito sì, hanno detto, “lo faremo”… Professionisti appunto. Non sarebbe bene affidarsi solo a loro in questo momento, lasciarli lavorare come sanno fare, invece che alle parole infuocate di una tastiera?
Parole infuocate. A volte roboanti quanto inutili.
Tag: bolla covid, Ospedale, Riabilitazione, emergenza
valter
19 Novembre 2020 alle 18:58
Grazie Luca, un po’ di acqua sul fuoco serviva.
E, aggiungo e rilancio, un ospedale è un ospedale, se arriva un appestato lo si manda via perchè fa paura? Allora cambiamogli nome…
Purtroppo questa situazione sta minando il fisico di alcuni, ma più ancora il cervello di molti.
Giovanni
20 Novembre 2020 alle 8:04
Non sono un estimatore del giornalismo di stampo “notarile” che contraddistingue codesto giornale. Per me il giornalismo è giornalismo d’inchiesta. E di cose su sui investigare ce ne sarebbero tante anche in Valle. Per una volta però mi sento di convenire con l’intervento della redazione. Parole opportune e condivisibili soprattutto in considerazione del fatto che siamo alle prese con il primo intervento di qualche concreta utilità in questa critica congiuntura. Progetto comune, che peraltro apprezzo, poteva risparmiarsi la gazzarra. Idem altri. Al direttore mi sentirei molto modestamente di suggerire di pressare da vicino il dott. Chierici per capire se almeno lui ha qualche chiave di lettura del caso Barga. Trecento contagi ufficiali sono un’enormità. Siamo sicuri che il tracciamento sia attivo ed efficace? Che cosa di concreto intendono effettuare ASL e amministrazione per contenere la diffusione del contagio?
Grazie
vittorio
21 Novembre 2020 alle 10:42
…parole giuste e corrette, ancorchè troppo gentili.
Chissà cosa penserebbe il dott. Tallinucci, … il cui pensiero alto e nobile si può sintetizzare in “…Fu repubblicano, ma non comprese democrazia senza Dio, libertà senza carità e carità senza istruzione.« L’eco del Serchio », 26 giugno 1887.
Stridono queste belle parole, con altre quali egoismo, ignoranza, paura, e meschinità.
Peccato esser caduti così in basso.
Peccato per Barga.
Gianmarco
23 Novembre 2020 alle 17:16
Il problema che il personale sicuramente al campo di Marte non ci sarà mai e sicuramente le perplessità sulla riabilitazione di Barga vengono più che spontanee visto che sono anni che si parla di un suo trasferimento a Lucca. Detto questo non so come venga utilizzato il personale della riabilitazione, saranno le infermiere a fare assistenza ai malati Covid o anche i fisioterapisti? Se cosi e’ non c’e’ il rischio di diffondere il virus in mezzo ospedale? Visto che dovranno seguire sia i malati COVID sia quelli in reparto di riabilitazione. Concordo giustamente su quello detto da Luca riguardo a colui che era vicino al posto di comando. La mia perplessità comunque rimane sul fatto che si sarà un reparto per pazienti con sintomi non gravi ma si sa che questo virus e’ altamente pericoloso e che alcuni pazienti non gravi poi si aggravano e hanno bisogno della rianimazione con conseguente trasferimento a Lucca tramite ambulanza, mettendo a rischio il personale che fara’ il trasferimento. Se era al Campo di Marte la situazione sarebbe completamente diversa. Un ultima domanda come mai l ospedale di Castelnuovo non e’ neanche stato preso in considerazione?